Fare rete è nel nostro Dna

Fare rete è nel Dna di Città Nuova, nata proprio per tenere collegati quanti credono, oggi come ieri, nella fraternità. È quanto succede con regolarità ogni qualvolta lanciamo ai nostri lettori la proposta di trovarci attorno a un tema o un tipo di impegno (ad esempio l’educazione, oppure la cittadinanza…): risulta spontaneo collegarsi, creare gruppi di lavoro per incidere sulla società
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Da tempo raccogliamo e raccontiamo su Città Nuova storie, iniziative, progetti che hanno a che fare con i carcerati. Una lunga tradizione che vede coinvolti tanti nostri lettori impegnati a più livelli in questo mondo dove la sofferenza è di casa.

Ci sono volontari, magistrati, guardie, religiose, insegnanti, cappellani, imprenditori, persone che accompagnano i carcerati dentro e fuori, aiutandoli nel loro reinserimento sociale o sostenendo le famiglie in maniera molto concreta.

In tanti istituti di reclusione arriva Città Nuova, grazie alla generosità di chi sa di portare uno spiraglio di speranza e una possibilità di riscatto. Un rapporto che, abbiamo potuto constatare più volte, è arricchente in entrambe le direzioni.

Lo posso testimoniare anche personalmente, alla luce di alcune occasioni che mi hanno portato ad incontrare diversi carcerati a Teramo, dove da 5 anni, attorno a Città Nuova e grazie ad alcuni nostri lettori e promotori, si sono formati gruppi di lettura e condivisione con risultati talora commoventi. Alla luce di tutto questo (e di molto di più) in redazione ci è nato in cuore il desiderio di intensificare la nostra vicinanza.

Abbiamo quindi lanciato fra alcuni amici l’idea di ritrovarci un venerdì sera, rigorosamente in Zoom, per scambiarci le esperienze, elaborare qualche idea che moltiplichi i contatti fra Città Nuova e le persone che vivono un periodo di detenzione.

Si è innestato un tam tam assolutamente imprevisto e anziché un piccolo gruppo di amici eravamo collegati da 72 punti dal Nord al Sud d’Italia per un incontro ricco e vivace, dopo il quale è stato naturale darsi un nuovo appuntamento. Tante le idee, le suggestioni, i possibili progetti: mettersi in rete è stato l’aspetto e il bisogno più sottolineato, come continuano a scriverci a rete@cittanuova.it.

Un risultato del tutto inatteso, quasi al di là delle nostre intenzioni! E ci ha quasi sorpreso il fatto che sia bastato poco perché ciò avvenisse. In effetti è quanto succede con regolarità ogni qualvolta lanciamo ai nostri lettori la proposta di trovarci attorno a un tema o un tipo di impegno (ad esempio l’educazione, oppure la cittadinanza…): risulta spontaneo collegarsi, creare gruppi di lavoro per incidere sulla società. A pensarci bene non è strano: fare rete è nel Dna di Città Nuova, nata proprio per tenere collegati quanti credono, oggi come ieri, nella fraternità.

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