Renzi all’esame della stampa estera

A livello internazionale si guarda con attenzione a quanto sta accadendo in Italia. Il segretario del Pd oggi sarà ricevuto dal presidente Napolitano, per chiedere l'incarico di guidare il governo
Renzi su El Pais

«Un’ammonizione da Berlusconi per l’Italia che affronta il terzo premier consecutivo non eletto»: il New York Times punta il dito contro «lo strano stato della democrazia italiana» nel descrivere l’arrivo ormai prossimo di Renzi al governo. Il quotidiano della Grande Mela apre riferendo come sia stato «l’uomo degli infiniti scandali, della condanna definitiva per frode fiscale e dell’umiliante espulsione dal Senato» a ricordare agli italiani come sia stato lui «l’ultimo primo ministro effettivamente uscito da un’elezione nel 2008». In un Paese in cui il legame tra consenso popolare e potere politico è assai più forte che nel nostro, la cosa suscita quantomeno stupore; ma forse ancor di più suscita una sensazione di déjà vu, in quanto «molti temono che Renzi sia parte dello stesso processo che ha prodotto Berlusconi e Grillo: uno stile personalistico della politica, alimentato dai media, che ha eroso le istituzioni democratiche italiane».

Più pragmatico il corrispondente da Roma di El Paìs, Pablo Ordaz, che spiega ai suoi concittadini come «se in Italia è possibile diventare primo ministro evitando le urne, non è possibile dirigere un governo senza due requisiti indispensabili: formare un gruppo di ministri all’altezza di aspettative tanto elevate, e predisporre un programma di governo che abbia il consenso del Ncd di Angelino Alfano senza defezioni tra le proprie file. Ed è qui che la sfolgorante carriera di Matteo Renzi inizia a subire i primi colpi». Osservando come «gli italiani possano recitare a memoria tutto ciò che in questi anni la politica ha promesso e non ha fatto», Ordaz afferma che «Matteo Renzi dovrà dimostrare al mondo che è davvero arrivato per cambiare l’Italia: e se un premier come Monti ha potuto contare sull’appoggio di tutto l’arco parlamentare, il sindaco di Firenze non avrà questa fortuna».

Sulla stessa linea anche il francese Le Monde, che dopo simili considerazioni osserva come, a dispetto delle promesse di una rapida risoluzione della crisi, «i riti della democrazia parlamentare italiana si sono imposti,  e Renzi ha trovato davanti a lui i soliti veti incrociati dei partiti: è come se il treno ad alta velocità che era stato annunciato si sia fermato in una rimessa di diligenze».

Assai critico anche l’editoriale di Wolfgang Munschau sul Financial Times, che osserva come «Renzi non ridarà vita all’Italia solo con le riforme»: secondo l’editorialista, infatti, il nuovo premier avrà «il lavoro più difficile in Europa. Dovrà infatti governare un Paese con tre problemi economici fondamentali: crescita zero, un alto debito pubblico, e parte di un’unione monetaria malfunzionante». Una voce che arriva da una Gran Bretagna che da questa unione è fuori, si dirà, e quindi non del tutto neutrale; ma certo non è solo opinione sua che le riforme interne siano insufficienti in quanto «non tutti gli interventi necessari  sono sotto il controllo di Renzi: il dibattito va portato a livello di Unione europea, avendo bisogno anche di un intervento da parte della Bce».

Significativo, per finire, il titolo dell’articolo del belga Le Soir, «Renzi e Berlusconi in tandem»: secondo l’articolista, il fatto che «diverse personalità del mondo civile abbiano rifiutato l’offerta di incarico – il riferimento è in primis all’amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra – e il centrodestra stia dettando le condizioni, hanno rimesso in sella il capo della destra». A corredo dell’articolo, una foto dei carri mascherati di Viareggio: accanto al faccione di Renzi, un “uccellino” con le fattezze di Berlusconi che gli dà suggerimenti all’orecchio. Che fanno, alludono?

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Il voto cattolico interessa

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons