Reinventare la pace nel 2016

A Parigi, 20 anni dopo l'assegnazione a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, del premio Unesco Per l'educazione alla pace, un nuovo appuntamento per riaffermare e testimoniare l'impegno per l'unità e la fraternità universale
Chiara Lubich © Michele Zanzucchi 2003

Il 17 dicembre 1996 a Parigi, Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, riceveva dall’Unesco il premio Per l’educazione alla pace, con la seguente motivazione: «In un'epoca in cui le differenze etniche e religiose conducono troppo spesso a conflitti violenti», il Movimento «getta ponti tra le persone, le generazioni, le categorie sociali e i popoli». In quell’occasione ebbe modo di esporre contenuti e metodo caratteristici del Movimento nell’impegno a «portare in questa nostra epoca – assieme a molte altre benemerite e preziose organizzazioni, iniziative, opere – l'unità e la pace nel nostro pianeta».

 

Vent’anni dopo, a quasi un anno dall’attentato terroristico avvenuto proprio a Parigi e mentre guerre e conflitti armati seminano orrore e distruzione in molti punti della terra, il Movimento dei Focolari, con la direzione generale dell’Unesco e all’Osservatore permanente della Santa Sede, intende riaffermare e testimoniare nella stessa sede l’impegno per l’unità e la pace.

 

Perseguire la pace oggi significa re-inventarla, chiamando in causa molteplici dimensioni: l’economia mondiale, il diritto internazionale, l’educazione alla pace a tutti i livelli. Reinventare la pace vuol dire valorizzare la diversità culturale, cioè la ricchezza dell’identità dei singoli popoli; formare le nuove generazioni ad una cultura del dialogo e dell’incontro; consolidare il pluralismo identitario all’interno del contesto urbano; affrontare con sguardo lungimirante la questione migratoria; tutelare l’ambiente e la “casa comune” planetaria; contrastare la corruzione e promuovere la legalità ad ogni livello; fermare l’incremento delle spese militari e del commercio internazionale degli armamenti; ripensare l’Europa e i processi integrativi nelle grandi aree continentali; lavorare per un nuovo assetto di sicurezza, stabilità e cooperazione per il Medio Oriente.

 

La giornata del 15 novembre presso l’UNESCO intende dare voce ai processi in corso, idee e buone pratiche, che il Movimento dei Focolari, come un’espressione della società civile transnazionale, vuole condividere con quanti si adoperano per la pace. Il programma si snoderà intorno a due argomenti: “Educazione alla pace da cinque prospettive” (educazione, risorse e economia, diritto, ecologia, arte) e “Quale dialogo in un mondo diviso?” articolato in due panel: “Religioni: problema o risorsa per la pace?” e “Politica ed economia nel disordine internazionale”.

 

Un evento all’insegna della cultura del dialogo e della pace a cui Chiara Lubich ha dato nuova ispirazione e sprone. «La pace ha nomi nuovi», era sua convinzione. Essa con il contributo di tutti, a cominciare dalle organizzazioni internazionali, «richiede di superare la categoria del nemico, di qualsiasi nemico. Escludere la guerra non basta, vanno create le condizioni perché ogni popolo senta di poter amare la patria altrui come la propria, in un reciproco e disinteressato scambio di doni»[1]. Per adempiere a questo obiettivo il Movimento dei Focolari ha fatto sua linea di vita quella che Gesù «ha lasciato come norma per l'umanità: l'amore vicendevole. Egli sapeva che era necessaria perché ci sia pace e unità nel mondo, perché vi si formi una sola famiglia. Certo, per chiunque si accinga oggi a spostare le montagne dell'odio e della violenza, il compito è immane e pesante. Ma ciò che è impossibile a milioni di uomini isolati e divisi, pare diventi possibile a gente che ha fatto dell'amore scambievole, della comprensione reciproca, dell'unità il movente essenziale della propria vita»[2].



[1]
C. Lubich al Simposio presso l'ONU“Verso l'Unità delle Nazioni e l'Unità dei Popoli”, 28 maggio 1997

[2] C. Lubich al Conferimento del premio UNESCO per l’educazione alla pace, 17 dicembre 1996

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