Regione Lazio, questa (s)conosciuta

Come ci si prepara alle consultazioni nel territorio che ospita la Capitale? Il clima non è spumeggiante e soprattutto ci si chiede se la nuova Regione interpreterà e intraprenderà le urgenze dettate dai cittadini e dagli amministratori locali
Sede Regione Lazio

E’ inutile negare che la campagna elettorale per il rinnovo anticipato della Regione Lazio, a seguito di una serie di vicende, lontane anni luce dal bene comune e dall’interesse generale, subisce un forte influsso dal forte vento delle elezioni nazionali, vuoi per l’importanza quasi epocale di questa tornata per il nuovo Parlamento, vuoi per la sua posizione geopolitica che, con Roma, la pone molto vicina all’occhio del ciclone. Eppure quante questioni centrali interne hanno da affrontare i cittadini del Lazio!

Intanto i candidati, senza non qualche sorpresa, che competono per il seggio più alto del famoso palazzo di Fantozzi (infatti l’edifico della Regione Lazio, all’Eur, è stata la location dei primi esilaranti film di Paolo Villaggio) sono un piccolo esercito, 12.

 Nicola Zingaretti 47 anni guida la coalazione di centro sinistra, con 5 liste collegate, Francesco Storace 54 anniè a capo dellacoalizione di centro-destra con 12 leste collegate. Poi le new entry: Alessandra Baldassari 52 anni del Movimento FARE – fermare il declino,Davide Barillari 38 anni del Movimento 5 Stelle, Simone Di Stefano perCasapound,Roberto Fiore 53 anni per Forza Nuova,Luca Romagnoli 51 anni per Fiamma Tricolore Destra Sociale,Giuseppe Rossodivita 43 anni perLista Amnistia Giustizia Libertà,Luigi Sorge 48 anni per il Partito Comunista dei Lavoratori, Pino Strano 49 anniper la Rete dei Cittadini. Volti noti sono Giulia Bongiorno 46 anni per la Scelta Civica con Monti e il giornalista TVSandro Ruotolo 57 anni per Rivoluzione Civile. A parte l’alto numero colpisce anche l’età dei candidati che ha una media di 47 anni che, rispetto alla più longeva classe politica nazionale è comunque “giovane”.

Temi centrali di questa campagna elettorale sono, al primo posto ovviamente la Sanità con una Regione commissariata da tempo con debiti da risanare e con difficili scelte per la razionalizzazione degli ospedali, con centri importanti pubblici e privati d’eccellenza sull’orlo della chiusura, ecc. Non di meno il tema, comune a tante regioni, dello smaltimento dei rifiuti che crea non pochi problemi per la particolarità territoriale del Lazio, puntellata di splendidi siti naturalistici e culturali e archeologici. In certo modo legato a questo vi è il problema o, meglio, la risorsa ambiente che meriterebbe un forte interessamento spesso taciuto per interessi speculativi che stanno depauperando un agro e una pregevolezza territoriale naturalistica noti e apprezzati da sempre.

Un tema fortemente sentito dai cittadini sono i trasporti locali per il fortissimo pendolarismo verso Roma, che subisce giornalmente una serie di disagi al limite del grottesco.

Certamente la Regione Lazio è legata nel bene e nel male alla sua Capitale, Roma che spesso rischia di fagocitare, con i suoi problemi e con le sue responsabilità, il resto del territorio che non merita attenzioni secondarie. Il nuovo Presidente dovrà sedersi alla plancia di comando senza perdere la rotta e in grande equilibrio tra tutte le 5 attuali province laziali.

La sensazione dell’attesa di domenica e lunedì prossimi non è dissimile da quella generale: regna un comune senso di disincanto tra sani e opportuni slanci partecipativi, populismo, indifferenza.

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