Reality o realtà?

La vicenda del naufragio della Costa Concordia racconta molto del nostro Paese, delle sue virtù e delle sue debolezze.
Giornalisti davanti alla nave Costa Concordia

La vicenda del naufragio della Costa Concordia racconta molto del nostro Paese, delle sue virtù e delle sue debolezze, e la dimensione mediatica dell’evento evidenzia alcuni dei tratti salienti della cultura televisiva italiana degli anni Duemila e delle sue ripercussioni sul tessuto sociale del nostro Paese. Proprio il Duemila è l’anno che ha visto l’esordio del primo reality show nostrano, il Grande fratello. Partito in sordina, il programma chiuse con ascolti clamorosi facendosi interprete di un nuovo genere di successo. Un piatto goloso su cui si tuffarono grandi e piccole emittenti con format variegati: dalle isole alle fattorie, dalle gare di danza ai reality sulle famiglie. Il successo di questa nuova forma di intrattenimento ha sedotto poi anche il mondo dell’informazione, che ha fatto proprio quel linguaggio trasformando fatti di cronaca in serial tivù, racconti dalla trama avvincente con personaggi stereotipati e comportamenti prevedibili. Non di rado nascondendo la verità dietro ipotesi e letture fallaci.

 

Non stupisce pertanto che il comandante della Concordia sia stato paragonato all’ex premier Berlusconi, responsabile – secondo molti – della “deriva” del precedente governo. O, per antitesi, al leggendario capitano Achab, che nel romanzo di Melville osò sfidare la balena bianca Moby Dick. Non sorprende neanche che a bordo della nave ci fosse il cast di un nuovo reality sui parrucchieri, né che i passeggeri abbiano girato video con i loro telefonini. A guardarli bene, però, non pochi di questi filmati lasciano perplessi: urla, panico e le grida dei vicini, un uomo su una scialuppa pericolante; un altro, mentre suona l’allarme, riprende la fidanzata che cammina malferma nei corridoi della nave inclinata cercando i salvagente. Viene da pensare come forse l’overdose di reality comprometta talvolta la distinzione fra realtà e finzione, susciti il desiderio inconsapevole di farsi protagonisti di un evento mediatico e porti a pensare che quella vita che non passa per la tivù in fondo non esiste. C’è della patologia in tutto ciò.

 

Nuove tecnologie

L’AFRICA CORRE SUI BIT

È boom in Africa per le nuove tecnologie: da Internet ai telefonini crescono gli investimenti in molti Paesi del continente, offrendo un traino all’economia e allo sviluppo. Un rapporto del Global system for mobile communication association, l’organismo che raggruppa gli operatori di telefonia mobile, stima che nel 2011 l’industria della telefonia mobile africana ha contribuito, con 56 miliardi di dollari, al 3,5 per cento del Pil del continente. Una crescita che stimola anche la produzione in loco: viene dal Congo il primo tablet ideato in Africa. A produrlo è una società con sede a Brazzaville che lo distribuirà inizialmente in undici Paesi del continente. Va migliorato, dicono gli esperti, ma l’iniziativa va accolta con favore. Un’idea nata probabilmente sulla scia della diffusione crescente, anche in Africa, dell’uso dei social network, primi fra tutti Facebook, Twitter e YouTube, che spopolano in Egitto (9,4 milioni di utenti), Sudafrica (4,8), Nigeria (4,3). 

 

“Ciak si conta”

L’ISTAT INCONTRA I GIOVANI

 

È dedicata ai ragazzi dai 15 ai 25 anni l’iniziativa “Ciak si conta”, promossa dall’Istat per presentare ai giovani il Censimento 2011, spiegarne le dinamiche e soprattutto il valore. Attraverso quegli strumenti che sono loro più familiari. I ragazzi sono chiamati a realizzare uno spot della durata di un minuto e mezzo, centrato su uno dei seguenti aspetti: far comprendere l’importanza del censimento; fornire informazioni necessarie alla corretta restituzione del questionario; evidenziare la possibilità di utilizzare il web per compilare e restituire il questionario. Per spiegare l’iniziativa saranno realizzati incontri con registi negli istituti scolastici a vocazione artistica in tutta Italia. C’è tempo fino al 29 febbraio per inviare i filmati e una giuria li valuterà assegnando i premi: ai primi tre un iPad di ultima generazione.

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