I ragazzi del 2001 e la vera maturità ai tempi del Covid-19

Una famiglia come tante e la scuola. Riflessioni di un papà: la moglie maestra, i 4 figli tra cui un maturando, il diario di un anno scolastico incredibile segnato dalle'epidemia di coronavirus

Mentre torno a casa da una giornata lavorativa nell’ospedale in tempi di Covid-19, ascolto alla radio le consuete notizie sulla situazione, sul “perché è andata così”, sulle previsioni ogni giorno diverse e ogni giorno smentite. E poi, come se fosse una nota marginale o solo organizzativa, la questione delle scuole. Riapriranno? Quando? Per chi? Qualcuno ipotizza un “6 politico a tutti”, come se questo fosse un anno scolastico di minor valore, da dimenticare…

E intanto penso alla curiosa situazione di una famiglia come tante: io faccio il medico, quindi esco di casa tutti i giorni (non è che mi senta un eroe, cerco di proteggermi e convivo con le paure di tutti, anche mie). Mia moglie, maestra, prepara schede, corregge compiti, fa lezioni da remoto, dialoga con i “suoi” bambini, ormai ragazzi di quinta elementare che le confidano la voglia di rivedersi, di salutare i compagni con cui sono cresciuti, di condividere le ansie e le paure del “salto alle medie”. E quante riunioni…

I nostri quattro figli dal mattino si preparano a una giornata di videochiamate, lezioni e corsi online. Poi ci sono le amicizie, gli innamoramenti da custodire, i gruppi di cui sono animatori da seguire… Gli spettacolari tornei di Risiko “a distanza” da organizzare per la sera in connessione con gli amici.

E c’è anche un ragazzo del 2001, il più piccolo (si fa per dire…). Che salto, da quando è cominciato l’isolamento: le lezioni online, i libri “divorati” (chi l’avrebbe detto un po’ di tempo fa…), gli scambi con i compagni, di supporto e condivisione (“ci sarà ‘sta benedetta maturità?”, “Come sarà?” “E tu, come stai?”).  Credo che nella sua bella classe non siano mai stati così amici e profondamente legati. E che non abbiano mai preso così seriamente la scuola e il loro “essere studenti” come in questi giorni.

Ci penso, e mi chiedo: cosa sarebbe stato per me l’ultimo anno di liceo, se di colpo non avessi più potuto vivere quelle ore quotidiane, le risate, le amicizie, i sogni, le paure, la “sfida” delle interrogazioni? E se fosse “saltata” l’ultima gita, l’ultima cena di classe, la vacanza al mare nell’estate dopo la maturità?

Eppure loro “vivono”, si adattano e trovano nuove strategie. Ci credono… e si impegnano. Costruiscono già da adesso un futuro che non siamo ancora in grado di vedere.

Altro che “6 politico”… Questi la maturità ce l’hanno già, ampiamente e a pieni voti! Basterebbe un loro “diario” (magari documentato con quelli strumenti informatici che sanno maneggiare molto meglio di noi, venendoci quotidianamente in soccorso).  Un diario di questi giorni: questo, per me, dovrebbe essere l’esame di maturità dell’incredibile anno scolastico 2019/2020.

 

Sulla scuola leggi anche: Scuola e coronavirus, approvato il decreto, Maturità 2020 e coronavirus, alcune proposte

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