Quella compagnia

Un incontro inaspettato, un sì impensato e la manifestazione che Dio è al nostro fianco. Storia pubblicata sul numero di agosto della rivista www.revistaciudadnueva.online 
Foto Pexels

Gli ultimi mesi sono stati molto frenetici per quanto riguarda il lavoro, che unito agli obblighi familiari per portare i miei figli a scuola e alle loro varie attività, mi ha portato a rinunciare al mio abituale allenamento mattutino. Questo ha portato a un paio di infortuni che mi hanno tenuto in sospeso e mi hanno allontanato dal giocare a calcio la domenica, quel momento personale e necessario che mi aiuta a liberare la testa dal trambusto di ogni settimana. 

Anche se andare in palestra è un’attività che trovo assolutamente noiosa, ho capito di doverlo fare per il mio benessere fisico, non solo per riprendermi da questi infortuni ma anche per prevenirne di futuri. Ma soprattutto perché sentirmi bene avrebbe senza dubbio avuto un impatto sul mio benessere generale. Anche dal punto di vista spirituale non stavo molto bene. Ero assorto nelle mie responsabilità e mi rendevo conto che il mio rapporto con Dio era un po’ distante. Al di là del dialogo occasionale con Dio in risposta a un bisogno specifico, in un certo senso notavo una sorta di distanza, una mancanza, un vuoto che mi è difficile esprimere a parole. 

Un giorno ho scelto di andare in palestra alle 7 del mattino, appena aperta. Nel contesto di quella solitudine – c’erano altre due persone – mi è venuto in mente che, invece di contare il tempo durante ogni routine fisica indicata dall’insegnante, potevo dire qualche Padre Nostro e qualche Ave Maria. Non so se sia il metodo migliore, ma improvvisamente mi ha aiutato a ridefinire quel momento e quell’attività che trovo piuttosto noiosa. 

Quando sono uscito dalla palestra era ancora molto presto e non c’era molta luce. Sono salito in macchina e all’improvviso è apparsa una giovane donna che ha bussato al mio finestrino. Con una certa disperazione mi ha chiesto se potessi darle un passaggio perché l’autobus non passava ed era in ritardo per il lavoro. Sono stato colto completamente alla sprovvista e senza pensarci ho detto di sì. 

È salita sul sedile del passeggero, carica di due zaini e con un gesto di sollievo per il favore che le stavo facendo. Il tragitto di 1,5 chilometri mi ha permesso di scoprire che si chiamava Daniela, che era una terapista e che stava andando ad assistere, come faceva ogni giorno, una donna di 88 anni che si stava riprendendo da un infortunio all’anca. Ancora oggi mi chiedo da dove sia arrivata quella donna, in mezzo al buio e alla solitudine di quella mattina. Non riesco ancora a trovare una risposta. Ma dentro di me sento che c’era una Grazia speciale a dire sì, quasi senza esitazione. Un sì che mi ha aiutato a uscire da me stesso, a vedere il bisogno degli altri e che mi ha portato un po’ di luce e di vicinanza a un Dio che si fa vivo quando meno lo immaginiamo e che mi ha detto: «Io sono con te». 

Juan Ignacio 

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