Quel pazzo pozzo dei desideri

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C’era un vecchio pozzo nel bel mezzo del cortile e i bambini si riunivano lì, quando avevano giocato troppo. Stai attento, non avvicinarti al pozzo! dicevano le mamme. Sul pozzo c’era una grata che impediva di cadere dentro, ma le vecchie grate un po’ arrugginite, si sa, possono cedere e infatti era accaduto qualcosa del genere nei dintorni. Attento oggi, attento domani… Gennaro un giorno obiettò: Quello è un pozzo qualunque, io invece ne conosco uno magico. Gli altri lo avevano guardato perplessi: davvero? Io conosco il POZZO DEI DESIDERI. Tu gli confidi un tuo desiderio e questo si avvera! aveva precisato, tracciando con il braccio un cerchio invisibile davanti a sé, sullo sterrato. Gli amici avevano lasciato i loro angoli di gioco e si erano affacciati curiosi su quel pozzo immaginario. Per un momento Gennaro si illuminò di soddisfazione: lui, che di solito non era un capo, un leader del gruppo, ora li aveva tutti lì, soggiogati da un pozzo fantastico. Era quasi il tramonto e le ombre lunghe dei bambini seduti in cerchio nel vecchio cortile, giocavano tra di loro, creando un effetto insolito e inquietante. Si era anche stranamente levato lo scirocco. Un merlo fischiò sulle loro teste e intorno sparirono le case, con i loro panni stesi, e i gerani straboccanti dai balconi. Erano da soli lì, raccolti attorno ad un cerchio magico. Comincio io! – disse Beppe -. Vorrei un computer nuovo…. Niente. Io vorrei un cellulare tutto per me…. Niente. Io tanti soldi per comprarmi un sacco di cose…. Niente. Sai cosa ti dico? – protestò Ciro con Gennaro -. Questo gioco non è per niente divertente. Il tuo pozzo è pazzo e tutto sbagliato!. Secondo me sono i desideri ad essere tutti sbagliati – disse Carmen, pensierosa -. Vorrei riprovare: io vorrei che gli uomini non ferissero più la natura!. … e tutto può cominciare proprio da te… rispose una voce che sembrava portata dal vento. I bambini si guardarono un po’ stupiti, ma non si spaventarono e Beppe riprovò. Io non vorrei più sentire parlare di guerre, di omicidi, di droga, di bambini feriti e morti per le strade… Insomma vorrei la pace!. …e tutto può cominciare proprio da te… rispose la stessa voce che sembrava portata dal vento. Il tuo pozzo dei desideri è proprio strano… osservò titubante Ciro. Però dice la verità – ammise Giovanna, che aggiunse -. Caro pozzo dei desideri, non mi sembri per niente pazzo; io invece vorrei che in classe più nessuno prendesse in giro i compagni più piccoli. Oh, per qualche scherzetto… sussurrò Ciro, subito fulminato dallo sguardo di Giovanna. Questo è un bel desiderio… e tutto comincia proprio da te. Eccirissiamo! strascicò Ciro. …E io non vorrei vedere più piangere nessuno in casa mia! sospirò Carmen. Ho anch’io un desiderio: non vorrei che i bambini come noi fossero costretti a lavorare e a non andare a scuola! sospirò Carmen, mentre Ciro bisbigliava: Io invece vorrei che nessuno debba più andare a scuola…. Ma subito Gennaro incalzò: Io vorrei che il vecchio Biagio non fosse più solo, nella sua stanza…. La voce subito rispose: Questo è un desiderio meraviglioso, ma difficile!. Beh, io vorrei un nonno, perciò potrebbe stare con noi! aggiunse subito Gennaro. Due desideri in uno… si sentì sospirare. Pozzo, pozzo dei desideri, vorrei che il mio compagno Gabriel avesse una mamma e una famiglia supplicò Carmen, pensando al nuovo compagno. Questo sì, è un desiderio difficile da realizzare, a meno che… si sentì sussurrare. Oh non c’è problema, io vorrei un fratello, quindi potrebbe venire da me! esplose Ciro. Abbiamo capito – sentenziò Beppe – la maggior parte dei desideri sono realizzabili con la nostra fantasia e la nostra disponibilità . Qualcuno precisò: Nascono dall’animo i tuoi desideri,/ se sono sinceri, se sono veri./ Con i tuoi amici realizzarli potrai/ se un cuore bambino conserverai . Il cerchio si richiuse, il vento tacque, ma nessuno si mosse. Si stava facendo buio e dalle case intorno si levarono voci di mamme: Carmen, è buio ormai…. Beppe… è ora di cena!. Gennaro, chiama anche tua sorella! Ciro!!! Sempre il solito, rispondi: dove sei?. Arrivo, sono qui, anzi: siamo in due!. Le case erano ritornate a coronare il cortile, che aveva ripreso a respirare. Niente era cambiato, ma niente era più come prima per i cinque del pozzo dei desideri. Solo si sentì sussurrare: …E tutto comincia da te….

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