Quanto ci sentiamo europei?

Ci sentiamo più europei o più cittadini della nazione alla quale apparteniamo? Abbiamo un’idea definita di cos’è e fin dove arriva l’Europa?  

Forse per la maggior parte degli europei il nome del continente in cui abitano è dovuto a quella principessa fenicia della mitologia greca – Europa – rapita da Zeus e portata a Creta. Se non altro, le numerose versioni pittoriche del «Ratto di Europa» (Tiziano, Rubens, Rembrandt, Tiepolo, Goya, Picasso…) hanno contribuito lungo i secoli a consolidare questo immaginario collettivo. Perfino il pittore e scultore colombiano Botero, quello delle figure grasse, nel 1992 ha installato all’aeroporto di Madrid una sua versione scultorea del rapimento di Europa. In realtà, però, tanti linguisti (anche se non tutti sono d’accordo) attribuiscono l’origine del termine Europa ad una radice semitica che indicherebbe il luogo dove “tramonta il sole”, cioè l’occidente. Ovviamente dal punto di vista mediorientale.

Già Tolomeo, astronomo e geografo greco del secondo secolo d.C., descrisse l’Europa nella sua Geografia, anche se con limiti che oggi consideriamo imprecisi, stabilendo i toponimi del mondo allora conosciuto. Fu poi il geografo svedese Philip Johan von Strahlenberg che, verso il 1730, propose di fissare il limite orientale del continente negli Urali. Fino ad allora, durante tutto il Medioevo, non si parlava tanto di Europa, ma di chrétienté (cristianità), un concetto più confessionale e culturale che geografico. La soluzione di von Strahlenberg, pur essendo tuttora accettata, presenta l’inconveniente di considerare (a quel tempo e anche oggi) alcuni Paesi in parte in Europa e in parte in Asia.

Cos’è l’Europa e dove finisce? Una domanda che tanti europei, soprattutto giovani, si fanno oggi. Nati in uno spazio geografico e culturale che ha subito scontri, migrazioni, invasioni, guerre e massacri, e forti influenze esterne, forse si chiedono se ha senso un’identità europea, e se questa ha una valenza geografica, culturale, politica, religiosa… o di un altro tipo.

Per misurare quanto siano “attaccati” al significato di Europa, il QoG, Quality of Government Institute, organismo indipendente fondato nel 2004 in collaborazione con l’Università di Göteborg (Svezia), ha realizzato uno studio a partire da un sondaggio rivolto a 500 persone di ogni Stato membro dell’Unione Europea. La domanda: “Su una scala da 1 a 10, dove 1 è per niente legato e 10 è molto legato, quanto ti senti legato all’Europa?”. Il risultato del sondaggio mostra un senso povero di identità europea, cioè diamo 6,68 punti al sentirsi europei, mentre all’identificarsi col proprio Paese diamo un po’ di più (7,66 punti). C’è però una differenza sorprendente tra i Paesi dell’Ue: i cittadini di Ungheria, Romania, Polonia e Lituania sono quelli più “attaccati” all’Europa, mentre Grecia, Cipro e Bulgaria mostrano una maggiore distanza. Il perché di questa diversa identificazione con l’Europa merita uno studio più approfondito.

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