Quantità e qualità del tempo con il bambino

Sia io che mia moglie lavoriamo riusciamo a vedere i bambini la sera. Inoltre non raramente siamo impegnati in varie attività il sabato e la domenica. Quando stiamo tutti e cinque insieme non è semplice riuscire anche solo a raccontarci che cosa è avvenuto durante il giorno, anche perché c’è la casa da sistemare, la spesa da fare, i compiti da finire, ecc… È una vita frenetica, e in questo periodo ci stiamo interrogando se tutto ciò sia un fattore negativo per lo sviluppo dei ragazzi. Lettera firmata Nessuno ha la ricetta magica per tutte le domande, né una soluzione per problemi complessi come quelli che voi prospettate. Tuttavia, si sente dire, ciò che conta con i figli è la qualità del tempo passato insieme . Sembrerebbe una frase buona e scontata ma rischia di essere altamente mistificatoria: con i figli (e con il coniuge, ma questa sarà un’altra rubrica!) vi è bisogno di tempo. Per avere qualità non si può prescindere dalla quantità. Vi è bisogno di tempo per imparare dai figli e per insegnare loro con la vita! Di tempo per capire il loro codice di comunicazione, per sintonizzarsi con il loro modo soggettivo di vivere e entrare in contatto con il mondo. Di tempo perché comunicare non vuole dire parlare. Comunicare è soprattutto ascoltare e solo, ed in piccola parte, dire. Relazione vera è vedere e farsi vedere, avendo il coraggio di mostrarsi per ciò che si è, in un’altalena di trasmissione a due vie: io-tu-io-tu-io-tu, per scoprirsi, in qualche attimo magico, noi. Quando ci si sente Noi ciascuno è sé stesso ma, non più solo, trova nuove risorse, nuovi stimoli, nuovi obiettivi di vita, nuova fiducia: difficile immaginare una vita felice senza un noi, difficile per un genitore pensare alla felicità che non comprenda la felicità del figlio. Non ci si può illudere: ho poco tempo, ma quel tempo lo dedico a mio figlio, cerco di giocare con lui, di insegnargli, ecc… Per carità: meglio avere poco tempo di qualità che avere tanto tempo libero e non curarsi del figlio! Ma realisticamente bisogna dire le cose come sono: i figli hanno bisogno del nostro tempo e non possiamo sperare che la relazione con loro si attivi come si accende il televisore: quando abbiamo fatto tutto il resto… Mi rendo conto, è il male minore. Ma bisogna avere il coraggio di dircelo, la società ha bisogno di averne consapevolezza: la mia produttività in termini di tempo da dedicare all’azienda o al lavoro sarà ridotta con la nascita di mio figlio. Tuttavia non sarà tempo perso ma investimento utile, per avere bambini più sereni e consapevoli, ma anche meno famiglie divise e genitori più maturi e soddisfatti!! Ma se dedicherò il tempo della mia vita al figlio, sacrificando il lavoro, le cose andranno bene? Certamente la risposta è: non basta! Avere il tempo è premessa, così come avere denaro implica la possibilità di acquistare cibo e non morire di fame. Dobbiamo imparare, giorno dopo giorno, che la nostra efficacia di genitori non sarà tanto nell’insegnare con le parole ma nel testimoniare con la vita. Quindi paradossalmente per avere bambini sani ed equilibrati la via migliore è cercare il proprio equilibrio e coerenza di vita! La crescita ottimale di un bambino, nella nostra società opulenta, è oggi non tanto condizionata da carenze alimentari o da patologie, quanto dall’ambiente familiare e dall’aria che ha respirato. Saranno il sapore dell’ accudimento amorevole sperimentato, ma anche l’amore e l’armonia che i genitori hanno saputo vivere tra loro e con la famiglia d’origine, i doni più o meno dolci che un figlio porterà in eredità tutta la vita.

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