Quando amicizia fa rima con santità

Carlo e Alberto, genovesi, amici inseparabili muoino a distanza di 40 giorni. Li legava l'amore per le vette e la scelta di Dio sopra ogni cosa.
Carlo Grisolia e Alberto Michelotti
Carlo Grisolia e Alberto Michelotti, l’uno timido, l’altro estroverso.Il primo un antileader, l’altro un leader. Entrambi di Genova, entrambi appassionati di montagna,amici, affascinati dall’ideale dell’unità di Chiara Lubich. Alberto studente di ingegneria muore cadendo in un burrone ghiacciato. Carlo invece studiava agraria e mentre svolge il servizio militare, gli viene diagnosticato un tumore tra i più maligni. Muore a 40 giorni di idtanza dall’amico. La loro storia è raccontata nel libro di Michele Zanzucchi: Il tuffo in Dio, i 40 giorni di Carlo e Alberto (ed. Città Nuova). Riportiamo qualche passaggio per conoscere questi due giovani amici, per i quali è stato avviato il processo di beatificazione.

 

Carlo scrive ad un amico.

« Non ti devi preoccupare dei tuoi alti e bassi:la vita è fatta così dobbiamo accettarla ( e questo me lo conferma la musica: le melodie anche le più belle non sono frse fatte di toni alti e bassi?); l’importante però è di riconoscere in ogni cosa Gesù e ringraziarlo, anche se in quel momento soffriamo come cani. Ma perlatro Gesù è morto in croce prprio per darci la possibilità che, anche quando siamo giù di morale per qualsiasi motivo, noi siamo sempre come lui».

 

«Devi aver fede Fernando; se per caso vedi che ti manca, non ti preoccupare, ce la metto io per te (Sempre ammesso che ne abbia). Ma tu non ti preoccpuare se senti o non senti Dio, lasciati andare lo stesso. E’ un salto nel buio, ma devi farlo, solo così troverai la luce, non aspettare, non perdere tempo. Chissà quanta gente, quanti ffratelli attendono di trovare Dio attraverso di te».

 

Alberto diceva agli amici.

« Lentamente la mia vita sta cambiando: c’è qualcuno che entra sempre più nella mia giornata: è Gesù. Certi giorni corro per tutta la città, in qualche chiesa c’è l’ultima messa: lì posso incontrarmi con lui nell’eucarestia; per riuscirci esco prima dall’università, salto da un autobus all’altro; ad un tratto penso: " Alberto, un mese fa queste cose non le avresti fatte per nessuno, nemmeno per la tua ragazza"».

 

In un biglietto

« Ora c’è questo momento da vivere, bisogna stringere i denti, attaccarsi con le unghie a questo attimo presente che mai riesco a vivere bene. Gesù la cosa che sento che vale sei tu, tu che mi ami così come sono, così pieno di dubbi, di pensieri, di orgoglio, di falsità, di paure. Tu mi ami. Gesù non ti lascerò mai».

 

In una cartolina dalla Valle d’Aosta

«Il paradiso è come questa vetta. Bisona saperlo conquistare a qualunque costo. Anche a costo di lasciare a valle le cose più care, sicuri che se è sua volontà poi si ritrovano».

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