Putin dopo Putin

Vladimir Putin è la principale istituzione politica in Russia. Non solo gode di un grande sostegno popolare: un sondaggio fatto a settembre dice che il 64 per cento dei russi sarebbe disposto a votare per Putin in una eventuale elezione presidenziale, avendo creato una serie di strutture che si riferiscono a lui. Il partito Russia Unita è nato e cresciuto avendo come sola ideologia l’appoggio a Putin. Il partito Russia Giusta, generato l’anno scorso nei corridoi del Cremlino con lo scopo di diventare il secondo partito della Duma di Stato, si è presentato al pubblico sottolineando il suo legame stretto col presidente. Una buona parte delle risorse finanziarie della Russia sono controllate da persone di fiducia del leader del Cremlino, alle quali si aggiungono tanti privati che, per convinzione o convenienza, cercano di dimostrare la piena devozione a Vladimir Putin. Tutto ciò fa pensare che Putin potrebbe diventare capo del governo, avendo egli ripetutamente affermato di non volere alterare la Costituzione per candidarsi al terzo mandato consecutivo. Accettando di partecipare alle elezioni parlamentari come capolista di Russia Unita, Putin si garantisce un ulteriore mandato popolare, il che potrebbe significare che il presidente non è abbastanza sicuro dei suoi stessi alleati. Russia Unita, già dominante, crescerà ancora spinto dal nome di Putin, a spese del neonato Russia Giusta e, forse, anche del Partito liberale democratico di Vladimir Zhirinovski. Siccome le recenti riforme della legge elettorale hanno portato al 7 per cento il minimo dei voti necessari per avere accesso al parlamento, la Duma rischia di diventare un’assemblea di sostenitori di Vladimir Putin, con una piccola presenza del Partito comunista. Sembra dunque, ormai, non aver molta importanza il nome del prossimo presidente. Non occorrono alterazioni della Costituzione perché la maggior parte dei poteri si trasferiranno dal Cremlino alla Casa Bianca quando Putin diventerà capo dell’esecutivo. La recente tradizione politica della Russia ha già buoni esempi di come il campo di manovra del primo ministro dipende soprattutto da chi occupa quella poltrona. Evgeni Primakov ha avuto più poteri di Sergei Kirienko, così come Putin, quando è stato capo del governo, aveva più autorità di Sergei Stepascin. Comunque il capo del governo non è il presidente, e Putin spera certamente di ridiventare presidente tra quattro anni… o forse prima.

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