La vittoria di Antonio Decaro alla presidenza della Regione Puglia era preventivata e il 65% degli elettori ha solamente confermato il pronostico contro il 34% del rivale di centrodestra Luigi Lobuono.
La tornata elettorale, però, ha un altro vincitore annunciato: l’astensionismo.
Tra le tre Regioni in cui i cittadini sono stati chiamati alle urne, la Puglia è quella che non ha superato il 41% degli aventi diritto al voto, registrando il dato più basso. Al di sotto del 50% si sono fermate anche Campania e Veneto.
Se da un lato le previsioni non lasciavano presagire colpi di scena in terra pugliese a favore della vittoria del centrosinistra – anzi, della figura politica regionale che rispecchia maggior consenso –, dall’altro la disaffezione e il disinteresse per la politica si sono confermati dilaganti.
Accanto all’uomo forte che dal Parlamento europeo è tornato nella sua regione per prolungare il predominio del centrosinistra dopo l’era Emiliano e Vendola (candidato con Verdi e Sinistra, ma escluso dal consiglio regionale), le cabine elettorali sono state frequentate a singhiozzo.
Un senso di pacata rassegnazione è emerso anche tra le persone che si sono recate al seggio nei giorni 23 e 24 novembre. Spesso, dopo aver inserito la scheda nell’urna, hanno giustificato rapidamente il loro gesto appellandosi al senso di responsabilità come cittadini, pur affermando di non sentirsi rappresentati da alcun partito e mostrando comprensione verso chi ha scelto di non votare.
Forte è la delusione verso la classe politica. Senza dubbio, maggiore sensibilità al tema elettorale proviene dalla popolazione anziana: molte persone, pur limitate da malanni fisici, si sono rivelate esempio di coerenza, chiedendo anche informazioni sull’affluenza ai presidenti di seggio. Sono loro a incarnare ancora un senso di rispetto per il diritto al voto.
Eccezione fatta per pochi diciottenni accompagnati dai familiari, i giovani ai seggi erano una minoranza. Le nuove generazioni restano i grandi assenti quando sono chiamate a esprimere le proprie preferenze. Su questo dovrebbe interrogarsi l’intera classe politica: meno etichette, più ascolto. I giovani non si sentono identificati, e non può essere solo responsabilità loro. In fondo, le manifestazioni e l’impegno sui grandi temi sociali e geopolitici dimostrano che i giovani possono giocare un ruolo determinante.
Il neogovernatore Decaro, sin dalla campagna elettorale, punta a valorizzare le risorse giovanili offrendo proposte che permettano loro di crescere nella propria regione. Ma particolare attenzione sarà inevitabilmente posta sulla questione dell’ex Ilva e sulla sanità. Proprio sulle liste d’attesa delle visite mediche è stata posta l’attenzione fin dalle prime battute, con la proposta di tenere aperti gli ambulatori fino alle 23 e anche nei giorni festivi.
Mentre i tempi per la formazione della giunta si allungano, Decaro – a poco più di una settimana dal voto – ha visitato il presidio territoriale assistenziale di Noci (Bari) per parlare con gli operatori sanitari e ascoltare i pazienti.
In un Paese che invecchia, obiettivamente, l’apparato sanitario va reso più efficiente possibile, nel minor tempo possibile.