Prove, dolori e libertà

«Per me è un periodo di prove e domande… Sinceramente non reputo che siamo veramente liberi: se ci capita un dolore, che scelta possiamo fare? Inevitabilmente dobbiamo accettarlo e sento le “grandi sofferenze” nella mia vita come scossoni alla fiducia in Dio. So che dietro le prove c'è un suo amore più profondo, ma che libertà abbiamo nel viverle?».  F.C.
Giovani

Il cammino per essere persone realizzate, capaci di amore vero, ha in sé anche prove e domande da guardare non come interruzioni, ma momenti essenziali del nostro procedere. Immagina se, invece che un cammino fatto di luci e ombre, salite e discese, vivessimo in una realtà statica, apparentemente perfetta, ma senza vita, senza possibilità di dare qualcosa di nostro. Saremmo più liberi o saremmo marionette?

 

E i dolori? Non li provoca Dio. Ci sono, fanno parte del cammino. Sta a noi accoglierli e superarli: se ce li togliesse senza farcene partecipi, ci tratterebbe da bambini e farebbe come quei genitori che, evitando ai figli ogni difficoltà, fanno poi sperimentare loro un senso di inutilità e incapacità.

 

Accettando e superando i dolori, ci alleniamo ad amare, perché il vero amore è dono, e donare vuol dire privarsi, e privarsi è dolore che però acquista senso perché è amore.

Gesù ci ha dato l’esempio: poteva cambiare il mondo con una sola parola ma ha scelto di donare la vita per noi, “perdendola” sulla croce. Anche lui ha avuto paura e ha domandato di allontanare il calice; quindi non dobbiamo vergognarci di avere paura ma potremo procedere sul cammino con l’aiuto suo e di tanti che ci sono affianco.

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