Proteggere i ragazzi su Internet si può. Anzi si deve.

Se volete un esperto di nuove tecnologie capace di parlare con i ragazzi e con i tecnici delle scuole, allora Michele Crudele è l’uomo che fa per voi. Consulente del Moige (Movimento italiano genitori) è impegnato in prima persona per la sicurezza dei giovani su Internet e il loro inserimento nel mondo del lavoro (vedi box). Con lui cerchiamo di entrare in questo mondo della Rete che, a torto o a ragione, tanta paura incute in larga parte dei genitori. Perché sono importanti i filtri su Internet? Sono fondamentali per arginare una situazione che è diventata catastrofica: i ragazzi, ma anche i bambini, cercano ormai la soluzione dei loro problemi su Internet, compresi quelli affettivi e di salute. Le risposte che trovano possono essere assolutamente devastanti. Purtroppo Internet, che è nata per scopi scientifici e di diffusione della conoscenza, si è riempita di contenuti pericolosi. Prendiamo il caso dell’anoressia: ci sono siti che spiegano come essere anoressici e perché è bello essere anoressici. Spiegano come fare a vomitare senza che la mamma se ne accorga e come puoi evitare di aver fame, quali farmaci prendere e così via. Cose devastanti per un ragazzo o una ragazza. Fino a quale età i filtri sono indispensabili? Sempre, anche per gli adulti. Avere un sistema di filtro a casa significa evitare di capitare per caso in siti pornografici, che spesso sono diffusori di virus, o in altri tipi di pagine con contenuto maligno. Il filtro rende quei siti inaccessibili . Ma cosa sono questi filtri? Sono pacchetti software personalizzabili, nel senso che il genitore può decidere se lasciare più o meno spazio a determinati argomenti piuttosto che ad altri. Naturalmente questi pacchetti non sono perfetti, qualcosa passa, per cui per i bambini più piccoli preferisco parlare di biblioteca di casa, che significa in buona sostanza fare il ragionamento al contrario: non togliere quello che non va, ma decidere quello da permettere. I filtri si pagano? In questo momento Windows Vista ha il filtro incorporato e quindi non si paga. Per i bambini è suggerita l’opzione la biblioteca di casa, ma c’è ampia libertà di configurare le restrizioni per diversi livelli di età. Con Windows XP si può utilizzare un servizio gratuito di Microsoft che si chiama Family Safety. Ma un padre o una madre di famiglia che non sono esperti di computer che devono fare? Possono andare sul sito www.ilfiltro.it dove trovano tutte le istruzioni, comprese le animazioni su come fare. Sul sito si possono anche rivedere alcune mie lezioni, tenute in varie scuole, su sicurezza informatica e tematiche affini. Quindi riassumendo, lei suggerisce per i bambini piccoli la biblioteca di casa e per i ragazzi il filtro. Sì, il genitore imposta i vari livelli per i vari figli, dichiarando tutti gli indirizzi di posta elettronica dei ragazzi. Questo va ripetuto per ogni Pc di casa. In una scuola si può fare a livello centrale, sul proxy. Anche Messenger, il prodotto per chattare (parlare) su Pc, può essere filtrato? L’ultima versione di Live Messenger può essere gestita da Vista e da XP con Family Safety, inibendone completamente l’uso o delegando al genitore la gestione dei contatti. In questo modo il bambino può chattare solo con persone note ai genitori, impedendo a eventuali pedofili qualsiasi adescamento . Magari il genitore non sa nemmeno usarla Internet e tantomeno impostare i controlli… Bisogna imparare con i figli e imparare da loro. Non c’è alternativa, bisogna mettersi al loro fianco. Il figlio adolescente potrebbe non essere molto felice di questa intrusione. Ci sono due logiche da mantenere. La prima è aver deciso fin dall’inizio di mettere il computer al centro della casa e non nella sua cameretta. Questo lo dice anche la polizia postale. Sul sito www.ilfiltro.it c’è il link ad un bellissimo filmato di quattro minuti che conviene vedere con i figli. Si intitola Occhi che non guardano, con Giancarlo Giannini, e racconta la storia di un adescamento e di una intercettazione. Il messaggio nei confronti dei genitori è: Se non guardi che cosa fa tuo figlio, il silenzio di un bambino può essere la voce di un pedofilo. Quindi, primo punto: mettere il computer al centro della casa; secondo: dialogare con i figli, continuamente. Parlare di Inter- net e delle cose che succedono, in modo che diventi un argomento normale di conversazione e tutto quello che fanno su Internet sia condiviso. Non dico che sia facile, soprattutto quando i figli sono grandicelli e non si è impostato bene sin da piccoli il rapporto con i genitori. Ultimamente un padre è stato condannato perché cercava di vedere cosa il figlio scambiava come messaggi sia sul cellulare che con Messenger. Mi sembra un’esagerazione poco sensata. Se un padre non può controllare quello che fa un figlio non c’è più la famiglia, e il minore resta indifeso. Se decido di non fare attraversare l’autostrada a piedi a mio figlio piccolo non gli sto limitando la libertà, gli sto salvando la vita. Per questo penso che questa sentenza sia pericolosa. Ricordiamoci che un educatore agisce come un tutore per una pianta: non impone di crescere in una certa direzione, ma ne tutela le radici evitando che il vento le strappi. Stiamo attenti a non confondere la censura, che è la privazione del diritto all’informazione, con la protezione, come la mascherina per l’inquinamento o le infezioni. Ho coniato il motto: L’acqua è buona, ma se non è pura va filtrata. Anche Internet. Mi sembra che spieghi il concetto abbastanza chiaramente. A quanti anni darebbe Messenger a un figlio? Posso anche darglielo a sette o otto anni purché il sistema sia impostato per farlo dialogare solo col suo gruppetto di amici. Come dicevo, c’è un’apposita opzione di non accettare caramelle dagli sconosciuti da impostare se non lo è già, come dovrebbe. Ovviamente parliamo qui solo di Messenger perché in Italia ha quasi il monopolio tra i sistemi di messaggeria istantanea, così come Google lo ha tra i motori di ricerca. Bisogna aver paura di Internet? Qualche genitore è spaventato… No, non bisogna aver paura, Internet è una grande opportunità. A questo proposito vorrei citare Giovanni Paolo II quando, nella sua lettera Il rapido sviluppo, dice Non abbiate paura delle nuove tecnologie!. Poi direi ai genitori di darsi da fare: tutte le generazioni hanno contestato la generazione precedente, ma questa è la prima in cui i figli ne sanno di più dei genitori, per cui bisogna farsi insegnare dai figli, andare a scuola dai figli. Quando torni a casa dal lavoro, invece di metterti in pantofole a guardare passivamente la tv, magari il Grande Fratello, mettiti accanto a tuo figlio o tua figlia e gioca o lavora su Internet insieme a loro: è un investimento per il loro futuro e per il tuo, perché avrai meno problemi quando sarà grande. Quali sono i rischi per un ragazzo che mette su YouTube i suoi filmati? Se quel ragazzo fosse mio figlio gli direi: Tu adesso hai il tuo blog con le tue foto e i tuoi video visibili in tutto il mondo. Su YouTube fai vedere le tue bravate, in cui magari combini qualche guaio. Tra dieci o venti anni andrai a lavorare. Il tuo datore di lavoro farà una ricerca su di te, su Internet, scoprirà queste cose e non ti assumerà. È giusto copiare e scambiare canzoni col peer to peer (P2P), cioè tra computer? Nel mio lavoro cerco di far capire ai ragazzi che questo è un modo per distruggere il mercato musicale. Se io compro un cd e ne faccio una copia per me e mio fratello non succede niente. Se questa copia invece la distribuisco a migliaia di persone, alla fine chi ha prodotto quel cd non potrà pubblicarne altri. Tra l’altro la Polizia Postale ci tiene a precisare che, poiché quando si scarica con un P2P lo si mette normalmente anche in condivisione, si commette un reato penalmente rilevante e non si è soggetti solo a sanzione amministrativa. Il meccanismo vincente è quello che ha creato la Apple con iTunes: con un euro si scaricano legalmente le canzoni. In America la cosa ha avuto un grandissimo successo. In Italia invece si preferisce spendere in tante altre cose futili e in più ci si dimentica che un Pc sempre acceso per poter scaricare costa più di 200 euro l’anno di energia elettrica e Internet. Lei è ottimista o pessimista per il futuro? Sempre ottimista, se non altro perché sono cattolico e un cristiano non può essere pessimista. Umanamente, forse l’ho ereditato da mia madre. E comunque nel mio caso l’ottimismo è dato anche dalla capacità di battagliare e di vincere, per cambiare in meglio l’esistente. FORMARE AL LAVORO Michele Crudele è il direttore del Centro Elis. Giovanni XXIII affidò all’Opus Dei l’incarico di creare un centro internazionale per la gioventù lavoratrice nel quartiere Tiburtino, allora periferico: nacque nel 1962 l’Associazione Centro Elis, con cattolici e non cattolici impegnati nel compito di formazione dei giovani. Elis offre corsi per la formazione al lavoro dai 14 anni in su, insieme a scuole sportive e una biblioteca di quartiere. L’offerta formativa si estende a tecnici e professionisti di oltre trenta società del settore Ict, energetico e industriale. Praticamente la totalità degli studenti trova lavoro in breve tempo. Elis è anche Ong per la cooperazione allo sviluppo.

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