Pronti al decollo

Non è ancora ultimato e già detiene un primato: è il primo aeroporto ad essere realizzato ex novo in Italia, se si eccettua Fiumicino (costruito grazie ad una legge ad hoc dello Stato) e Malpensa, che si configura non già come nuovo aeroporto, bensì come rifacimento di uno scalo preesistente. Negli ultimi cinquant’anni in Italia non è stato costruito nessun nuovo aeroporto e se si pensa che quello in fase di realizzazione è uno scalo che nasce nell’estremo sud siciliano, la cosa non è da poco. Il fatto è che molto spesso i siciliani o sono rassegnati o sono intraprendenti, direi di più, caparbi. E in questo caso è stata la caparbietà di due comisani, vecchi compagni di liceo, ad approdare ad un risultato senza precedenti da queste parti. I due in questione rispondono al nome di Gianni Scapellato e Giuseppe Digiacomo. Il primo è esperto di strategie e pianificazioni aeronautiche, dopo essere stato vice direttore di aeroporto a Malpensa e direttore a Rimini. Il secondo protagonista della vicenda, Digiacomo, è da otto anni sindaco dell’ex città dei missili. Questo scalo ci rende più vicini al mondo intero – afferma – e sarà sicuramente una grande occasione per tutta la Sicilia sud orientale. Anche se realizzarlo ha comportato l’avvio di procedure molto complesse, si è visto che la laboriosità e l’intraprendenza nella Val di Noto non mancano. La proposta del nuovo scalo era arrivata dalle parti di palazzo Chigi nel 1998, appena qualche settimana dopo la prima elezione del sindaco Digiacomo. E l’anno dopo, Comiso si trovò ad essere protagonista di una vicenda destinata a passare alla storia: l’ospitalità di seimila profughi kosovari. Per la città fu una scommessa ed un’occasione. L’allora governo D’Alema promise che a Comiso sarebbe stato ricostruito quello che, sorto nel 1937 come aeroporto militare e successivamente usato per un breve periodo, a cavallo degli anni Settanta, come scalo civile, era stato infine dismesso. Dalla proposta alla promessa e, infine, alla realizzazione il percor so, si può ben immaginare, non è stato per nulla facile. In Italia manca una legge che dica come va realizzato un aeroporto, mi spiega Gianni Scapellato e dunque dalla progettazione alla gestione abbiamo dovuto capire da noi come fare, attraverso un percorso di atti amministrativi, in collaborazione con la Regione Sicilia, l’Enac…. Mille ostacoli, diatribe politiche, burocrazia lenta… ma anche una serie di circostanze fortunate. Non ultima, quella che ha permesso all’amministrazione comisana di utilizzare (unico caso in Italia) quella norma di legge inserita nella Finanziaria del 2003, che prevedeva che se un bene demaniale viene utilizzato da un ente pubblico territoriale per la realizzazione di un’opera pubblica, la proprietà di quel bene si trasferisce all’ente pubblico. Una norma intercettata abilmente dall’esperto Scapellato e che portò il consiglio comunale di Comiso, nell’estate del 2004, alla decisione di acquisire l’area da utilizzare per la realizzazione dell’aeroporto e di iscriverlo al demanio comunale. La realizzazione dello scalo sta impegnando, in questo momento, poco più di 100 operai, tutti dipendenti della C.f.c. di Santa Venerina (CT), un’impresa siciliana che ha scommesso sulla realizzazione di questa grande opera infrastrutturale. Abbiamo voluto cimentarci con quest’opera – afferma Massimo Coniglio, uno dei due soci che hanno costituito il consorzio C.f.c. – che può farci compiere il salto di qualità. E’ dura, ma con un lavoro serio e puntuale, ci stiamo riuscendo. Ci si può chiedere se il cantiere non abbia ricevuto le attenzioni dei gruppi criminali. No – risponde Coniglio -, il nostro lavoro, per fortuna, si sta svolgendo serenamente. Noi abbiamo firmato un protocollo di legalità con il comune, la Prefettura e la Guardia di Finanza. Siamo stati sottoposti a controlli costanti. Abbiamo delle regole rigide per l’affidamento dei subappalti. Tutto si sta svolgendo nel pieno della legalità e con il massimo di tutela da parte degli organi dello Stato. E nella linea della trasparenza si inserisce anche il percorso di chiunque voglia cercare uno sbocco professionale nell’area dell’aeroporto. Il comune di Comiso ha infatti deciso di affidare ad una agenzia per il lavoro, la Adecco appunto, la formazione e la selezione delle figure professionali che opereranno all’interno dello scalo. Come pure nell’indotto, nei servizi, nel turismo, nella ristorazione, nei trasporti. Ed anche tra gli imprenditori iblei non mancano le idee. Rosario Dibennardo, presidente provinciale di Federalberghi, mi racconta il fermento in atto: Siamo tutti consapevoli di avere fra le mani un’occasione di sviluppo importante. L’aeroporto potrà fare da volano per il turismo della nostra zona. La provincia di Ragusa non ha un territorio molto esteso, però presenta ottanta chilometri di costa, le montagne, vanta una cultura che ha il suo punto di forza nel Barocco, un clima favorevole. Per non parlare della sua enogastronomia conosciuta anche all’estero. In questa terra, che il film del commissario Montalbano ha notevolmente contribuito a rendere nota, gli albergatori, continua Dibennardo, hanno già avviato la riqualificazione e l’ampliamento della loro offerta. E sono già in atto contatti con le compagnie aeree che vogliono essere rassicurate riguardo la disponibilità di posti letto per i loro impiegati e per i loro passeggeri. Un’occasione, insomma, da cogliere, è il caso di dirlo, al volo. Chi già si è aggiudicato un pezzo importante, e cioè la gestione dello scalo, è stata la Sac di Catania, che, con il socio di finanza Interbanca, ha avuto la meglio sulla Sea di Milano. L’aeroporto di Comiso, a detta del presidente della Sac, Stefano Maria Ridolfo, avrà un ruolo importante soprattutto nel settore charter, voli low cost e cargo fino a Stoccolma e al Cairo. Anche se non si escludono, a detta di Scapellato, voli giornalieri per Roma e Milano, almeno per cominciare . In quanto al nome del futuro scalo, alcuni intellettuali siciliani (i rettori delle università dell’isola, lo scrittore Andrea Camilleri, il regista Giuseppe Tornatore), hanno proposto il nome di Pio La Torre, l’uomo politico del Pci siciliano in prima fila per la pace e nel mettere in guardia contro i rischi dell’infiltrazione mafiosa anche nell’allora base missilistica. Si deve pure a lui l’approvazione della legge Rognoni- La Torre che introdusse nel codice penale il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, uno strumento normativo importante per perseguire la criminalità mafiosa. Venne ucciso il 30 aprile di 25 anni fa, mentre si preparava ad andare proprio a Comiso dove l’indomani avrebbe dovuto tenere un comizio. Per questo il volo inaugurale del nuovo aeroporto (che comunque verrà ultimato in dicembre) è stato fissato per il 30 aprile. Il primo ad atterrare è un airbus della presidenza del Consiglio. E lo scalo si chiamerà Pio La Torre. Perché la Sicilia ha voglia di decollare. BREVE STORIA DELL’ AEROPORTO L’aeroporto Vincenzo Magliocco di Comiso negli anni Trenta viene considerato il sito giusto per ospitare un aeroporto militare, punta avanzata nel Mediterraneo. Raso al suolo nel periodo bellico, rimane chiuso dopo il secondo conflitto mondiale, riprende una breve attività tra gli anni Sessanta e Settanta. Viene chiuso nel 1971, ma resta sede di Comando dell’Aereonautica fino 1997. Nel 1981 l’area viene destinata ad ospitare una base missilistica Nato e qui vengono installati i famosi missili Cruise a testata nucleare. Dopo gli accordi di Washington del 1987, inizia lo smantellamento della base, che sarà completato nel 1991. Tra le ipotesi di riconversione della base prevale quella di far tornare in vita il vecchio aeroporto. E arriviamo alla storia recente con i lavori iniziati due anni fa. Il nuovo aeroporto avrà una pista di lunghezza di 2460 metri, un’aerostazione con 10 banchi check-in e piazzola di sosta per 250 autoveicoli. Una norma recente ha previsto l’ampliamento della superficie di sicurezza alle due estremità della pista, dapprima di 90 mt per 90. Ora, quell’area sarà 150 per 240. Questo ha reso necessaria l’approvazione di una perizia di variante di 1.700.000 euro – spiega il direttore del cantiere Salvatore Russo – che è stata approvata il 4 ottobre scorso. Il termine per la conclusione dei lavori si allungherà di 227 giorni. Le opere Air Side (la pista di volo, la via di rullaggio degli aerei, la torre di controllo) saranno completate entro il 17 luglio 2007. Il completamento dell’opera slitta invece al 31 dicembre, quando saranno pronte anche l’aerostazione, le aree di parcheggio, la caserma dei vigili del fuoco, la fascia di viabilità perimetrale.

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