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Pronti a combattere? Le alternative al riarmo in Europa

di Carlo Cefaloni

- Fonte: Città Nuova

Carlo Cefaloni

Si rischia il baratro come nel 1914 secondo Mattarella. Migliaia di truppe polacche sono schierate al confine con la Russia. Dall’Italia le proposte della Contro Cernobbio alternative al Rearm Eu ribadito dalla von der Leyen nel discorso all’Unione

Membri esercito francese durante la cerimonia annuale sulla presa della Bastiglia. Foto Ansa

La crisi dell’Europa ha il volto di Ursula von der Leyen convocata a fini luglio 2025 da Trump in un golf club scozzese, per ricevere le regole sui dazi commerciali e le quote di armi da acquistare dagli Usa con destinazione Ucraina.

Quell’immagine ha nuociuto molto al consenso già calante dell’esponente politica tedesca, tanto che una parte dei socialisti e democratici non nasconde l’intenzione di promuovere un cambiamento al vertice della Commissione europea ridefinendo i termini dell’accordo vigente con popolari, liberali e verdi. La maggioranza Ursula non c’è più”, come ha scritto  Gianni Borsa, presidente Ac ambrosiana ed  esperto di politiche europee da noi già intervistato, in forza di un avvicinamento progressivo alle tesi delle destre sulla questione del contrasto al cambiamento climatico e sulle regole per l’immigrazione.

Ad ogni modo, non avranno ancora successo le mozioni di sfiducia presentate periodicamente contro la von der Leyen in maniera distinta da parte della sinistra e dei “patrioti” della destra.

EPA/JAKUB KACZMARCZYK POLAND OUT

L’elemento tuttora decisivo per la tenuta della Commissione è il piano di riarmo condiviso anche da parte dell’opposizione, che porterà all’impegno di 800 miliardi di euro entro il 2030 secondo la strategia di trasformazione dell’intera economia in assetto  di guerra secondo la famosa definizione usata da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo durante la prima commissione von der Leyen.  E su questo punto si è incentrato  il discorso sullo “Stato dell’Unione europea” che la von der Leyen ha pronunciato il 10 settembre al Parlamento europeo con toni perentori, affermando che «l’Europa difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio».

Il clima è pesante su tutto il continente europeo, come testimonia l’allarme lanciato dal presidente Sergio Mattarella in visita in Slovenia che ha parlato di una situazione simile a quello del 1914, anno di inizio della “grande guerra”. L’innesco della tragedia senza ritorno può partire da qualsiasi episodio incontrollabile, effettivo o meno che sia. La presenza di droni russi in Polonia denunciata in queste ore ne è solo un esempio possibile.

Ambrosetti Forum 2025.
ANSA/MICHELE MARAVIGLIA

Lo stesso Mattarella ha inviato un lungo messaggio al Forum Ambrosetti per ribadire che «il mondo ha bisogno dell’Europa per ricostruire la centralità del diritto internazionale, che è stata strappata, e per rilanciare la prospettiva di un multilateralismo cooperativo».

Il Forum Ambrosetti, dal nome di una società di consulenza lombarda, si svolge ogni anno nel paese di Cernobbio presso una prestigiosa villa sul lago di Como, e raduna gli esponenti della classe dirigente italiana e europea per discutere sulle prospettive sociali ed economiche planetarie. Uno dei tanti luoghi dove si entra per cooptazione, con l’accesso protetto da un cospicuo schieramento di polizia, dove ha trovato spazio, tuttavia, anche il forum della Contro Cernobbio promossa da Rete italiana pace e disarmo assieme alla campagna Sbilanciamoci per offrire una proposta radicalmente alternativa a quella della Commissione von der Leyen.

L’analisi parte dalla stessa consapevolezza espressa da Mattarella sulla drammaticità di un tempo segnato dall’ineluttabilità della guerra percepita come  negazione e fallimento della politica. Un tempo che si fa “breve” perché si prevedono decisioni non ponderate e urgenti legate al riarmo e a un cambiamento di rotta nella politica internazionale.

Secondo le associazioni e movimenti radunati nella Contro Cernobbio, «la scelta del riarmo porta alla guerra, all’economia di guerra, impone la legge del più forte distruggendo il sistema del diritto internazionale. Il governo europeo, il governo italiano, scegliendo la strada del riarmo, imposta dalla nuova amministrazione Usa, di fatto ed in modo irresponsabile si stanno preparando alla guerra abbandonando lo spirito ed i valori fondanti  della Carta delle Nazioni Unite, del Trattato di Lisbona e della Costituzione Italiana. Un salto nel buio, una folle corsa verso la terza guerra mondiale, nucleare».

L’ammassamento in queste ore di oltre 40 mila soldati in Polonia sul confine con Russia e Bielorussia non è questione di esibizione teatrale: la scintilla è pronta ad esplodere, costringendo in poco tempo a rispondere alla domanda sulla disponibilità a combattere come annunciato dalla von der Leyen inviando le proprie truppe, come promesso dalla coalizione dei volenterosi che più volte si sono riuniti per definire le modalità della propria presenza militare in Ucraina.

Secondo i sondaggi più accreditati pare che la maggioranza della popolazione italiana sia in linea con la posizione contro il riarmo ma, paradossalmente, tale orientamento non è capace di incidere a livello elettorale fugando ogni timore tra i convegnisti del Forum Ambrosetti.  È vero infatti che solo il 16% degli italiani secondo il Censis sarebbe disposto ad andare in guerra ( o mandarci i propri figli), ma già in altre epoche della storia una minoranza decisa è riuscita ad imporsi sulla massa grazie anche ad una formidabile macchina mediatica e al silenzio di chi non se l’è sentita di chiamare alla disobbedienza civile.

Ad ogni modo, i promotori della Contro Cernobbio hanno lanciato una serie di iniziative a livello nazionale ed europeo. Cento appuntamenti in tutta Italia sono previsti, ad esempio, in  occasione della discussione della legge di Bilancio in parlamento, l’atto decisivo in cui si definisce la reale allocazione delle risorse pubbliche.

ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

A dispetto di un certo ricorrente pessimismo nei confronti della reale mobilitazione delle coscienze, si registrano nel Paese segnali nuovi come la vasta partecipazione popolare al lancio della Sumd Flottillia, la marea di imbarcazioni in viaggio da diversi porti europei per raggiungere la Striscia di Gaza per rompere in maniera nonviolenta l’assedio, far smettere i bombardamenti e permettere la consegna del cibo per evitare la morte per carestia della popolazione palestinese.

Un esempio concreto dell’Europa di cui il mondo ha bisogno.

 

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