Attraverso l’organizzazione dell’African Climate Week a Libreville, Gabon (29 agosto-2 settembre) – a margine della Cop27 in programma in Egitto nel prossimo novembre – emerge quanto gli africani prendano a cuore l’ambiente e gli effetti dei cambiamenti climatici. Un rapporto della Banca africana di sviluppo (Afdb) segnala almeno 7 paesi del continente che hanno fatto della crescita verde un tema importante.
La crescita verde riguarda la promozione della crescita economica e dello sviluppo, garantendo al contempo che l’ambiente naturale continui a fornire risorse e servizi. La crescita verde mira infatti al rispetto della biodiversità, delle risorse naturali, ma anche delle condizioni di lavoro. Inoltre, l’economia verde comporta anche il controllo delle emissioni di gas serra, riducendo l’uso di combustibili fossili.
In un recente rapporto, l’Afdb evidenzia che i paesi africani aspirano sempre di più ad una crescita verde. Un rapporto congiunto dell’Afdb e del Global Green Growth Institute (Gggi) analizza l’impegno per la crescita verde in sette paesi africani: Marocco, Tunisia, Kenya, Ruanda, Senegal, Gabon e Mozambico.
“Kenya, Marocco e Tunisia, in particolare, hanno sancito nelle loro costituzioni il diritto dei cittadini a un ambiente pulito e sicuro. Ruanda, Kenya, Marocco, Senegal e Mozambico hanno adottato strategie nazionali di crescita verde e resilienza climatica”, afferma il rapporto dell’Afdb firmato dal responsabile del cambiamento climatico e della crescita verde, Al-Hamndou Dorsouma. Aggiungendo che investire nella resilienza richiede naturalmente interventi politici e finanziamenti adeguati.
Malle Fofana, direttore dei progetti del Gggi, ha spiegato inoltre che lo studio congiunto dedicato alla crescita verde prende in considerazione anche la preparazione pubblica e le competenze di ricerca necessarie per l’attuazione della crescita verde, evidenziando le informazioni chiave e mettendole a disposizione degli Stati membri.
Di fronte alla crescita della popolazione, che rende difficile il traffico stradale e l’accesso alle abitazioni in Africa, la Banca africana di sviluppo raccomanda che siano proprio le città il motore dell’urbanizzazione sostenibile attraverso investimenti verdi.
“Le città sono una leva per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg) definiti dalle Nazioni Unite. Si tratta di renderle più inclusive, più resilienti e più sostenibili”, spiega Marcus Mayr, coordinatore dell’Urban and Municipal Development Fund (Fdum), un nuovo organismo nato in seno all’Afdb la cui missione è supportare le città africane nelle loro strategie di pianificazione e finanziamento.
Al Gggi aderiscono anche altri Paesi africani (oltre a quelli citati), come Angola, Burkina Faso, Costa d’Avorio e Uganda. L’organizzazione ha supportato nel 2019 il Ruanda nella realizzazione di un programma di sviluppo per città ecologiche secondarie, per far fronte alla forte crescita della popolazione urbana in questo Paese dell’Africa orientale. Inoltre, il sostegno del Gggi ha consentito al Kenya, nel 2022, di approvare una legge sulla gestione sostenibile dei rifiuti.
Il Togo, nel frattempo, ha deciso di adottare un’economia circolare, ed ha presentato domanda di adesione al World Growth Institute. L’Afdb aveva già annunciato all’inizio del 2021 che avrebbe mobilitato 25 miliardi di dollari per finanziare progetti verdi in Costa d’Avorio entro il 2025. I settori interessati sono le energie rinnovabili, la mobilità verde e l’agricoltura intelligente, che consentirà la creazione di almeno 500 mila nuovi posti di lavoro.
