Profumo di libertà a Vibo Valentia

Dopo l’operazione di polizia contro la ‘ndrangheta, che ha assicurato alla giustizia più di 300 affiliati e sospettati, il 24 dicembre si svolgerà nella città calabrese una grande manifestazione organizzata da Libera per affermare il sostegno della città al lavoro di carabinieri e magistratura: «Vogliamo mostrare solidarietà a uno Stato che lavora per riaffermare i principi». Il procuratore Gratteri: «La società civile deve occupare gli spazi che abbiamo liberato».
Nicola Gratteri

Una cosca annientata. In carcere i boss, e con essi anche gli esponenti del mondo della politica e della pubblica amministrazione, oltre a imprenditori e commercialisti.

L’operazione «Rinascita Scott» della procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, resterà una pietra miliare nella storia italiana della lotta alla criminalità organizzata. 334 persone sono state arrestate o sono ai domiciliari. Ma l’inchiesta, oltre ad assicurare alla giustizia i boss ed i loro uomini, ha svelato una fitta rete di intrecci tra criminalità organizzata e politica. L’uomo chiave dell’organizzazione era Giancarlo Pittelli, massone ed ex parlamentare di Forza Italia. Anche altri uomini degli apparati erano “permeabili” alle richieste dei boss.

Il giorno dopo l’operazione niente è più come prima. Qualcosa in Calabria sta cambiando. C’è una nuova consapevolezza, ma soprattutto una nuova speranza. Una speranza che in alcuni momenti sembrava sopita, in una società costretta da decenni a subire la corruzione ed il malaffare.

Gratteri, il giorno dopo, ha lanciato un appello. «A questo punto molto dipenderà da noi – ha detto il giorno dopo gli arresti –. Penso che la Procura di Catanzaro, i carabinieri, abbiano fatto la loro parte. Ora sta alla società civile, sta anche alla stampa, agli storici, agli educatori spiegare alla gente cos’è la ndrangheta oggi, nel 2019, ma soprattutto spiegare che devono avere più coraggio, devono occupare gli spazi che noi la notte scorsa abbiamo liberato».

Dall’inchiesta (un lavoro immane, andato avanti per mesi e condensato in 14 mila pagine che accompagnano i provvedimenti giudiziari) emergono segnali allarmanti: «La cosa che più ci ha meravigliato è stata la facilità, la permeabilità dei quadri della pubblica amministrazione da parte della famiglia Mancuso nella provincia di Vibo Valentia. Vedere uomini delle istituzioni al servizio della ‘ndrangheta, compresi avvocati e commercialisti».

Il timore è che il lavoro di Nicola Gratteri possa essere fermato. Il nome del magistrato calabrese, nel recente passato, era anche entrato in una lista di ministri, poi era stato depennato. Una vicenda ancora oscura, mai chiarita: un veto o un ripensamento? Di certo, Gratteri è rimasto al suo posto. E non teme per il futuro: «In passato ci sono stati dei tentativi – spiega –. Alcuni ci stanno provando in modo diretto, altri in modo subdolo. Chi mi conosce sa che ho la testa dura, sa che sono determinato. E io sono solo l’uomo immagine, ma faccio parte di una grandissima squadra, che è impossibile fermare. Anche se io domani non ci dovessi essere più, continuerà tutto perché la procura di Catanzaro ci sono dei ragazzi straordinari. È una grande squadra motivata, sono tutti caricati come sveglie. Qui ci sono le migliori intelligenze dell’Arma dei carabinieri. Ma c’è anche la Polizia, la Guardia di Finanza. Il comandante generale dei carabinieri, così come il suo predecessore, sono al nostro fianco. Questa è la nostra benzina. Cento nuovi marescialli in Calabria, su 440 dell’ultimo corso, sono arrivati in Calabria. Questi sono i fatti che ci danno la forza di osare»

L’appello non è rimasto inascoltato. Una manifestazione è in programma il 24 dicembre, alla vigilia di Natale. È stata organizzata da Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti: «Un profumo di libertà pervade Vibo Valentia – si legge nel documento di Libera –. La gratitudine della gente comune alle forze dell’ordine, dimostrata con fiori, caffè e biglietti di ringraziamento è il segno che qualcosa sta cambiando, che c’è una coscienza nuova di chi non vuole più girarsi dall’altra parte, di chi è stanco di silenzi complici, di una città agli ultimi posti delle classiche e ai primi per ogni record in negativo, gente che vuole liberarsi dalla cappa di corruzione e collusione sotto cui la provincia è stata annichilita. Cittadini e cittadine che non vedono l’ora di vedere una nuova primavera, fatta di responsabilità e impegno di ciascuno, ma anche di diritti e lavoro. C’è un’alternativa e non sembra poi così lontana. Vogliamo creare un momento di raccoglimento dei più per scoprire e riscoprirci tutti dalla stessa parte, a viso aperto e senza paura. Per mostrare vicinanza ad uno Stato che ha lavorato e che lavora senza sosta per l’affermazione di principi di legalità come strumenti di giustizia sostanziale».

Il Natale di Vibo Valentia avrà quindi il volto della legalità. Nei giorni scorsi anche il Prefetto, Francesco Zito, ha detto: «I cittadini scelgano da che parte stare». E la risposta non si è fatta attendere.  La manifestazione, nell’intento degli organizzatori, dovrà «mostrare il volto di una comunità che, piena di speranza, ha voglia di rialzarsi. Un modo per rendere omaggio alle donne ed agli uomini in divisa che, con abnegazione e massima dedizione, ogni giorno sono in trincea». Chiedono alla politica che «faccia della legalità non sterili banderuole da campagna elettorale, ma etica del fare e vocazione dell’essere. Una politica che stigmatizzi il puzzo del compromesso sociale e faccia dell’onesta pratica per la realizzazione del bene comune. Agli imprenditori, per rivendicare il diritto di fare impresa senza sottostare a ricatti, che possano sentire la necessità di liberarsi dalle catene del racket e dell’usura ed essere unici proprietari del frutto delle loro fatiche. Ai sindacati ed alle associazioni di categoria, alle cittadine e ai cittadini comuni, per mostrare il vero volto della città».

 

 

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