Pozzallo e Lampedusa. Sbarchi e sequestri

La nave Eleonore a Pozzallo, la Mare Jonio a Lampedusa. Le due navi delle Ong sequestrate dalla Guardia di Finanza, mentre continuano ad arrivare i cosiddetti “barchini” dei migranti. Le dichiarazioni del sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna
ANSA/FRANCESCO RUTA

Sbarcati. I 101 migranti della nave Eleonore sono approdati a Pozzallo. Ieri, la nave della Ong tedesca Mission Lifeline ha forzato il blocco ed è entrata nel porto di Pozzallo. I migranti sono stati trasferiti all’hotspot di Pozzallo, tornato in attività dopo alcuni mesi di fermo.

L’imbarcazione è stata posta sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, così come era accaduto a maggio, quando venne sequestrata la Sea Watch 3, condotta in porto senza permesso dalla comandante Carola Rackete. All’ingresso del porto, un gruppo di giovani volontari, per la maggior parte di Legambiente, ha manifestato in segno di accoglienza. Ma sono stati tenuti fuori dai cancelli e non è stato consentito loro di restare nel porto al momento dell’approdo della nave.

«Ad accogliere la nave uno scroscio di applausi del circolo Legambiente di Pozzallo, con le bandiere del cigno e della pace – dichiara il presidente regionale Gianfranco Zanna – Ma, evidentemente, la solidarietà non piace. I volontari sono stati fatti allontanare dall’aera portuale e fatti accomodare dietro i cancelli. Diversa la situazione creatasi ad Agrigento, quando fu consentito a tanti di insultare la comandante Carola Rackete, fin sotto la nave. Noi siamo rimasti anche dietro ai cancelli, per dimostrare alle persone che sbarcano in Sicilia che al centro mettiamo ancora l’accoglienza».

Dopo i 104 migranti della Eleonore, sono arrivati anche i 29 della Cassiopea. L’hotspot di Pozzallo che, per qualche mese, era rimasto inutilizzato o utilizzato solo in parte, è nuovamente “full”. «Attualmente ci sono più di 250 persone – spiega il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna – oltre agli ultimi approdi di ieri, qui sono approdati anche i migranti della Open Arms, sbarcati a Lampedusa e poi trasferiti il 23 agosto a Pozzallo e altri della nave Gregoretti, che era arrivata a luglio ad Augusta. Ora dovranno essere, almeno in parte, trasferiti. Forse già oggi alcuni tra i minori potrebbero trovare un’altra collocazione».

La gestione dell’hotspot è di competenza della Prefettura ed affidata ad una cooperativa che, dopo settimane di attività ridotta al minimo, ora è nuovamente all’opera. «In passato il direttore dell’hotspot era nominato dal comune – aggiunge Ammatuna – ora non è più così. Questa figura viene indicata dalla stessa cooperativa. Purtroppo, non credo che vada bene. Il comune deve poter svolgere una funzione di controllo, di verifica dall’esterno di quanto accade, anche per le situazioni sanitarie che potessero verificarsi. Il sindaco è la massima autorità sanitaria della città, ha delle responsabilità e deve essere posto in condizione di svolgere il proprio ruolo».

Pozzallo è la città dei migranti, è il porto che, in assoluto, ha visto l’approdo del maggior numero di migranti in Italia. L’hotspot è lontano dal centro abitato, in una struttura che rimane isolata rispetto alla città. Da queste parti, i fenomeni di intolleranza o di razzismo non hanno attecchito. «La città vive serenamente questi approdi – continua Ammatuna – anche qui, ovviamente, c’è chi pronuncia la frase “prima gli italiani”! Ma si tratta di fenomeni marginali. Pozzallo ha un compito, quello dell’accoglienza. E la presenza di un gruppo di giovani di Legambiente e di altri gruppi al porto lo ha dimostrato».

Intanto, la procura di Ragusa ha aperto un’inchiesta. Le indagini sono affidate alla squadra mobile guidata dal vicequestore aggiunto Nino Ciavola. La Polizia indagherà sui presunti reati della Eleonore. Le altre decisioni spetteranno al prefetto. Intanto, sono stati fermati due presunti scafisti, probabilmente egiziani, che si nascondevano insieme agli altri migranti. La Guardia di Finanza, invece, ha notificato al comandante della nave il decreto di sequestro. Si ripropone lo stesso chiché già visto per la Sea Watch 3.

A Lampedusa, si vive in parallelo la vicenda della Mare Jonio. La nave della Ong mediterranea (con il capo missione Luca Casarini) è approdata nell’isola delle pelagie. La Guardia costiera ha autorizzato l’approdo dopo la relazione degli ispettori Usmef (l’Ufficio della sanità marittima) che aveva certificato le condizioni dei 31 migranti a bordo. Esplode la gioia dei migranti ma, una volta a terra, la brutta sorpresa. La Guardia di Finanza ha contestato la violazione del decreto Salvini ed ha comminato la multa di 300 mila euro. L’imbarcazione è stata posta sotto sequestro.

Intanto, continuano gli sbarchi dei cosiddetti “barchini”, quelli su cui il ministero non interviene, ma che continuano ad essere una realtà. A Lampedusa hanno preso terra un centinaio di migranti, quasi tutti tunisini. Un barcone in legno è approdato autonomamente a Cala Spugne. I migranti sono stati portati nell’hotspot di contrada Imbriacola.

Gli ultimi approdi sulle coste italiani scatenano la reazione del ministro degli Interni, Matteo Salvini. Il numero uno del Viminale torna a far sentire la sua voce e invoca il «rispetto di leggi e confini». E palesa il rischio che, con il varo del nuovo governo, si possa «smontare» la politica di governo degli ultimi quindici mesi.

Sullo sfondo, al di là delle scelte future del nuovo esecutivo, resta la necessità di rivedere quelle norme già contestate dal capo dello Stato. Mattarella aveva firmato il decreto sicurezza bis, rimandandolo però alle camere con la richiesta di alcune modifiche poiché alcune norme erano contrarie alla Costituzione. Di tutto questo il governo ed il parlamento dovranno occuparsi. Qualunque sia il governo e qualunque sia la maggioranza che si formerà in parlamento. Sarebbe dovuto accadere anche con il governo precedente. Perché la Costituzione  italiana – una delle più belle carte costituzionali al mondo – è in vigore e non è stata mai abrogata.

 

 

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