Políticas para la República, un’opzione per cambiare rotta

«Mettiamo al centro delle politiche pubbliche la persona umana». Intervista agli esponenti del PR, partito politico municipale presente nella provincia di Entre Ríos, in Argentina. Seconda parte
Da sinistra, Anabel Beccaría, Milan Jelić, Armando Sánchez ed Emiliano Murador, membri del PR. Foto: Candela Copparoni

In Argentina le elezioni generali sono previste per il 22 ottobre 2023. I nomi dei candidati a presiedere la Casa Rosada sono ancora in divenire. Da parte di Frente de Todos (FdT), la coalizione del governo peronista, la vicepresidente Cristina Kirchner aveva già annunciato la sua intenzione di non ricandidarsi dopo la condanna che la vedrebbe in prigione per 6 anni a causa di frode allo Stato. Adesso anche il leader dell’opposizione Juntos por el Cambio, Maurizio Macri, dichiara che non presenterà la sua candidatura alle presidenziali. Nel frattempo, il populista ultraliberale di Libertad Avanza, Javier Milei, acquisisce via via più visibilità.

Uno scenario politico che da una parte e dall’altra ipotizza la strategia migliore per far spostare i voti dell’elettorato dal proprio lato, dall’altra deve far fronte a una crisi sociale ed economica a gravissimi livelli, con un tasso di povertà che secondo il rapporto dell’Osservatorio Debito Sociale dell’Università Cattolica Argentina (ODSA-UCA) supera il 43% della popolazione , e un’inflazione alle stelle, con un aumento annuo dei prezzi al di sopra del 102% secondo l’Istituto Nazionale di Statistica e Censimenti (INDEC).

Stando così le cose, appare evidente la necessità di un cambiamento profondo nel Paese sudamericano se si vuole tentare la ripresa. Per questo alcuni cittadini che non si sentono rappresentati dalle forze politiche argentine hanno dato vita già da qualche anno a nuovi partiti, nati dal basso con l’obiettivo di risolvere i problemi in cui è precipitata l’Argentina li, per la ricerca del bene comune, della giustizia, della libertà e dello sviluppo umano integrale.

Un esempio è il partito Políticas para la República (PR), terza forza di governo nella città di Paraná. Tra i suoi ideali c’è quello di mettere la persona al centro delle politiche pubbliche. Abbiamo parlato con 4 dei suoi membri: Milan Jelić, presidente nazionale del PR; Armando Sánchez, presidente provinciale del PR e candidato sindaco; Anabel Beccaría ed Emiliano Murador, consiglieri comunali.

Leggi qui la prima parte dell’intervista.

Quali sono le difficoltà che avete incontrato?
Siamo consapevoli di essere un partito che irrompe nel mondo della politica tradizionale, con altri codici e logica totalmente diversa. Abbiamo bisogno del supporto almeno dell’opposizione, ma a volte non l’abbiamo trovato nemmeno lì.

Sappiamo che questo si costruisce poco a poco, cerchiamo di applicare la creatività nel modo di arrivare ai membri del partito, ai vicini, a tutti i cittadini. La chiave non è solo arrivare, ma crescere, raggiungere sempre più posti e senza dubbio le posizioni dirigenziali: raggiungere la carica di sindaco, più avanti vincere le elezioni provinciali e in futuro, che è l’obiettivo del partito, raggiungere la presidenza della nazione. È un progetto a lungo termine, sappiamo che tutto si fa passo dopo passo, nulla di buono arriva dall’oggi al domani, e questa consapevolezza, questa conoscenza ci aiuta a crescere senza scoraggiarci. Nel 2019 abbiamo corso per la prima volta alle elezioni e abbiamo conquistato due seggi, è stata una tappa storica qui a Paraná perché non era mai successo che una forza diversa dai partiti tradizionali conquistasse più di un seggio. Quindi, alle nostre prime elezioni, battere un record è stato più che incoraggiante.

Cosa servirebbe per avere maggiore visibilità e credibilità?
La nostra forza è senza dubbio nell’uscire per strada, nel parlare con le persone casa per casa, vicino per vicino, nell’essere presenti, nell’essere un punto di riferimento. Il referente è colui che c’è, ed è quello che vogliamo essere e che siamo stati. Sappiamo tutto quello che dobbiamo fare, tutte le cose buone che abbiamo da dire ai nostri vicini, e questo è il nostro compito.

Come si è evoluta la città in questi anni di pandemia?
La città qui è sempre la stessa da 20 anni, con o senza pandemia, ed è per questo che agiamo. Vedere la nostra realtà locale ci spinge a porre grandi sfide, a credere che sia possibile fare le cose in modo diverso e a pensare a lungo termine. Perché vediamo che la città è esattamente la stessa, senza realizzare i cambiamenti profondi e strutturali che sono necessari, che siano in linea con i tempi. La pandemia colpisce più duramente dove non c’è resilienza né capacità di affrontare le crisi… Gli aiuti dello Stato, i programmi di assistenza, le strategie sanitarie ed economiche attuate rimangono palliativi, improvvisati; manca la pianificazione, lo vediamo a livello quotidiano e macro. Passano gli anni, cambiano le amministrazioni e continua a mancare la programmazione delle politiche pubbliche, non solo a livello comunale, ma anche a livello provinciale e nazionale; per questo la nostra risposta è quella di essere un partito programmatico, un partito che ha una visione, che progetta, che programma e cerca di realizzare questo ideale di Paese, di provincia e di città.

Incontro Nazionale del PR a Paraná, Argentina. Foto: profilo Facebook di Políticas para la República.

Quale analisi critica fareste della situazione politica argentina?
La situazione dell’Argentina è quella di una regressione nello sviluppo. Negli ultimi 100 anni l’Argentina ha disfatto la strada dello sviluppo in diversi aspetti, e questo mostra una stagnazione del Paese. Molti degli edifici pubblici del Paese risalgono a quell’epoca, scuole, grandi ospedali; era un periodo di splendore in cui si costruiva bene e su larga scala, pensando anche all’Argentina del futuro. Gli sviluppi urbanistici che hanno avuto luogo strategicamente in alcune città argentine, utilizzando la teoria che veniva applicata nelle città europee, sono sorti all’inizio del XIX secolo e dopo di allora non ci sono stati più interventi di quel tipo, non abbiamo visto alcun intervento urbanistico nelle città.

Abbiamo perso ricchezza e creato un numero scandaloso di poveri: uno dei grandi problemi dell’Argentina è la povertà e l’estrema vulnerabilità dei poveri. Abbiamo un enorme potenziale come Paese, ma, come abbiamo detto, c’è mancanza di pianificazione, cattiva gestione, corruzione, mediocrità e trascuratezza. Inoltre, la ricchezza economica, culturale, sociale dell’Argentina è diminuita e oggi siamo arrivati a un punto in cui tutti i partiti lottano per salire al potere, senza proporre soluzioni, senza mai discutere i programmi . Quello che stiamo cercando di portare nel sistema partitico argentino è almeno un partito che discuta dei problemi, delle loro radici e di come crediamo che debbano essere risolti.

La situazione del Paese si spiega appunto con la corruzione, perché chi ci ha governato non è stato lì per risolvere i problemi del popolo e del Paese, ma per arricchirsi o per sistemare i propri parenti e amici; con la mediocrità, perché ha messo nelle diverse cariche persone che non erano preparate; e con il menefreghismo, perché il problema e la soluzione sono evidenti e non vengono risolti. Si decide di non fare, e anche decidere di non fare è politica; se si decide di non fare o di non risolvere qualcosa è una decisione politica, e questo è ciò di cui soffriamo molto. Inoltre, l’Argentina non ha una politica estera chiara, non sa dove vuole andare né come posizionarsi con gli altri: qual è l’obiettivo di ogni viaggio, cosa vuole ottenere, cosa è stato fatto prima e cosa si farà dopo?

Quali sono le prospettive per il Paese da qui alle prossime elezioni e oltre?
Abbiamo sempre una visione a lungo termine. Purtroppo, la situazione economica di oggi è determinata da altri. Ciò che accadrà con l’economia dipende da ciò che faranno il presidente del governo e il ministro dell’Economia, e lo stesso vale per l’istruzione. La verità è che l’Argentina non uscirà facilmente dal buco in cui si trova. Quanto costerà il dollaro domani? Il dollaro costerà un dollaro, il problema è il peso.

Da parte nostra, stiamo pensando a come fare per arrivare al potere e sviluppare il nostro programma, per generare l’Argentina che vorremmo. Una vera soluzione per il Paese è un cambiamento di rotta, perché passare dall’essere una potenza mondiale ad avere il 40% della popolazione che vive in povertà è dovuto al fatto che non c’è stata continuità, ma piuttosto una tendenza storica negli ultimi 100 anni a deviare dalla rotta, a prendere decisioni sbagliate o a sviluppare una cattiva gestione a causa di corruzione, trascuratezza e mediocrità. È chiaro che la direzione da prendere è una svolta a 180 gradi ed è quello che stiamo cercando di costruire. La chiave sono i principi, il sapere, cioè la formazione per essere all’altezza del compito, e la volontà, perché abbiamo scelto la strada più lunga, che è quella di partire per la tangente, una strada che ha dei principi, che è in salita, che richiede molto sforzo, ma che ci dà molta libertà, e questo si riflette al momento di prendere decisioni.

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