Più proposte e meno promesse

Come arriviamo al giorno delle elezioni, quel 25 settembre che chiama in causa tutti noi, la nostra partecipazione, il nostro senso di responsabilità? Articolo tratto dalla rivista Città Nuova di settembre.

La fatidica data del 25 settembre è un momento fondamentale che chiama in causa tutti noi, la nostra partecipazione, il senso di responsabilità, come spiega l’inchiesta di questo numero dedicata alla tornata elettorale oramai prossima. Ci arriviamo in tanti modi: forse infastiditi per come è stata condotta la campagna elettorale più ricca di battibecchi che di proposte costruttive, delusi e sconfortati perché le forze politiche ancora una volta non hanno dato dimostrazione di essere del tutto all’altezza delle reali emergenze del Paese e del mondo, arrabbiati perché la società civile continua a rimanere la grande esclusa dal confronto elettorale, disillusi perché tanto la politica sembra essere divenuta un gioco di poltrone.

E potremmo continuare. E, diciamocelo pure, con uno scenario così si comprenderebbe persino la tentazione di alzare bandiera bianca, cioè di rinunciare a quella doverosa partecipazione alla cosa pubblica che è essenziale, invece, in una democrazia compiuta quale è quella che, nonostante tutto, caratterizza la nostra tradizione repubblicana.

Tradotto nell’immediato potrebbe dire anche la rinuncia alla partecipazione al voto – lo spettro di queste elezioni – che, invece ci auguriamo registri una significativa inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. Paradossalmente, tutte le cose che ci hanno dato fastidio, che ci hanno deluso, per le quali proviamo dolore, disgusto, rabbia, rassegnazione, tutte queste cose possono trasformarsi in una grande carica di energia positiva di cui l’Italia ha bisogno oggi come e più di ieri.

Prendiamone una su tutte. Abbiamo ascoltato più promesse (alcune delle quali veri e propri miraggi al limite della presa in giro della nostra intelligenza) che proposte. È la tentazione in questo caso di scegliere scorciatoie per ottenere il consenso degli elettori, così come può succedere anche a ciascuno di noi quando magari vogliamo accrescere la fiducia di familiari, amici, colleghi di fronte ad una situazione difficile da affrontare e di cui abbiamo la responsabilità.

Promettere la luna è molto facile, ma se sappiamo che non è possibile arrivarci, meglio proporre un’altra meta realmente raggiungibile, anche se meno entusiasmante e più faticosa. Distinguiamo, allora, fra le promesse e le proposte dei vari schieramenti. E dal 26 settembre “costringiamoci” a fare sul serio.

Città Nuova dà spazio a riflessioni e proposte da parte dei propri lettori, nell’ottica di un dialogo aperto e costruttivo.

Vedi il Focus “Dibattito verso le elezioni politiche”.

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