Pionieri in questa nostra Italia

Stiano tranquilli gli antagonisti e si mettano in pace l’animo i nostalgici. Dalla 44esima Settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi dal 7 al 10 ottobre a Bologna, è emerso con lapidaria chiarezza che non si va ricomponendo alcun partito unico dei cattolici. Nessuna Dc 2 La vendetta, è stato rimarcato con opportuna ironia. Sì, perché vedendo invece il tema oggetto di riflessione – La democrazia: nuovi scenari, nuovi poteri – e con i ricordi ancora fre- schi di un’estate ricca di significativi appuntamenti tenuti da associazioni e movimenti ecclesiali, non pochi osservatori si sono intimoriti. Ogni volta infatti che il mondo cattolico vive esperienze di convergenza e di collaborazione scatta in certuni un automatismo semplificatorio che li mette su consunte avvisaglie e si sentono in dovere di lanciare l’ennesimo allarme: Vogliono rifare un partito. Se fossero stati a seguire i lavori della Settimana a Bologna, si sarebbero accorti che quel rischio non esiste, ma che, per loro (e per la cultura dominante che rappresentano), non è assolutamente il caso di tirare un sospiro di sollievo. Li sovrasta infatti un pericolo ben maggiore, ovvero un laicato cattolico vivo, plurale, pensante e animato da prospettive molto più impegnative che dar vita ad un partitino o partitone da tot per cento. Su scienza e tecnologia, economia e finanza, informazione e poteri, politica e società civile, i 1.200 delegati si sono interrogati alla luce dei molteplici rischi che corrono oggi la democrazia e le sue forme di partecipazione popolare. Otto tavole rotonde, quaranta relatori, 120 interventi dei partecipanti danno la misura dell’appassionata ricerca di risposte e di linee di risoluzione alle grandi questioni. Un documento conclusivo, che verrà pubblicato nei prossimi mesi, elaborerà quanto emerso, ma sono già consultabili sul sito www.settimanesociali.it tutti gli interventi degli oratori. Il messaggio del papa, non certo di circostanza, ha legittimato in alcuni suoi passaggi cruciali (li riportiamo a parte) un sentire comune dei presenti, invitando ad assumere maggiori responsabilità pubbliche e a far propria la fatica di mediazione tra ideali e azione. In questo contesto, un evidente segnale di novità di questa edizione delle Settimane sociali è stata la partecipazione dei responsabili delle maggiori associazioni e movimenti cattolici, cui è stata riservata una specifica tavola rotonda. La loro presenza e il loro ascolto reciproco – ha precisato nelle conclusioni della Settimana il sociologo Franco Garelli, segretario del comitato scientificoorganizzatore – costituiscono un elemento di speranza per la comunità ecclesiale e per il bene del paese. Con loro abbiamo voluto rivisitare lo svolgimento del convegno per fissarne gli elementi caratterizzanti e farne opportuno tesoro attorno ad alcune parole di riferimento. Il tema. Quanto mai opportuna la scelta della democrazia come tema – riconosce Luigi Bobba, presidente delle Acli -, perché perdura un cliché che indica i cattolici, dopo il crollo dela Dc, sostanzialmente distratti rispetto alla politica (perché impegnati nel campo sociale), se non avversi (perché poco propensi ad affrontare la durezza e la contraddittorietà dell’azione politica). E poi confrontarsi con la democrazia è stato un modo per confrontarsi con la propria storia, a motivo del fatto che i cattolici sono stati artefici del processo democratico del paese. Raffaello Vignali, presidente della Compagnia delle Opere, emanazione di Comunione e Liberazione: Di assoluta rilevanza il tema, perché in Europa si rischia una democrazia totalitaria, ovvero una democrazia che si salda con il relativismo etico, per cui, attraverso una parvenza di neutralità, vengono varate leggi, dall’eutanasia alla clonazione, che fanno passare un’idea distorta della persona. Partecipanti. Normalmente ci si concentra sulle relazioni, peraltro buone – ammette Mario Marazziti, portavoce della Comunità di S. Egidio -, ma sono rimasto colpito da una platea di cristiani sensibili, preoccupati per come va il mondo e non spaventati, ma decisi a spendersi. Specifica Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore: Tutti molto attenti, seri e motivati. Le questioni sono state affrontate con grandissima libertà, esercitando appieno il discernimento e il pluralismo delle opinioni, senza omologazioni o direttive preordinate. Stile. Su alcune grandi questioni – rileva Patriarca -, ho intravisto una volontà di ritrovarsi insieme senza lo stile della voce alta, della presenza con la P maiuscola per rivendicare poteri o la difesa dei propri interessi, piuttosto con la preoccupazione vera per il paese e il suo futuro. Il laicato intende dare un contributo serio, offerto con mitezza e frutto di un patrimonio costruito nei secoli e ancora molto utile all’Italia. Passato prossimo. Quest’estate – chiarisce Paola Bignardi, presidente dell’Azione Cattolica – ha contribuito a far crescere la stima reciproca tra le aggregazioni e quindi a creare le premesse per rendere possibile un percorso di convergenza verso alcune scelte comuni alla Settimana sociale e anche dopo. La vivacità degli incontri associativi estivi ha aumentato la fiducia dei cattolici riguardo al loro specifico contributo e ha accresciuto la volontà di partecipare alla vicenda del nostro paese. Non dimentichiamo – precisa Vignali – che esiste già un lavoro comune per rispondere ai bisogni delle persone. Noi della Compagnia delle Opere abbiamo messo già in campo strumenti assieme alle Acli, alla Cisl e alla Confcooperative. È operando insieme che ci si conosce sempre più, ci si riconosce e si cresce entrambi. Cammino compiuto. La capacità d’ascolto non s’improvvisa – chiarisce Marazziti -, non è una scelta di vertice che può arrivare in un giorno agli altri. Dietro ad essa, e allo spirito di dialogo e collaborazione, sta il cammino compiuto tra movimenti e associazioni a partire dalla vigilia di Pentecoste 1998. Un percorso che ha toccato molti e condotto ad una fase di maggiore maturità, in cui ci si misura di più con il mondo e s’impara di più a lavorare con gli altri. Lucia Fronza Crepaz, presidente del Movimento politico per l’unità, emanazione dei Focolari, ha apprezzato la scelta degli organizzatori di chiamare i movimenti assieme, riconoscendo il valore ecclesiale del cammino d’unità compiuto dalla Pentecoste ’98. Il ruolo di moderatore della tavola rotonda affidato a Patriarca esprimeva inoltre l’intenzione di valorizzare l’unitarietà di un’esperienza tra soggetti diversi. Contributo originale. Il laicato cattolico – sostiene la Bignardi -, attraverso il travaglio di questa difficile stagione, sta capendo che è protagonista nel portare un originale pensiero, un originale stile, che anche nella chiesa lo rende espressione visibile di una vocazione da spendere nelle responsabilità . Il risvolto sociale del messaggio evangelico è stato chiarissimo – ricorda la Fronza Crepaz -. Si è parlato di democrazia fraterna e di fraternità. Una delle novità emerse è il compito preci- so, politico, di mettere il dono di Gesù fatto all’umanità, cioè la fraternità, accanto ai princìpi di libertà e uguaglianza, e non solo perché oggi ce n’è un grande bisogno, ma perché è il nostro tipico messaggio. Orientamento. Da molti delegati è salita una domanda di orientamento. Bobba: Nessuno accetta con rassegnazione il paradigma dominante di una fede ridotta a dimensione privata, ma molti chiedono orientamenti e accompagnamenti per evitare che la riflessione sia finita a Bologna. Domandano soprattutto alcune indicazioni operative in modo che le riflessioni di questa Settimana entrino nella dinamica della pastorale ordinaria e fecondino la riflessione e l’azione dei movimenti e delle associazioni. Bignardi: Non è stato un convegno in cui abbiamo discusso su temi importanti, ma un appuntamento in cui capire se era possibile, come cattolici, darsi anche alcuni obiettivi condivisi . Futuro cammino. L’arcivescovo di Bologna, Caffarra, si è augurato la creazione da parte delle forze associate del laicato di un luogo di alta formazione, mentre il card. Martino ha suggerito di promuovere Settimane sociali dei cattolici europei. Come proseguire? Era il quesito di tutti. Con una certezza: nessun organismo, nessun supermovimento che coordini tutti. Secondo la Fronza Crepaz, servono luoghi leggeri, creati a seconda delle circostanze, per facilitare la collaborazione tra quanti sono sensibili ad una particolare occasione che si presenta. Fondamentale sarà la velocità di risposta e di proposta, possibile solo s’è c’è già un rapporto profondo alle spalle. Per Vignali, non si tratta di far convergere tutto in un progetto ma di tenere vivo l’impeto del processo avviato . Marazziti ritiene che non sia possibile raccogliere la ricchezza della Settimana attraverso la nascita di organismi di consultazione regolare tra laicato cattolico o scuole di formazione . Bobba propende, anche alla luce di esperienze in corso tra movimenti, per la costituzione di un laboratorio comune di riflessione e di formazione per ritrovarsi insieme su specifici progetti condivisi e ricercare posizioni comuni su questioni pubbliche di grande rilevanza sia nazionali che globali. È quanto emerso dalle parole del card. Tettamanzi e dalle conclusioni del prof. Garelli. Pericolo da evitare. Patriarca invita, calcisticamente, a non rimandare la palla ancora una volta ai vescovi, chiedendo loro di occuparsi del dopo Settimana sociale. Spetta a noi credenti laici. Bobba, infine, consiglia di ripensare l’ideazione della Settimana sociale ritornando alle origini, quando erano i laici – allora con Toniolo – a guidare il processo di riflessione e indicare l’orientamento per l’azione sociale. I nostri pastori debbono garantire l’unità del popolo di Dio attorno ai princìpi irrinunciabili, mentre nell’azione laicale l’unico metodo in grado di produrre risultati è quello del confronto per giungere a determinate scelte, talvolta rischiose. Ma inevitabili quando si assumono responsabilità. L’INVITO DEL PAPA MEDIATORI PER UN SERVIZIO SPECIALE Voi siete chiamati a svolgere un ruolo di mediazione e di dialogo tra ideali e realtà concrete, ha scritto Giovanni Paolo II nel suo ampio messaggio ai partecipanti della 44esima Settimana sociale. È un ruolo che può risultare talvolta di pionieri, perché vi è chiesto di indicare nuove piste e nuove soluzioni per affrontare in modo più equo gli scottanti problemi del mondo contemporaneo . Il papa ha indicato una misura alta delle responsabilità. I cattolici sono perciò invitati non soltanto a impegnarsi per rendere viva e dinamica la società civile – con la promozione della famiglia, dell’associazionismo, del volontariato e così via -, opponendosi a indebiti limiti e condizionamenti frapposti dal potere politico o economico. C’è qualcosa in più. Essi devono anche riconsiderare l’importanza dell’impegno nei ruoli pubblici e istituzionali, in quegli ambienti in cui si formano decisioni collettive significative e in quello della politica.

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