Pietà popolare come forza evangelizzatrice (Evangelii Gaudium 122-126)

Papa Francesco ci invita a vedere nella mamma che prega il rosario per il figlio ammalato, nelle processioni e nei pellegrinaggi, nella preghiera spontanea, nella devozione alla Madonna piccoli e grandi gesti missionari
Armenia

(Evangelii Gaudium 122-126)

È importante sottolineare l’accento che papa Francesco pone sulla pietà popolare nel capitolo sull’annuncio del Vangelo. Questo è un fatto originale. Egli ci invita a superare una certa sfiducia verso queste espressioni cristiane, ma anche ad andare oltre nel guardarle come punto di partenza per un’evangelizzazione che va purificata. Il papa ci dice che la pietà popolare è una forza evangelizzatrice: espressioni molte importanti per annunciare la morte e risurrezione di Cristo.

In queste manifestazioni della vita cristiana, il popolo di Dio, e soprattutto i laici, si presenta come soggetto evangelizzatore grazie all’azione dello Spirito Santo che porta avanti questa inculturazione del Vangelo negli ambienti popolari e tante volte poveri. Tale pietà popolare nasconde una fede profonda che si esprime più in modo simbolico che razionale, ma non per questo senza un contenuto teologale.

In fondo, papa Francesco ci invita a vedere nella mamma che prega il rosario per il figlio ammalato, nelle processioni e nei pellegrinaggi, nella preghiera spontanea ai santi o al crocefisso, nella devozione alla Madonna in un santuario… piccoli-grandi gesti missionari che danno testimonianza di un grande amore e di una grande fiducia in Cristo Risorto. Perciò dice con forza di non forzare né di pretendere di controllare la forza missionaria presente nella pietà popolare. Piuttosto c’è bisogno d’incoraggiarla e rafforzarla.

Bisogna altresì stare attenti a credere che questa sfida che ci presenta il papa riguardi soltanto i Paesi non europei. La pietà popolare è dappertutto, anche in Europa, seppur con espressioni diverse rispetto a quelle latinoamericane. E dove non ci fosse, bisogna farla risorgere perché è un termometro della capacità del popolo d’inculturare il Vangelo, di farlo diventare cultura popolare, vita quotidiana.

Lucas Cervino
argentino, dottorando in Teologia dogmatica a Barcellona

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