Il piccolo Giorgio e il clamore della sincerità

Nei giorni scorsi questo atleta di 10 anni, cintura nera di karate, ha ricevuto il premio dell'anno dell'Ussi per il fair play, per aver restituito una medaglia che gli era stata assegnata per errore.

«Quello che ho detto dal primo giorno, e che continuo a ripetere, è che ci siamo ritrovati in un mondo in cui la normalità viene premiata come un’eccezione. È strano. Siamo rimasti scioccati». Ancora incredula, Chiara De Melio parla del gesto di fair play di suo figlio Giorgio e dell’incredibile risonanza mediatica che ha avuto. Il bambino, cintura nera di karate, al termine di una gara è stato premiato come vincitore per la sua categoria. In realtà, al primo posto era arrivata un’altra karateka. Quando l’ha saputo, Giorgio ha deciso di restituirle la medaglia. Senza storie e senza lacrime, ma con un bel sorriso. È bastato questo per scatenare un interesse che non accenna a placarsi.

Tutto comincia con una gara disputata da Giorgio a fine novembre ad Aci Castello, in provincia di Catania. Giorgio, 10 anni, cintura nera di karate, si allena sul tatami da quando ne aveva 4. All’International Edukarate organizzato da Salvo Filippello partecipano circa 350 atleti. Al termine delle gare, Giorgio risulta primo per la sua categoria. Mamma Chiara, però, ha qualche dubbio perché, spiega, «avevo notato che una bambina aveva ottenuto un punteggio più alto». Chiede informazioni, ma viene tranquillizzata: il vincitore, le ribadiscono, è Giorgio. Due giorni dopo, mentre guarda i risultati delle gare su Facebook, Chiara scopre che no, non si era sbagliata. I punteggi pubblicati erano stati corretti, e al primo posto era arrivata Carlotta, 11 anni, di Siracusa. «Gli errori di calcolo – spiega Chiara – possono capitare. Noi comunque stimiamo molto gli organizzatori della gara».

Chiara spiega l’accaduto a Giorgio, che esclama: «Ma allora quella bambina ci sarà rimasta molto male. Dobbiamo ridarle la medaglia!». Mamma Chiara si mette alla ricerca della bambina e contatta il suo maestro che, scopre, oltre ad essere un bravissimo allenatore, è anche il suo papà. I due genitori si organizzano e, qualche giorno dopo, la famiglia Torrisi – mamma, papà Antonio, Giorgio e il fratellino Gioele, di 7 anni – si mette in macchina diretta a Siracusa. la-famiglia-torrisi-papa-antonio-mamma-chiara-e-dietro-da-sinistra-gioele-e-giorgio-foto-di-chiara-de-melioIl piccolo karateka viene invitato ad allenarsi con Carlotta, alla quale poi consegna sorridendo la medaglia. «Mio figlio – racconta Chiara – non ha versato nemmeno una lacrima per la medaglia. Anzi, era felicissimo perché si era allenato col papà di Carlotta, che è un maestro bravissimo!».

Alla restituzione della medaglia c’è un giornalista, viene pubblicato un articolo e, nei giorni di Natale, la notizia rimbalza su tutti i media. «Ci hanno contattati tutti – ricorda Chiara –, non ce lo aspettavamo. Giorgio era confuso e mi diceva: “ma perché fanno così?”. Un giorno mi ha anche detto: “Mamma, fuggiamo!”. Adesso però è felice, ma resta con i piedi per terra». Anche il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha voluto incontrare il giovane karateka per complimentarsi con lui. Inoltre, pochi giorni fa, Giorgio ha ricevuto il premio dell’anno Ussi per il fair play. Per lui e la sua famiglia, invece, la restituzione della medaglia continua ad essere una cosa normale. Dovuta. Perché la correttezza, l’onestà, spiega mamma Chiara, sono importantissime.

 

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