Petrolio in acqua a Genova

Migliaia di litri di greggio si sono riversati nella serata di domenica nelle acque del Fegino e del Polcevera, due torrenti che da Busalla scendono al mare. L'incidente è stato arginato e si è evitata la fuoriuscita del petrolio in mare aperto, ma, secondo gli abitanti, la raffineria petrolchimica di Busalla resta una mina a orologeria per rischi di incidente
I danni causati dalla rottura di una valvola della raffineria Iplom

Ieri Genova ha vissuto una giornata di paura per le migliaia di litri di greggio – si parla 500-600 metri cubi di prodotto – che nella serata di domenica sera si erano sversati nelle acque del Fegino e del Polcevera, due torrenti che scendono da Busalla al mare.

 

Qui a una trentina di chilometri dal capoluogo ligure ha sede la raffineria Iplom che dal porto, attraverso una tubatura lungo il torrente Fegino, porta il greggio fino alla raffineria di  Busalla. Per tutta la giornata di ieri i Vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente sistemando panne di contenimento lungo le sponde e in mare. Secondo le ipotesi più accreditate l’incidente pare sia avvenuto durante il trasferimento di greggio da una nave a seguito della rottura di una tubazione interrata dell’oleodotto che collega la raffineria di Busalla. Per quanto fanno sapere con una un nota della Iplom, l’incidente è avvenuto mentre era in corso il trasferimento di greggio da una nave nel Porto Petroli di Multedo.

 

Vigili del fuoco, Protezione civile e tecnici dell’Arpal hanno monitorato la zona per verificare la presenza di inquinanti nell’aria e misurare quanto greggio è finito nei due torrenti e anche in mare, anche se secondo le prime stime si tratta di una quantità modesta. La bassa Valpolcevera e la zona di Rivarolo nel ponente genovese hanno visto il susseguirsi di messaggi tra scuole chiuse, strade a senso unico, divieti di aprire le finestre delle abitazioni. Un susseguirsi di aggiornamenti man mano che ci si rendeva conto del danno.

 

Intanto nel Polcevera scorreva limaccioso maleodorante e denso il greggio che scendeva lento verso il mare. Nel tardo pomeriggio attraverso il Nucleo Operativo della capitaneria di Porto di Genova si è saputo che già erano stati bonificati 50 metri cubi di greggio emulsionati ad acqua. «Le operazioni di bonifica sono state possibili grazie all’installazione delle panne lungo i due torrenti Fegino e Polcevera e in mare. L’acqua e il greggio sono stati recuperati grazie all’impiego di autobotti di ditte private specializzate nelle bonifiche ambientali e saranno ora stoccati in apposti siti».

 

Un sospiro di sollievo è arrivato anche da parte dell’amministrazione comunale, il sindaco Doria ha assicurato: «I rilevamenti svolti dai tecnici dell’Arpal dicono che non esiste allo stato attuale nessun pericolo per la salute pubblica. Sono state inoltre avviate tutte le procedure per la bonifica del territorio e delle acque. Stiamo poi valutando se esistono i presupposti per chiedere il risarcimento per i danni subiti». Il monitoraggio continua e interessa anche alcuni pozzi nel subalveo del Polcevera. Si tratta di un inquinamento molto grave secondo il comandante della Capitaneria, Bonelli, che assicura sia stato scongiurato il peggio, ovvero la fuoriuscita del petrolio in mare aperto, grazie all'impiego di panne galleggianti e panne assorbenti, collocate alla foce del Polcevera.

 

Intanto tra gli abitanti di Fegino e della Valpocevera i nervi sono a fior di pelle. «La situazione è ormai insostenibile – racconta Antonella Marras del Comitato spontaneo Borzoli e Fegino –. Non vogliamo più subire questa servitù che va avanti da 50 anni. L’azienda dovrà bonificare tutto e poi essere delocalizzata o riconvertita. Questa volta non ci fermeremo: la misura è colma». Il dissesto ambientale provocato dalle industrie e dal loro indotto qui è sotto gli occhi di tutti. E la raffineria petrolchimica di Busalla è una mina a orologeria per rischi di incidente, oltre che per il tasso di inquinamento atmosferico che produce, anche per le diverse occasioni che in passato hanno creato problemi di tensione e pericolo sia per i lavoratori che per le popolazioni residenti, come l’incendio, nel luglio 2008, dopo quello del settembre 2005, che ha richiesto l'intervento dei Vigili del fuoco dei distaccamenti di Busalla, Bolzaneto e Genova aeroporto, e ha destato allarme negli abitanti delle case del vicino centro cittadino, che hanno ritenuto di costituirsi in comitato, allo scopo di attirare l'attenzione della Regione  e dell'allora Provincia di Genova.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons