Perdersi

Lisa Genova - Piemme
Lisa Genova

«Aveva una vaga sensazione di quello che intendeva dire, ma la specifica parola le sfuggiva». È il primo segnale, per Alice, che qualcosa non va. Il secondo arriva mentre percorre la solita via di casa: «Avrebbe voluto proseguire e invece si bloccò. Non sapeva da che parte fosse casa sua. Posti che conosceva benissimo non trovavano collocazione nella sua mappa mentale per indicarle dove abitava». Non sono i soliti piccoli tipici disturbi della memoria, propri dell’età o della menopausa. «Si mise a piangere forte. Faticava a respirare. Aveva 50 anni e si sentiva sul punto di perdere il controllo della sua mente». La diagnosi: forma presenile di Alzheimer.
L’autrice di Perdersi, Lisa Genova, è neuropsichiatra e nel libro descrive il decorso della malattia in tutti i suoi aspetti. Da quelli genetici (i figli di Alice fanno l’esame per vedere se sono predisposti alla malattia) al declino cognitivo («le parole sembravano ammucchiarsi, gli improvvisi cambiamenti di argomenti le risultavano difficili da prevedere e da seguire, la comprensione ne soffriva»), alle conseguenze sociali («un cancro era qualcosa contro cui potersi battere. C’erano la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia. La sua famiglia e la sua comunità l’avrebbero sostenuta nella lotta e l’avrebbero considerata nobile. L’Alzheimer invece era una brutta bestia, non c’erano armi che potessero abbatterlo. Alice si aspettava di essere emarginata»). Mentre lei voleva ancora «altre giornate tiepide di sole e altri coni gelato».

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