Percorsi sinodali per l’Italia

Lo Spirito al centro e i tre binomi per un discernimento comunitario. Gli interventi del Segretario Generale della CEI, Stefano Russo e del teologo Piero Coda al convegno sulla sinodalità promosso dai Focolari.
Fonte: Ufficio Stampa Movimento dei Focolari Italia

Più che un convegno potremmo definirlo un laboratorio. I lavori nei gruppi sono infatti importanti come le relazioni in plenaria, e gli strumenti per la collaborazione online sono ormai rodati dai 18 mesi di pandemia. Le stanze di lavoro in zoom si affiancano ai gruppi in presenza al Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine, ma tutti insieme i 300 partecipanti hanno ascoltato le letture complementari offerte da due importanti esponenti della chiesa italiana: il Segretario Generale della CEI, Stefano Russo, che ha aperto i lavori ieri mattina, 24 agosto, e Piero Coda, teologo e membro della commissione teologica internazionale, che è intervenuto questa mattina, 25 agosto. La realtà della Chiesa italiana in cammino verso il Sinodo, e il “discernimento comunitario” alla luce del carisma dell’unità: l’istituzione e il carisma. Efficaci solo se insieme.

Nel suo intervento mons. Russo ha ripercorso con i partecipanti le varie tappe del cammino delle Chiese in Italia, a partire dal Convegno ecclesiale di Firenze e all’intervento di Francesco che ha voluto spingere con forza la chiesa italiana ad un’uscita più concreta verso i bisogni reali della gente annunciando la gioia del Vangelo. Questo cammino di comprensione e attuazione è già in atto nel nostro Paese, e va ad inserirsi adesso in quello del Sinodo universale che rovescia le prospettive: si comincia dal basso. Come? Seguendo lo Spirito Santo. È questo il vero sconvolgimento, e mons. Russo lo riprende più volte, spiegando come la Chiesa italiana si trovi a passare dai piani decennali degli “orientamenti” che dovevano essere applicati a cascata nelle diocesi e nelle parrocchie, a modalità più snelle, e soprattutto al “rischio” di non programmare tutto. Di aprirsi alla creatività dello Spirito e all’ascolto del popolo di Dio. Una sintesi di queste idee è riflessa nella Carta d’Intenti (vedi articolo di Silvio Minnetti a riguardo) e Russo non ha mancato di sottolineare il riferimento all’urgenza «di una nuova stagione di solidarietà e carità, per venire incontro all’aumento prevedibile e drammatico delle povertà materiali e della solitudine spirituale; la forza dell’impegno civile attraverso i corpi intermedi della società che è stato il collante nel momento della crisi; e, non da ultimo, la pratica di una cittadinanza e di un servizio politico all’altezza della ripresa auspicata». Prossimo appuntamento, infatti, è proprio la Settimana sociale dei cattolici italiani a Taranto dal 21 al 24 ottobre prossimi.

Fatto il quadro del cammino che attende l’Italia, la riflessione oggi si è spostata sul come vivere queste tappe. L’intervento di Piero Coda sul discernimento comunitario non ha fatto sconti. Occorre una conversione personale e una vita cristiana autentica, facendo vivere il profilo mariano nella Chiesa, “un profilo generativo”. Il discernimento comunitario, infatti, precisa Coda, «non è una tecnica di gestione di un’organizzazione: si tratta di vivere per generare Cristo in mezzo a noi». Stando nel continuo ascolto dello Spirito, «di fronte al quale siamo sempre degli apprendisti», può cominciare il cammino insieme, «mettendo in moto l’attenzione pedagogica e la gradualità (= pazienza) che il cammino esige». Con questa premessa, Coda spiega poi tre binomi necessari perché si possa attuare questo discernimento, tre coppie di atteggiamenti: intenzione/umiltà; obbedienza/parresia; sentire nello Spirito/pensare sinodale.

Un approfondimento di alcuni di questi aspetti si può trovare nel documento “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, redatto dalla commissione teologica internazionale, ma un cenno va fatto al nodo tra autorità e consenso, che viene al pettine nei processi di decision making e decision taking che vogliono essere sinodali. In questo la via maestra, afferma Coda, è «continuare a lasciarsi educare dallo Spirito», ad ogni livello, quale sia la responsabilità che si ricopra. E conclude citando papa Francesco a Loppiano, che a braccio, parlando della gestione dei conflitti, aggiunge: «Come avrebbe reagito Maria a questo? Questa è una vera scuola per andare avanti. Perché lei è la donna della fedeltà, la donna della creatività, la donna del coraggio, della parresia, la donna della pazienza, la donna del sopportare le cose. Guardate sempre questo, questa laica, prima discepola di Gesù, come ha reagito in tutti gli episodi conflittuali della vita del suo figlio. Vi aiuterà tanto».

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