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Italia > Storie di vita

Perché morire prima del tempo?

a cura di Concetta Paolello

- Fonte: Città Nuova

In questi mesi ho scremato amicizie e rapporti, anche le priorità sono cambiate…

È difficile spiegare che cosa si prova ad avere il cancro. Ti si mescolano dentro mille emozioni e sentimenti diversi che cambiano ogni attimo. Ho affrontato tutto in modo credo positivo finché non mi è stato detto che il cancro si era esteso: in quel momento tutto è cambiato. Non ero più la persona razionale e calma di sempre, ma ero diventata una pazza che urlava e si svegliava la notte piangendo a singhiozzo, senza controllo.

Ho avuto bisogno di medici capaci e umani che mi hanno saputo spiegare la situazione infinite volte, ogni volta che ne ho avuto bisogno… e avevo bisogno del mio tempo, ho ancora bisogno di tempo.

Nodulo, massa, pallina, tumore, cancro: non sai come chiamarlo, o forse lo sai ma dire quel nome è come ammettere qualcosa di grande e spaventoso. Fa paura, fa tanta paura. La mia prima reazione è stata quella di proteggermi da tutto e tutti, limitare il contatto con le persone che potessero chiedermi qualcosa, evitare il mondo esterno già ammalato di Covid.

Poi ho pensato a ciò che stavo affrontando, alla terapia che mi faceva sentire a terra fisicamente, alle ossa doloranti, al piede che faticavo ad appoggiare a terra… perché morire prima del tempo? Ho ricominciato a fare progetti a breve termine, come mi ha consigliato la psicologa, perché pensare a lungo termine mi crea ansia e non riesco ancora a gestirla così bene.

In questi mesi ho scremato le amicizie e i rapporti, anche le priorità sono cambiate. Ho avuto modo di riconoscere molta ignoranza e superficialità nelle persone che ho incontrato sulla mia strada. Frasi come «Ti trovo bene, hai ancora i capelli», oppure «Pensavo di trovarti peggio», ne sono solo un esempio. Come se dovesse essere tutto come nei film.

Il mio corpo è ormai la custodia della vecchia me; ogni tanto, senza motivo, l’ansia mi travolge e nella mia testa si crea un vortice: «Riuscirà la terapia a tenerlo fermo? Riuscirò a vedere crescere mia figlia? Non voglio andarmene…». Paura, tanta paura. Ad un certo punto focalizzi la situazione e ti calmi, torni ai tuoi piccoli ma preziosi progetti fino al prossimo momento di paura, che gestirai sempre meglio. Sono in terapia da un anno, sto risistemando la casa, mi sono sposata e progetto di rientrare al lavoro.

L’ultima crisi? A una settimana dal matrimonio, per troppa felicità… perché ho pensato che stesse andando tutto troppo bene, ma in fondo il mio bagaglio da portare ce l’ho già. Ho ancora bisogno di tempo.

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