Carlo, come hai conosciuto Città Nuova?
Ho conosciuto Città Nuova nel 1975. Mi fece l’abbonamento un mio amico sacerdote, molto sui generis (scoprii più tardi che era focolarino). Era l’anno della tragica morte di Pier Paolo Pasolini e la stampa faceva a gara nel pescare nel fango. CN mi colpì per il senso di rispetto verso la persona del defunto, il non giudizio, l’apprezzamento delle sue qualità artistiche-letterarie ed un forte senso di misericordia. Oggi, a mezzo secolo di distanza, mi sembra sia questo il senso delle rievocazioni attuali. Mia moglie Rita rimase colpita che pur essendo CN una rivista cattolica, non era di parte e contra adversis, ma aperta a tutta l’umanità.
Perché la segui da tanti anni?
Ho continuato ad esserne un fedele lettore sia perché è una delle poche fonti di stampa libere e quindi, per quanto umanamente possibile, oggettiva, sia per un forte senso di gratitudine. Per dirla con il nostro sommo poeta anche io «nel mezzo del cammin di nostra vita (avevo 40 anni) mi ritrovai in una selva oscura, la cui dritta via era smarrita». CN è stata il mio Virgilio che mi ha condotto alla sorgente della Luce. Dopo infatti una Mariapoli ad Assisi, nel 1976, mi sono trovato immerso nel mondo focolarino.
Ricordi qualche articolo o numero in particolare?
La CN attuale, anche nella veste WEB, ha fatto passi da gigante ed è sempre più interessante con un elenco di firme FAVOLOSO. Alcuni giorni fa ho scaricato dal web un articolo di Lucia Capuzzi del 18/11/25 intitolato Le domande scomode che i giornalisti devono fare. Sarebbe da distribuire in tutte le città come volantino con appositi elicotteri!!!
Un numero particolarmente interessante è stato il n° 8 di agosto 2025. Mi ha colpito l’articolo di Vera Negri Zamagni (l’ultimo cognome attira!): è così vero, ovvio, lampante! Non ci avevo mai riflettuto. Da lì ho letto con attenzione tutto il fascicolo e mi son detto: anche se costasse 100 euro CN meriterebbe di essere letta da TUTTI.
Cosa diresti per proporre CN a una giovane famiglia?
È una bella idea! A metà dicembre viene a trovarmi mio nipote che da un mese mi ha reso bisnonno; glielo proporrò e gli regalerò l’abbonamento.

La bella famiglia di Carlo Sguilla