Per una risoluzione dei conflitti internazionali. I nuovi protagonisti della mediazione

La caduta del comunismo ha portato a ciò che il filosofo Francis Fukujama definisce il “mercato comune” delle relazioni internazionali ed alla diminuzione, su larga scala, delle occasioni di conflitti tra Stati. Si è piuttosto riscontrato un aumento della violenza etnica e nazionalista. La fine della guerra fredda e la contrapposizione in blocchi che la contraddistingueva, ha anche liberato energie creative in molte organizzazioni non governative, permettendo loro, di avere un proprio importante ruolo di mediazione. La presenza di organizzazioni non governative, anche di ispirazione religiosa, in territori dove i conflitti sono in atto, li ha trasformati in credibili mediatori. Su questi temi presentiamo un’intervista al professor Andrea Bartoli, vicepresidente di Sant’Egidio, arrivato a New York nel 1992 per rappresentare la Comunità presso le Nazioni Unite e il governo degli Stati Uniti durante i colloqui di pace per il Mozambico. L’esperienza lo ha portato a pensare e a fondare un Programma di Risoluzione dei Conflitti Internazionali presso la prestigiosa

 

School of Internationaldella Columbia University di New York, dove 

and Public Affairs

oggi dirige il programma ed insegna.

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