Per chi è suonata la campanella ?

Settembre ha riacceso l’attenzione sul rapporto famiglia-scuola. La famiglia genera e cresce gli uomini di domani, conscia del suo dovere-diritto di mantenerli, educarli ed istruirli. La società è chiamata a sussidiare la famiglia nella sua azione formativa in piena sinergia, garantendole i diritti relativi, rispettandone le scelte, sostituendola in caso di assenza. Ora questo delicato rapporto, che è in certo modo la prima interazione tra la società civile e l’istituto famigliare, non è sempre facile. La famiglia, ad esempio, a volte è tentata di delegare totalmente la sua funzione formativa, quasi un cliente che paga e pretende i servizi. Una recente indagine Censis dice che il 40 per cento delle famiglie soffre di un complesso di inferiorità nei confronti delle altre agenzie educative e si reputa incapace di trasmettere valori positivi, mentre il 64 per cento di esse si sente abbandonato dalle istituzioni sociali. La scuola a sua volta è spesso attraversata da tentazioni di prassi consolidate e rassicuranti, evitando le scomodità del dialogo, del mettersi in discussione con le famiglie, restando in atteggiamento di difesa dalla cosiddetta partecipazione democratica dei genitori, residuo dei mitici organi collegiali del 1974. Non solo. La scuola deve fare i conti col programma politico del governo in carica. E questa matrice ideologica è fonte, a volte, di confusione e perplessità. È la congiuntura che stiamo vivendo. La riforma Moratti non era ancora del tutto applicata e già si cambia, con grande preoccupazione dell’associazionismo famigliare, che aveva raggiunto un certo livello di collaborazione col precedente dicastero. Tranquilli – dice il ministro Giuseppe Fioroni -, salverò tutto ciò che c’è di buono nella precedente riforma. Lavorerò per ridare serenità al mondo della scuola. La mia aspirazione è liberarla da tutte le conflittualità, evitando ogni forma di ideologizzazione… La scuola è il cantiere della piena cittadinanza, e ogni giorno ciascuno di noi deve fare la propria parte per costruirla con serietà, anche nelle piccole cose. Speriamo bene. La campanella ha suonato quest’anno anche per 518 mila primini e per 500 mila bambini e adolescenti stranieri; un dato in espansione. Stiamo formando il popolo italiano di domani. Abbiamo la grande chance di far crescere le radici di un mondo più unito. La campanella è suonata per tutti.

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