Pechino 2022, si parte

Con la cerimonia di apertura, in programma venerdì 4 febbraio, prenderà il via ufficialmente la ventiquattresima edizione dei Giochi olimpici invernali.
Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, foto Ap

L’appuntamento, come direbbe qualcuno, è da segnare in agenda con il cerchietto rosso. Venerdì 4 febbraio, quando in Italia saranno le 13.00 (corrispondenti alle 20.00 in Cina), a quasi quattordici anni dalle spettacolari cerimonie estive del 2008, lo Stadio Nazionale di Pechino (noto anche come Bird’s Nest – Nido d’uccello) ospiterà ancora una volta una cerimonia di apertura olimpica. Questa volta, però, lo farà per i Giochi olimpici invernali.

La capitale cinese, una città in cui normalmente nevica poco (si trova in pianura, in una delle aree più aride di tutto il Paese), e che si prepara a rigidissime misure per evitare il diffondersi di contagi, diventerà così la prima metropoli sede sia dei Giochi estivi (quelli appunto del 2008), che di quelli invernali.

Come da tradizione, la sfilata degli atleti dei Paesi partecipanti durante la cerimonia avverrà secondo l’ordine alfabetico della nazione ospitante (in questo caso il cinese mandarino). Tranne alcune eccezioni. Ad aprirla, infatti, sarà come sempre la Grecia, in qualità di primo Paese ad aver ospitato un’edizione dei Giochi olimpici moderni (Atene 1896), mentre a chiuderla sarà la Cina, in questo caso perché nazione ospitante. La rappresentativa italiana, invece, nonostante l’ordine alfabetico cinese l’avrebbe vista sfilare per ottantunesima, sarà la penultima ad entrare nello stadio. Questo perché saremo proprio noi ad ospitare la prossima edizione dei Giochi invernali, quelli del 2026, organizzati dall’accoppiata Milano-Cortina. Portabandiera azzurra, in sostituzione dell’infortunata Sofia Goggia (che sta provando a recuperare a tempo di record da un infortunio), sarà Michela Moioli, oro quattro anni fa nello snowboard.

Secondo una tendenza già iniziata a Torino nel 2006 (il capoluogo piemontese si trova a 240 metri di altitudine e ha quasi un milioni di abitanti), proseguita poi con Vancouver nel 2010 e Sochi nel 2014 (località che addirittura affacciano sul mare), anche questa volta la scelta del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) non è ricaduta su una “piccola”, ma affascinante città di montagna, come sono state ad esempio in un recente passato Albertville (1992) o Lillehammer (1994), quanto piuttosto su un grande centro urbano con le montagne non troppo distanti (in particolare, le zone di Yanqing e di Zhangjiakou, che ospiteranno gli sport che si disputano sulla neve, sono situate rispettivamente a circa 80 e 200 chilometri dalla capitale cinese).

Il tutto, neanche a dirlo, per favorire gli interessi economi dei network televisivi che pretendono di valorizzare al meglio i tanti soldi versati nelle casse del CIO. Ecco allora che la scelta ricade ormai sempre di più su città in grado di allestire enormi stadi e palazzetti, capaci di esaltare al meglio lo spettacolo delle cerimonie e di una parte delle gare olimpiche. Città con strutture che possono ospitare un numero di persone decisamente fuori dalla portata di una località di montagna, ma che purtroppo però, almeno questa volta, e come già accaduto la scorsa estate per i Giochi estivi di Tokyo, rimarranno quasi vuote. Il pubblico, infatti, sarà molto limitato (in queste ultime ore si sta valutando una possibile presenza di spettatori fino ad un massimo del 30% della capienza dei vari impianti), e quella festa di colori e quel clima di gioia caratteristico delle Olimpiadi, anche questa volta verranno duramente messi alla prova dalle conseguenze della pandemia.

Le novità nel programma di gara e i protagonisti annunciati
Quasi 2.900 atleti, provenienti da 91 diversi Paesi (tra di loro per la prima volta nella storia dei Giochi invernali vedremo in gara anche rappresentanti di Arabia Saudita e Haiti), competeranno nei prossimi giorni nelle 109 gare che compongono il programma di questa edizione a cinque cerchi (clicca qui per approfondimenti sugli orari delle finali e sui probabili protagonisti di ciascun evento), con sette novità rispetto all’edizione disputata quattro anni fa a Pyeongchang, in Corea del Sud. Si tratta, più nello specifico, della prova di singolo femminile nel bob, delle gare maschili e femminili di big air nel freestyle, e di quattro nuove prove miste (nello short track, nel freestyle – specialità aerials -, nello snowboard, e nel salto con gli sci). Alla fine, a dominare il medagliere sarà quasi certamente la Norvegia, che punterà a superare le 40 medaglie complessive.

Ma chi sarà “il” o “la” protagonista di queste Olimpiadi? Sono diverse le star degli sport invernali che possono ambire al ruolo di “personaggio” di questi Giochi. Impossibile citarli tutti, anche se uno di questi è certamente il giapponese Hanyu Yuzuru, a caccia del terzo titolo olimpico consecutivo nel pattinaggio artistico. Nello sci alpino, attenzione rivolta alla statunitense Mikaela Shiffrin, nello snowboard occhio ad una “leggenda” come l’americano Shaun White, mentre nel pattinaggio di velocità ci sarà in gara anche l’olandese Ireen Wust, l’atleta più medagliata nel suo sport nella storia dei Giochi invernali (per lei sin qui ben 11 medaglie a cinque cerchi). Noi segnaliamo anche la diciottenne cinese Ailing Eileen Gu, nome non conosciutissimo al grande pubblico, che gareggerà nel freestyle: ne sentiremo parlare!

Le ambizioni italiane
E sul fronte azzurro? Se è vero che sarà quasi impossibile ripetere i fasti dei Giochi estivi di Tokyo della scorsa estate, l’obiettivo sarà quello di provare comunque a fare meglio di quattro anni fa quando, nei Giochi invernali di Pyeongchang, l’Italia conquistò in tutto dieci medaglie (tre d’oro, due d’argento e cinque di bronzo). A Pechino saremo presenti in tutte le discipline, eccezion fatta per l’hockey su ghiaccio, con 118 partecipanti (72 uomini e 46 donne), e con diversi atleti che hanno concrete ambizioni di conquistare una medaglia. Si va da Francesca Lollobrigida, Davide Ghiotto e Andrea Giovannini, che vedremo impegnati nel pattinaggio di velocità, ad Arianna Fontana, già vincitrice di un oro, due argenti, e cinque bronzi olimpici nelle quattro precedenti partecipazioni a cinque cerchi. Nella sua disciplina, lo short track, la ragazza valtellinese e i suoi compagni di nazionale (tra cui Pietro Sighel e Martina Valcepina) potranno regalarci altre soddisfazioni, così come ci si aspettano buone cose anche dallo sci alpino, sport dove disponiamo di diversi atleti in grado di ben figurare (da Dominik Paris ad Alex Vinatzer e Luca De Aliprandini in campo maschile, da Marta Bassino a Sofia Goggia e Federica Brignone sul fronte femminile).

Da seguire poi le prove di snowboard, dove schiereremo tra gli altri atleti del calibro di Roland Fischnaller e della nostra portabandiera Michela Moioli, ma soddisfazioni potrebbero arrivare anche nel biathlon (Dorothea Wierer e Lukas Hofer gli azzurri di punta), nello slittino (in particolare con Dominik Fischnaller), e nello sci di fondo (dove andrà seguito soprattutto Federico Pellegrino). Curiosità anche per la prova di Valentina Margaglio nello skeleton.

Per il resto, non ci resta che sperare ancora in quello “stellone azzurro” che nell’anno da poco concluso tante soddisfazioni ha regalato agli sportivi italiani. Buona fortuna ragazzi!

 

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