Sfoglia la rivista

In profondità > Scenari

Papa Leone ai giovani: continuiamo a sperare insieme!

a cura di Vittoria Terenzi

- Fonte: Città Nuova

Dal Giubileo dei giovani emerge un desiderio di chiesa, intesa non come struttura o istituzione, ma come comunione. Intervista a don Andrea Cavallini, sacerdote di Roma e professore di filosofia presso la pontificia università gregoriana

Papa Leone XIV a Roma Tor Vergata . ANSA/FABIO FRUSTACI

«Voi siete sale della terra, luce del mondo: portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di un messaggio di speranza». Con queste parole papa Leone XIV ha incoraggiato tutti i giovani, presenti a Tor Vergata per il loro giubileo, ad essere discepoli missionari nella vita quotidiana, in famiglia, nelle relazioni con gli altri.

In questa occasione, ha anche confermato l’appuntamento a Seoul, in Corea, dal 3 all’8 agosto 2027, per la Giornata Mondiale della Gioventù che avrà come tema: «Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33).

Don Andrea Cavallini, sacerdote di Roma e professore di filosofia presso la pontificia università gregoriana, che ha partecipato alla veglia e alla santa messa a Tor Vergata insieme ai giovani, ci racconta l’emozione di questi giorni.

Don Cavallini, cosa l’ha colpita di più di queste giornate?
Mi ha colpito molto la città piena di gruppi di ragazzi, la gioia che si respirava e il desiderio di stare insieme e di ritrovarsi: penso che questo desiderio di comunione e di comunità sia molto forte nei ragazzi. Dal punto di vista spirituale è un desiderio di chiesa, intesa non come struttura o istituzione, ma come comunione.

La veglia a Tor Vergata insieme a papa Leone XIV ci ha restituito un’istantanea di tanti giovani maturi, che sono stati a lungo in silenzio e in raccoglimento davanti a Gesù Eucaristia. È un segnale di speranza, di una Chiesa che cammina nella giusta direzione?
La veglia è stata veramente un momento di preghiera. L’adorazione eucaristica è una forma di preghiera e quindi mi sembra che sia stata la testimonianza che nel cuore dei ragazzi c’è un desiderio di preghiera, di rapporto con Gesù, con il Padre, con lo Spirito Santo. C’è desiderio di adorazione, di stare davanti a Dio.

Il papa ha detto che questo giubileo è stato «una cascata di grazia per la Chiesa e per il mondo intero». Ha anche ricordato i giovani di Gaza, dell’Ucraina, di ogni terra insanguinata dalla guerra, dicendo che «con Cristo è possibile un mondo diverso». In che modo si possono accompagnare i giovani a camminare in questa direzione e che esempio possiamo dare noi adulti?
Credo che il desiderio di pace sia molto presente nel cuore di ciascuno dei ragazzi che ha partecipato al giubileo. Cosa possiamo fare noi adulti? Possiamo e dobbiamo educare: allenare le menti a riconoscere l’ingiustizia, allenare i cuori a desiderare la giustizia perché senza giustizia non ci può essere pace. Credo che la chiesa, intesa come comunità, possa essere un laboratorio di pace. Non solo in questi grandi eventi che sono importanti a livello di motivazione e di incontro con persone molto diverse, ma anche nella vita concreta e locale delle parrocchie e dei gruppi.

Papa Leone XIV, come fece anche Giovanni Paolo II 25 anni fa, ha indicato ai giovani la meta alta della santità: «Aspirate alla santità, non accontentatevi di meno», ha detto. Una santità incarnata nel quotidiano, tra le persone a cui i ragazzi dovranno portare la luce del Vangelo. In che modo la chiesa dovrà sostenere i giovani che hanno ricevuto questo mandato e aiutarli a realizzarlo?
Il Papa ha indicato un ideale di santità concretizzato in due figure di ragazzi: i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis. Mi sembra il desiderio di fornire dei modelli concreti da imitare. Certamente questa è una parte dell’educazione. D’altro canto, è importante che come Chiesa educhiamo ciascun ragazzo a cercare la propria forma di santità personale, che per forza di cose non potrà essere uguale a quella degli altri. Lo Spirito agisce in modo unico nella vita di ciascuno e quindi è molto importante che accompagniamo i ragazzi a conoscere se stessi, ad accettare se stessi e a lasciare che lo Spirito operi in loro per fare qualcosa di unico a servizio di tutto il mondo.

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876