Una pagina di buona politica

Il punto, da parte del Tavolo Parlamentare sulle povertà educative e dispersione scolastica, all'indomani della costituzione dell'intergruppo omonimo. Particolare attenzione è stata posta al ruolo dei docenti e delle famiglie
Un'insegnante in classe

«Oggi abbiamo scritto una pagina di buona politica!». È stato questo il commento di Argia Valeria Albanese, presidente del MPPU, a conclusione del Tavolo Parlamentare sulle povertà educative e dispersione scolastica che si è tenuto giovedì 27 luglio in videoconferenza.

Una “carezza” per chi porta avanti questa iniziativa con tanto entusiasmo e voglia di contribuire ad un cambio di passo nella scuola, sperimentando un metodo di confronto veramente costruttivo. Una realtà non certo scontata in un mondo politico frammentato, caratterizzato da giochi spesso contrapposti.

Il lavoro va avanti da qualche anno con determinazione da parte di una quindicina di associazioni professionali di docenti, dirigenti, studenti e famiglie tra le più rappresentative del settore a livello nazionale. La chiusura del collegamento, che durava da più di due ore, non è stato un atto liberatorio, ma un momento di soddisfazione nella comune volontà di continuare assieme.

Ma cosa c’è stato di diverso questa volta? Un interesse sempre più grande da parte degli esponenti politici, anche di qualcuno di loro non direttamente impegnato nel settore-scuola, e un riconoscersi reciprocamente attori reali in un confronto costruttivo. Aspetto questo ben evidenziato da Carlo Di Michele, presidente di Diesse, nel suo intervento introduttivo, in cui ha sottolineato come la prima risorsa della scuola sia data da chi la vive in prima persona. Ecco il perché dell’importanza dell’associazionismo professionale che consente a docenti, studenti e dirigenti scolastici di fornire alle forze politiche il contributo insostituibile della loro esperienza “sul campo”, per superare le sfide del nostro tempo in maniera collaborativa, non individualistica. Il cambiamento nella scuola, ha ribadito Di Michele, non può essere dato da progetti di durata limitata nel tempo, ma da investimenti mirati ad affrontare questioni strutturali che la affliggono da anni, come la mancata valorizzazione (sia sul piano economico sia professionale) dei docenti e dei dirigenti scolastici.

La riunione del 27 luglio aveva primariamente lo scopo di far conoscere il neonato Intergruppo parlamentare sulle povertà educative, costituitosi anche su impulso dello stesso Tavolo, ai rappresentanti delle organizzazioni e associazioni professionali, di studenti e famiglie legate al mondo della scuola, ma è stato anche un’occasione per esprimere riflessioni “a caldo” sulle più recenti novità normative in materia di Istruzione e di conoscere le prospettive verso cui si sta muovendo il Parlamento per affrontare le sfide dell’educazione e della formazione delle nuove generazioni.

A dare un quadro di come stia agendo l’attuale governo è stata l’on. Paola Frassinetti, Sottosegretario al ministero dell’Istruzione e del Merito, nonché responsabile nazionale scuola di Fratelli d’Italia, che ha elencato una serie di misure da poco introdotte per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica.

L’on. Irene Manzi, del Partito Democratico, che ha assunto il ruolo di coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare, ha annunciato la messa in cantiere di una proposta di legge a firma degli on. Malpezzi e D’Elia, sul finanziamento dei Patti di Comunità ed ha osservato come ci siano ancora delle distanze tra i vari schieramenti politici riguardo alla definizione dei parametri del dimensionamento scolastico, ossia dei criteri con cui decidere il numero di alunni minimo per garantire ad una scuola di poter conservare la propria autonomia, senza essere “accorpata” ad altri istituti.

L’on. Rosaria Tassinari di Forza Italia ha annunciato invece l’avvio di una commissione Bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza ed ha espresso il desiderio di poter avere il Tavolo Parlamentare come interlocutore privilegiato.

La parola è passata quindi ai rappresentanti delle organizzazioni e associazioni professionali, con la condivisione di una serie di iniziative tipiche di chi lavora sul campo ed è alla ricerca di strategie e metodologie sempre più rispondenti alle attuali necessità. Patrizia Sciarma dell’ADI ha annunciato l’avvio di un seminario internazionale, il prossimo autunno, proprio sulla dispersione scolastica e l’elaborazione di una “Carta della Scuola del NOI”. Paola Bortoletto (ANDIS) ha sottolineato come non bastino progetti finanziati con il PNRR per risollevare la scuola, ma occorrono misure strategiche di lungo periodo, come ad esempio il potenziamento dei Patti educativi di Comunità.

Raffaella Briani ha riferito i punti essenziali delle proposte avanzate dall’Associazione Nazionale Presidi in questa Legislatura: maggiore flessibilità dei curricoli, valorizzazione della DDI, valutazione formativa e arricchimento del profilo professionale dei docenti.

Valentina Chinnici (CIDI), con la sua esperienza nelle difficili realtà palermitane, ha invitato il Tavolo a restare ancorato a questioni concrete, come la chiusura di istituti scolastici collocati in regioni interne o periferiche del Paese ed in particolare nel Mezzogiorno, fattore questo che rischia di allargare la forbice delle disuguaglianze educative.

Sandra Mugnaioni di EdU si è soffermata sulle cifre drammatiche riguardanti, in Italia, il fenomeno degli ELET (ossia i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato prematuramente il percorso di studi) e dei NEET (giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano), delineando alcuni livelli di intervento per arginare questi fenomeni, come investimenti ad hoc da parte del governo e importanza del ruolo degli insegnanti nel saper “leggere” tempestivamente i sintomi del disagio.

Mirco Cecchinato (FISM) ha fatto notare come gran parte delle risorse che gli ultimi governi hanno destinato al contrasto della dispersione scolastica sono state destinate agli alunni in età scolare, ma poco è stato fatto per potenziare invece quel segmento 0-6 anni o 0-3 anni nel quale invece iniziano a manifestarsi i primi segni del disagio. È necessario, insomma, secondo FISM, potenziare gli asili nido e le scuole materne, soprattutto nelle aree a maggiore rischio.

Michele De Beni (IUS-Sophia) ha invitato tutti ad ascoltare il “grido di disperazione” dei giovani di oggi, che in un mondo in grande cambiamento sono spesso lasciati soli nella ricerca di punti di riferimento. Va quindi prestata dovuta attenzione, secondo De Beni, alla preparazione e alla formazione del personale docente nell’importante campo della relazione educativa. Vincenzo Pantalena (Rete Insegnanti Italia) ha richiamato la necessità di rendere l’introduzione dei percorsi di orientamento nelle scuole il trampolino di lancio per la valorizzazione delle competenze personali, sociali e civiche nel curricolo scolastico, di modo che gli alunni vengano accompagnati in un percorso di crescita integrale.

Pinella Crimì del Forum delle Associazioni Familiari, ha espresso soddisfazione per l’importanza riconosciuta in questo lavoro di rete alle famiglie, concepite non come “destinatarie” del servizio scolastico, ma indispensabili alleate, insieme alla scuola, nel mettere al centro degli sforzi di riforma il percorso di crescita degli studenti; ha inoltre richiamato l’importanza di curare bene l’orientamento sin dal primo ciclo di istruzione.

Nei saluti finali, Argia Valeria Albanese ha evidenziato con soddisfazione come si vada sempre più delineando il ruolo prezioso di “accompagnamento” che il Tavolo può e deve rivestire nella dimensione del dialogo e della condivisione di sforzi e idee, rispetto al compito del legislatore che, come è naturale, deve conservare, anche tramite questi canali, il contatto con il corpo sociale per poter trovare ispirazione autentica alle proprie scelte.

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