Ortodossia in Italia oggi

Incontro nazionale di studio e riflessione teologica, spirituale e pastorale. I 50 anni di attività pastorale del metropolita Gennadios
s.e. Gennadios

L’immigrazione dai Paesi dell’est Europa in Italia è in aumento. Se ne parla spesso su giornali e tv, ma rimane sempre in secondo piano l’effetto che questo comporta sul piano della vita religiosa e delle possibilità di dialogo ecumenico, dato che la stragrande maggioranza di questi immigrati sono cristiani di tradizione ortodossa. Lo ha messo bene in evidenza l’incontro nazionale di studio e riflessione teologica, spirituale e pastorale su “L’Ortodossia in Italia oggi”, svoltosi il 26 Novembre 2010 a Roma, per fare il punto della presenza ortodossa in Italia e proiettarla nel futuro.

 

Il «Comitato san Giorgio dei greci», promotore dell’iniziativa, intendeva anche festeggiare i 50 anni di attività pastorale di sua eminenza il metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta per il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.

 

Nell’atmosfera sacra generata dalla celebrazione dei vespri, si sono susseguite una serie di relazioni dedicate alla storia, alla presenza attuale ed alla testimonianza dell’ortodossia in Italia, insieme ad altre di carattere ecumenico sull’impegno delle Chiese per la promozione dei valori cristiani. Ne è uscito un quadro complessivo ricco di testimonianze di reciproca accoglienza tra le chiese.

 

In particolare, nella presentazione storica della presenza russa in Italia, l’arcivescovo Innocenzo, del Patriarcato di Mosca, ha sottolineato l’accoglienza ricevuta in molte comunità parrocchiali della Chiesa cattolica e dalla Comunità di S. Egidio. Gli altri interventi dei rappresentati delle varie Chiese ortodosse nazionali hanno descritto il rapido aumento della presenza dei fedeli in questi anni e la collaborazione con la Chiesa cattolica. 

 

Commoventi le parole del prof. Jacov, arrivato in Italia come rifugiato durante il regime del socialismo reale, che ha presentato in modo accorato la richiesta dei fedeli di tutte le chiese: vedere realizzata l’unità nella molteplicità delle tradizioni. Attento alla dimensione sociale e politica l’intervento del prof. Maselli che ha approfondito le sette diverse forme di riconoscimento che le Chiese hanno ottenuto dallo Stato italiano.

Secondo mons. Battaglia, la coscienza che la globalizzazione non ha prodotto omologazione, ma un multiculturalismo che spinge verso la reciproca indifferenza, ci interroga sulla nostra appartenenza a tradizioni diverse nella ricerca di una nuova intelligenza dell’identità cristiana. Identità che cresce nel dialogo dell’amore e nell’ecumenismo spirituale, con esperienze significative che vengono da Comunità di S. Egidio, Movimento dei focolari e comunità come quella di Bose.

 

La parabola della storia personale del metropolita Gennadios, presentata dall’archimandrita Yfantidis, ha evidenziato come comunicare i valori eterni dell’ortodossia usando il metodo del dialogo, sottolineando la collaborazione tra clero e laici, aprendo nuove comunità che hanno portato alla costituzione di settanta parrocchie e sei monasteri in Italia. Una parabola storica arricchita della testimonianza diretta del metropolita Gennadios, il quale ha ricordato l’incarico di recarsi in Italia ricevuto dal patriarca Atenagora, il quale gli confidava: «Amiamo anche la Chiesa cattolica. Ha anche ringraziato Dio per aver conosciuto cinque diversi papi, per aver intrapreso un dialogo sempre fraterno con tanti sacerdoti e vescovi, e per aver accolto fedeli di tutte le chiese ortodosse. Ha richiamato infine la bella immagine di san Giovanni Crisostomo secondo cui il prete è come un porto di mare in cui chiunque può approdare, evidenziando che se non aiutiamo l’uomo, chiunque sia, la nostra fede è vana.

 

Al termine dell’incontro riaffiorava nel cuore, nonostante le divisioni ancora esistenti, la domanda di Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?» (cfr. Rm 8,35), anzi «Chi ci separerà l’uno dall’altro se Cristo è già tra noi nell’amore reciproco?». Forse questa è una chiave per prospettare il futuro dell’ortodossia in Italia.

 

I relatori

Nell’ambito del convegno, sono state tenute relazioni, tra gli altri, dal metropolita Gennadios, dall’arcivescovo Innocenzo del Patriarcato di Mosca, dai professori D. Maselli, pastore della chiesa valdese, e M. Jacov, dal sac. G. Battaglia dell’ufficio per il dialogo ecumenico della Cei, dal sac. C. Bobchev, vicario episcopale per la Chiesa ortodossa bulgara, dal sac. F. Vasiltsev della Chiesa ortodossa ucraina, dall’archimandrita E. Yfantidis, vicario generale dell’arcidiocesi ortodossa d’Italia del patriarcato di Costantinopoli, e dal rappresentante del vescovo della Chiesa ortodossa rumena in Italia. Erano presenti invitati di tutte le chiese tra cui la dott.essa Dora Bognandi della Fcei ed un rappresentante del pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, l’arcivescovo di Brindisi e mons. B. Tuzia, vescovo ausiliare di Roma.

 

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