Operai verso il Cantiere… della legalità

Dal 29 luglio al 2 agosto giovani provenienti da varie regioni d'Italia si ritroveranno a Caserta per promuovere, insieme, la legalità. I preparativi del gruppo della Lombardia
Cantiere legalità

Hanno lavorato tutto il pomeriggio di domenica al programma “blindati” in un appartamento nel centro a Milano. Sono alle battute finali di un anno di lavoro, di impegno, di contatti. E si sono dati veramente da fare. Il “Progetto legalità”, nato lo scorso anni, quasi come una scommessa con tanti punti di domanda, ha sorpreso davvero molti per la serietà con cui i giovani ci hanno creduto fin dall’inizio. E adesso l’ora X sta per scattare. I giovani dei Focolari della Lombardia sono pronti a sbarcare a Caserta per partecipare al Cantiere legalità. Là, con i giovani della Campania, della Puglia, della Calabria e della Sicilia celebreranno la loro kermesse. Dal 29 luglio al 2 agosto vivranno il “loro” appuntamento costruito in questi dodici mesi. L’attesa è tanta, il desiderio di positività, di legalità, di  costruire il bene comune, anima ciascuno degli ottanta partecipanti che da Milano raggiungerà la città meta dell’appuntamento.

Abbiamo domandato a Chiara, una delle giovani di Milano, cos’ha significato per lei lavorare in questo “cantiere”. «È stato un percorso, durato quasi un anno, che mi ha reso molto più consapevole di prima sul tema della legalità, poiché  non interessa solo le istituzioni dello Stato o una parte dell'Italia: al contrario, interessa me e tutti noi, sia come persone che come cittadini. Dovrebbe diventare per ciascuno uno "stile di vita". Lavorare in un "cantiere" ha significato mettermi innanzitutto in discussione, "sporcarmi le mani" e costruire, mattone dopo mattore, momenti di confronto insieme ad altri giovani. Mi ha fatto sentire protagonista della mia terra. Mi sono accorta che diversi comportamenti "illegali" vengono scambiati per "normali" e che, d'altra parte, non sempre ciò che è legale o ciò che dice la legge è anche "giusto": penso che ci sia una dimensione più profonda di legalità, che va al di là delle norme o delle regole; è una dimensione più "umana", che richiede lo sforzo di mettere al centro il bene dell'altro… ciò che alla fine diventa il bene comune».

Vi siete dati un impegno per il programma di Caserta?
«Si, ci siamo dati l'impegno di approfondire, come rappresentanti della città di Milano e della Regione Lombardia, il tema dell'accoglienza legato a quello della legalità. Lo abbiamo scelto perché accoglienza e legalità ci hanno fatto pensare subito all'immigrazione, ambito che tocca la città di Milano in modo particolare. Durante il nostro cantiere abbiamo capito che l'accoglienza è un percorso condiviso, fatto sicuramente di regole, ma anche di reciprocità».

Legalità a livello personale, di associazioni, di istituzioni. Ascoltando le testimonianze cosa ti ha colpito?
«Ascoltando le varie testimonianze mi sono trovata spesso, con sorpresa, a rovesciare il mio punto di vista: mi è capitato, in particolare, con alcune testimonianze relative al tema del carcere: ascoltare direttamente chi, per un motivo o per l'altro, si trova a doversi confrontare più da vicino con la legalità o l'illegalità,  ha messo in discussione alcuni punti di vista che prima potevo avere se ascoltavo alcune notizie in tv o le leggevo sui giornali. Rispetto al carcere, per esempio, mi sono resa conto in maniera più consapevole che i detenuti sono, prima di tutto, persone, con delle storie alle spalle, spesso di sofferenza, da raccontare. In questo senso, è importante  che il carcere renda possibile, oltre allo sconto della pena, un percorso positivo per la persona..».

Dalla Lombardia in quanti state partendo alla volta di Caserta?
«Siamo ottanta e tutti con un entusiasmo alle stelle. Un gruppetto parte prima, per dare una mano a preparare il Cantiere legalità. Gli altri arriveranno il 29 con pullman e treno. Già il viaggio vogliamo che sia la logica conclusione di questo percorso iniziato nell’autunno scorso, che ha fatto molte tappe e ora sta arrivando alla meta. Ma poi ripartiremo per continuare. Su questo percorso ormai non ci possiamo più fermare».

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