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Cultura > Arte e Spettacolo

Omaggio all’artista lucano Yzu Selly

di Rossana De Lorenzo

- Fonte: Città Nuova


 A Pignola la serata per ricordare il giovane artista scomparso prematuramente attraverso le poesie di altri autori

Pignola

La poesia è negli occhi di chi guarda il mondo. E questo Francesco Albano alias Yzu Selly lo sapeva bene. Poeta, visionario, performer, ma più di tutto artigiano della parola come preferiva definirsi lui. Nato e cresciuto in Lucania, a Pignola, a vent’anni come tanti si è trasferito altrove per studiare. Sono stati anni densi di vita e di avvenimenti, che hanno fatto di lui, Yzu l’affabulatore, l’artista e più di tutto l’uomo.

Anni di performance e collaborazioni artistiche a Bologna, Perugia, Milano e in varie parti d’Italia. Ma a volte capita che quell’esistenza diventi più breve e che un male oscuro venga a prenderti per non farti tornare indietro. Yzu aveva quarant’anni. E una sensibilità troppo profonda perché venisse dimenticata. Per questo dall’impegno e dalla passione comune per la poesia si è svolto a Pignola “Omaggio poetico a Yzu”. Un momento caratterizzato dalla declamazione delle sue liriche e di quelle dei tredici poeti presenti, che ne hanno onorato così la memoria.

L’evento, organizzato dalla famiglia Albano e da Novella Capoluongo, presidente regionale della Universum Academy & Università della pace, con finalità culturali e di sostegno sociale, è nato dal preciso intento di divulgare la cultura, per farne stile di vita e non soltanto fatto meramente episodico. Il reading è stato preceduto dalla visita alla “stanza di Yzu”, uno spazio nel cuore di Pignola, dove la famiglia Albano ha voluto ricreare l’ambiente bolognese in cui il giovane poeta ha respirato l’aria di una favorevole temperie culturale. All’interno vi sono raccolti quadri, libri, dischi, che hanno ispirato la sua poetica forte, passionale, caustica. Uno spazio messo interamente a disposizione di quanti desiderano presentare libri oppure organizzare eventi. Perché la scrittura è anche e soprattutto questo: strappare il ricordo al vuoto sterile dell’oblio.  

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