Oltre lo sdegno, la solidarietà

Pesanti le reazioni alla frase shock contro i sinti di Torino del deputato leghista Davide Cavallotto. Ma i piemontesi sanno andare oltre
cavallotto

Lo sdegno è stato generale perché la frase si commenta da sola. Davide Cavallotto, 35 anni, torinese, deputato della Lega Nord, nel pieno dell’emergenza maltempo si fa sentire sul  suo sito personale, in radio e televisioni con una frase shock: «La pioggia è riuscita nell’impresa in cui aveva fallito il sindaco Fassino: lo sgombero del campo nomadi abusivo in Lungo Stura Lazio». L’insediamento è stato infatti in parte svuotato sabato notte perché minacciato dalla piena del torrente, e per sicurezza i nomadi sono stati fatti allontanare. È il campo rom più grande della città e del Piemonte. Un campo abusivo, ma controllato, dove operano molte associazioni di volontariato, le baracche sono numerate, la popolazione censita periodicamente – sono più di seicento.

 

Le critiche alla frase di Cavallotto sono piovute da ogni parte: da esponenti del suo partito, da tutte le forze politiche, e soprattutto dalla società civile. Forti reazioni sono arrivate dal centrosinistra, a cominciare dal capogruppo del Pd in Commissione Ambiente Roberto Della Seta: «Cavallotto è un pover’uomo. I nubifragi spazzano via tutto, tranne la stupidità di razzisti e imbecilli». Durissime le affermazioni del sindaco di Torino, Piero Fassino: «Ho sufficiente buon senso per non considerare le parole di un singolo come espressione della posizione della Lega. Con il prefetto e gli altri enti locali stiamo lavorando per una soluzione».

 

La frase di Cavallotto ha sollevato l’indignazione di sinti e rom italiani, che hanno protestato nei giorni scorsi dinnanzi la Camera dei Deputati. Hanno risposto alle dichiarazioni del deputato del Carroccio, ma anche chiesto maggiori diritti, come una tassazione meno dura per i giostrai, case popolari al posto dei campi attrezzati e l’istituzione di un giorno della memoria. «Chiediamo di essere riconosciuti come popolazione, chiediamo il dono della memoria, perché anche noi siamo caduti in tempo di guerra e l’Italia – dicono – è rimasta l’unica nazione a non riconoscerci».

 

A Torino intanto le associazioni – soprattutto cattoliche – che lavorano con i sinti continuano la loro opera anche nel campo dove sono tornati nonostante fango, topi e tronchi. La Chiesa di Torino non ha voluto commentare direttamente la frase di Cavalletto, ma ha preferito lanciare un appello per chi ha pagato i prezzi maggiori di questa ondata di maltempo nel Nord Italia. Così le Caritas del Piemonte hanno avviato una raccolta di offerte che culminerà domenica 13 novembre, con una colletta nelle parrocchie e nelle realtà ecclesiali delle diocesi a sostegno delle popolazioni alluvionate di Liguria e Toscana. Come a dire, la solidarietà travalica la stupidità.

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