Ognuno dono per l’altro

Casimiro, cappuccino, Joseph Taschner, verbita, e Filippo Commissari, pime: tre religiosi dei "primi tempi" del Movimento dei Focolari.
Filippo Commissari

Ogni tanto capitano delle coincidenze che chiariscono idee o fanno capire qualcosa di così evidente che quasi uno si meraviglia di non averlo capito prima. Una cosa simile mi è successa in questi giorni. Stamattina, nelle Filippine dove mi trovo a seguito di Maria Voce, la Presidente dei Focolari, ho aperto la mia mail ed ho trovato qualcosa che mi ha risvegliato due forti impressioni degli ultimi giorni.

 

L’amico Tanino Minuta, il cui blog è proprio accanto al mio, mi ha inviato un interessantissimo articolo di Avvenire,

http:///www.avvenire.it/Chiesa/chiara+lubich_201001231020419770000.htm

che in occasione del novantesimo compleanno di Chiara Lubich ha pubblicato un’intervista a padre Casimiro un cappuccino, oggi novantacinquenne, di origine abruzzese, trasferitosi a Trento durante la guerra. Si sa poco di lui, eppure è stato testimone della nascita dei Focolari, quasi uno strumento di Dio. E’ stato lui, inconsapevole di tutto, a fare a Chiara Lubich, allora Silvia, domande, commenti o a dare risposte che furono decisive non solo per le scelte della fondatrice dei Focolari.

 

In questi ultimi due giorni, proprio qui a Manila, ho avuto modo di incontrare due anziani missionari: padre Joseph Taschner e padre Filippo Commissari.

 

Il primo è un verbita tedesco. Aveva conosciuto la spiritualità del movimento prima di arrivare nelle Filippine come missionario e, proprio a Manila, iniziò dei gruppi ai quali comunicò la spiritualità dell’unità. Soprattutto attraverso la parola di vita. Fu una preparazione ideale per l’apertura dei primi focolari nel febbraio del 1966. I focolarini e le focolarine che arrivarono trovarono persone già aperte alla spiritualità che portavano. Padre Taschner, ormai anche lui sui novanta, era al grande incontro svoltosi ieri presso il Philippines International Convention Centre – qui tutti lo conoscono come PICC – con circa tremila membri dei Focolari di Manila e delle isole della parte Nord dell’arcipelago filippino e circa trecento provenienti da Hong Kong, Macao e Taiwan. E’ su una sedia a rotelle, lo sguardo sereno e gli occhi vivissimi. Maria Voce, entrando, l’ha salutato con grande calore e gli ha sussurrato qualcosa all’orecchio. Solo loro sanno cosa hanno detto quelle parole: ma non posso non immaginare che siano state un grande ed immenso grazie.

 

Sabato pomeriggio, ho avuto modo di essere presente ad un incontro della Presidente con i dirigenti del Movimento a Hong Kong, Taiwan e Macau. Fra loro c’era anche padre Filippo Commissari delle Pontificie Missioni Estere di Milano (PIME), che ha ricordato come con padre Lazzarotto, arrivò a Hong Kong dopo aver conosciuto la spiritualità dei Focolari alle Mariapoli di Fiera di Primiero a fine anni cinquanta. Ha confidato che la notte, guardando alle migliaia di luci della metropoli allora alle porte della Cina, chiedeva con il suo compagno che ognuna di quelle luci un giorno potesse essere un focolare.

 

Padre Casimiro, cappuccino, padre Joseph Taschner, verbita, e padre Commissari, PIME: tre carismi, ma anche tre strumenti per la nascita e la diffusione di uno dei nuovi carismi della Chiesa. Quella Chiesa che proprio ieri, e qui la quarta coincidenza, Benedetto XVI ha definito “un’intima comunione che trascende le capacità umane e le sostiene […] “un organismo ricco e vitale, non uniforme, frutto dell’unico Spirito che conduce tutti ad unità profonda”.

 

Giustamente Lucia Bellaspiga di Avvenire conclude il suo articolo con una considerazione interessante, riferendosi alla Lubich e a padre Casimiro. “Poi a Trento l’incontro con Chiara, 22 anni lei e 27 lui: due giovani vite che si sarebbero sfiorate qualche mese. Giusto il tempo per cambiare il mondo.”

 

E questo resta vero anche per padre Taschner e padre Commissari e per molti altri a cui va la gratitudine di essere stati testimoni che la Chiesa è davvero comunione ed unità.

 

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