Nuovo vento dai cittadini

Lo scenario politico nazionale è investito da una forza evolutiva che sarebbe riduttivo ricondurre alle sole manovre di Palazzo.
Manifestazioni

Lo scenario politico nazionale è investito da una forza evolutiva che sarebbe riduttivo ricondurre alle sole manovre di Palazzo. Essa germina nella società, nel sentire della politica tra i cittadini e trova un riscontro magari inconsapevole in quelle manovre. La maggioranza ha mutato volto: da robusto sodalizio a due, dominato dai leader Berlusconi e Bossi, si prospetta una coalizione a tre, dato il neonato gruppo parlamentare Futuro e libertà, che alla Camera appare determinante per assicurare la maggioranza di governo. Ma non si possono escludere ulteriori innesti, per garantire al presidente del Consiglio i 316 voti per la maggioranza, senza i “finiani” (sulle vie percorse per racimolare i deputati necessari, soprassediamo per il momento, in attesa di conoscerne esiti e motivazioni).

 

Guardando all’opposizione, il Pd continua il suo travagliato percorso alla ricerca di una identità certa e riconoscibile, proponibile come alternativa di governo (un “Nuovo Ulivo”?), ma non pare aver trovato ancora la strada né la figura-leader su cui investire anche in caso di elezioni anticipate: Bersani si trova a fare i conti con l’arditezza capace di comunicare passioni di Nichi Vendola, ma si sa che un eventuale prossimo candidato lo si reclama anche dal Nord (Chiamparino?). In più, venti di (ulteriore) scissione tirano anche in quel partito; e del resto, se dovesse scindersi il Pdl, è molto difficile che il Pd resti quel che è. L’Udc è a sua volta in movimento, protagonista di una proposta politica dichiaratamente di centro, un “terzo polo”, mentre Di Pietro si fa promotore di alleanze a tutto campo. E come non fare almeno menzione delle aggregazioni non presenti in Parlamento, ma che giocheranno un ruolo importante nelle elezioni politiche (dalla destra di Storace ai verdi e alla sinistra)?

 

Insomma, un’evoluzione profonda dagli sbocchi imprevedibili, trainata da un elettorato che si dimostra di una certa mobilità, a riprova del fatto che la radice del mutamento è nella società. Una certezza: si comincia a rompere quel rigido schema che ha trasformato il sistema maggioritario in un ring. Un quadro promettente, finalmente, che si offre a un rinnovato impegno dei cittadini.

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