Nuove etichette per gli alimenti europei

Una migliore comprensione e un uso migliore delle etichettature della data di scadenza sugli alimenti potrebbe prevenire e ridurre gli sprechi alimentari nell’Unione europea
scadenza alimenti
(Foto: Pexels)

Uno studio condotto dalla Commissione europea nel 2018 stima che fino al 10% dello spreco alimentare generato annualmente nell’Unione europea (Ue) sia legato alla marcatura della data di scadenza sulle confezioni di alimenti. Infatti, l’interpretazione errata da parte dei consumatori del significato delle espressioni “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro” è un elemento che contribuisce allo spreco alimentare domestico. La nuova etichettatura proposta dalla Commissione europea prevederebbe l’aggiunta dell’espressione “spesso buono oltre”, che affiancherebbe il termine minimo di conservazione.

Più della metà degli europei non comprende appieno le date sulle etichette degli alimenti, contribuendo ad uno spreco annuale di 88 milioni di tonnellate di cibo commestibile e non commestibile; ciò equivale a 173 chili a persona e si stima che costi 143 miliardi di euro. Nel frattempo, circa 33 milioni di persone nell’Ue non possono permettersi un pasto di qualità. Secondo la Commissione europea, una migliore comprensione dell’indicazione della data di scadenza sugli alimenti potrebbe contribuire a ridurre fino a otto milioni di tonnellate la quantità di rifiuti alimentari nell’UE ogni anno.

Nello specifico, in uno studio di Eurobarometro, oltre la metà degli europei intervistati ha confuso il significato dell’espressione “da consumarsi entro” sulle etichette. Infatti, l’espressione “da consumarsi entro” indica fino a quando un alimento può essere consumato senza alcun rischio per la salute, mentre l’espressione “da consumarsi preferibilmente entro” indica per quanto tempo un prodotto può mantenere la sua qualità ottimale. Ancora, il 49% dei consumatori europei pensa che informazioni migliori e più chiare sul significato delle date di scadenza li aiuterebbe a sprecare meno cibo a casa, mentre il 53% dei consumatori europei non conosce il significato dell’etichettatura “da consumarsi preferibilmente entro”.

Ecco che, secondo quanto già previsto dalla strategia dal produttore al consumatore, la Commissione europea ha proposto la revisione delle norme europee sulla marcatura della data al fine di prevenire gli sprechi alimentari legati all’incomprensione e all’uso improprio di tali date, garantendo nel contempo che qualsiasi modifica proposta soddisfi le esigenze di informazione dei consumatori e non comprometta la sicurezza alimentare.

Uno degli obiettivi della strategia “dal produttore al consumatore” è proprio quello di garantire migliori informazioni sull’etichettatura degli alimenti per aiutare i consumatori a compiere scelte alimentari più sane e sostenibili e a combattere gli sprechi alimentari, proponendo di introdurre un’etichettatura nutrizionale obbligatoria sulla parte anteriore dell’imballaggio degli alimenti, ampliare le informazioni obbligatorie sull’origine o sulla provenienza per taluni prodotti e, per l’appunto, rivedere le norme europee sull’indicazione della data di scadenza.

Del resto, anche il modo in cui la marcatura della data viene utilizzata dagli operatori del settore alimentare e dalle autorità di regolamentazione nella gestione della catena di approvvigionamento può avere un impatto sullo spreco alimentare. Ad esempio, gli approcci seguiti dagli operatori del settore alimentare nella definizione dell’indicazione della data di scadenza, nella scelta di utilizzare l’espressione “da consumarsi entro” o quella “da consumarsi preferibilmente entro”, come anche altre pratiche di mercato quali la durata di conservazione richiesta dai rivenditori alla consegna del prodotto, nonché le norme nazionali sull’ulteriore distribuzione e utilizzo degli alimenti oltre la data di scadenza, possono avere un impatto sullo spreco alimentare che affligge la società occidentale contemporanea.

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