«Non ci arrendiamo alla guerra». Partita la quinta carovana di #StopTheWarNow

Il viaggio dal 30 marzo al 5 aprile è iniziato da Padova con direzione Ucraina. «Andiamo verso il fronte dove la gente è più sola e spaventata, dove ci sono i dimenticati di cui nessuno parla», afferma Gianpiero Cofano, coordinatore dell’iniziativa
#StopTheWarNow
Foto Apg23

La quinta carovana della pace della rete #StopTheWarNow è partita giovedì 30 marzo 2023 per raggiungere l’Ucraina sotto le bombe con partenza da Padova, zona Prato della Valle alle 9 del mattino. Sono quasi 150 uomini e donne con 25 pulmini con 20 tonnellate di generi di prima necessità, tra cui 20 generatori di corrente. Ma soprattutto porteranno un messaggio di vicinanza, un abbraccio a chi, nei rifugi vive desolazione ed abbandono.

Prima della partenza c’è stata una semplice conferenza stampa. L’assessore alla pace del Comune di Padova, Francesca Benciolini, ha ricordato l’importante tradizione di pace della città. Marco Mascia, direttore del Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova, ha ricordato  il ruolo imprescindibile che una cultura di pace ha nel prevenire e risolvere i conflitti.

Giampiero Cofano dell’Ass. Papa Giovanni XXIII è il coordinatore della rete #Stopthewarnow ed è intervenuto per dare il senso dell’iniziativa: «Quest’oggi in piazza avete dinanzi i veri corpi civili di pace. Partiamo quasi in 150 ma in Ucraina siamo già andati in oltre 600 nell’ultimo anno, con 5 carovane e 25 missioni; abbiamo realizzato una missione permanente sul fronte sud orientale da quasi un anno. Andiamo in Ucraina perché abbiamo scelto la via della pace, del dialogo che si concretizza attraverso gesti di condivisione diretta».

#Stopthewarnow
Fotp RDP

Con molto realismo Cofano ha aggiunto: «Abbiamo paura: sì, l’abbiamo! Ma il desiderio di poter abbracciare coloro che hanno ferite profonde ed avere la possibilità di convertire anche i nostri cuori e l’incontro con i nostri fratelli ci fa superare con coraggio tutto ciò. Non andiamo nella capitale, a Kiev, un luogo sicuro; andiamo verso il fronte dove la gente è più sola e spaventata, dove ci sono i dimenticati e talvolta irraggiungibili di cui nessuno parla».

Commuove il fatto che una piccola comunità di Mykolaiv attenda la carovana per accoglierla con quel poco che ha; preparano letti nei loro rifugi per stare tutti assieme.

#Stopthewarnow non pensa solo all’Ucraina brutalmente aggredita, ma pensa a tutti gli altri Paesi in guerra, prima fra tutte anche la Russia: «Anche da questa piazza chiediamo con forza alle autorità russe che ci rilascino i visti per andare ad abbracciare le madri che hanno perso i loro figli». Si pensa senza distinzione a tutte le madri che non hanno visto più tornare a casa i figli strappati da una guerra folle che non hanno scelto. In Ucraina e in Russia il prezzo dell’obiezione di coscienza è di 30 anni di galera.

Sono ben 180, tra grandi e piccole, le associazioni promotrici e aderenti. Le denominazioni sono le più varie: Pax Christi, Beati i Costruttori di Pace, Pro Civitate Cristiana, Un Ponte Per, Movimento dei Focolari Italia, Nuova Umanità, Arci, Cgil, Nuovi Orizzonti, Movimento non Violento, IRIAD; ci sono le Sardine e c’è un distretto milanese del Lions Club, c’è la S. Vincenzo De Paoli, un gruppo di Mani Tese ed alcune associazioni di soci e socie di Banca Etica.

È previsto che la carovana #Stopthewarnow raggiungerà il confine tra Ungheria e Ucraina la sera del 30 marzo per poi dirigersi verso Odessa. Giungeranno in aereo ia Chișinău (Moldavia) anche altre 22 persone che raggiungeranno la comitiva. Secondo il programma, è previsto per sabato 1 aprile l’arrivo all’ospedale pediatrico di Odessa dove si svolgerà la cerimonia di consegna di un generatore elettrico e, se possibile, sarà realizzato un collegamento con il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei. Nello stesso giorno saranno consegnati i generatori elettrici per le necessità dei centri di accoglienza dei sindacati ucraini alla presenza della delegazione della Cgil che si collegherà con il segretario generale Maurizio Landini.

Dopo la consegna dei generatori la carovana raggiungerà la città di Mykolaiv. Durante l’intera giornata del 2 aprile vi saranno diverse attività: la delegazione della Cgil visiterà con i sindacati ucraini il porto di Odessa ed avrà incontri mirati sulla questione dell’export del grano. Altri volontari incontreranno gruppi locali e distribuiranno aiuti a Mykolaïv e nei villaggi vicini. Il programma prevede anche un concerto “informale” di musica italiana in piazza, una messa in una parrocchia della città, un momento di condivisione con le persone accolte nel rifugio nel centro Youth of Ukrain e Centro pentecostale, collegamenti video con alcuni sindaci italiani e i saluti istituzionali. Il 3 aprile la carovana ripartirà da Mykolaïv con direzione Italia e con rientro previsto nella notte tra il quattro del 5 aprile.

#StopthewarnowA Padova, tra gli equipaggi dei 25 pulmini in partenza per l’Ucraina c’era gente sorridente, bei volti e sguardi sereni in un clima come di euforia per l’impesa. Dopo qualche foto di gruppo non è mancata la commozione tra chi è rimasto nel vedere dai finestrini i saluti con la mano e il suono dei clacson. «Non ci arrendiamo all’idea della guerra!», ci ha detto con poche decise parole Luciano Sguotti, della delegazione del Movimento dei Focolari Italia.

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