Non ama la lettura

Sono una mamma di due bambini, Francesco di 6 anni e Laura di 2 anni. Le insegnanti di Francesco si lamentano per le difficoltà nella lettura. Non gli piace leggere, vuole sempre vedere la tv o giocare con i videogiochi. Anche mio marito dà poca importanza alla lettura e dice che quando sarà pronto imparerà. Cosa posso fare? Anche Laura avrà difficoltà?. Mariateresa – Ancona Gentile mamma Mariateresa, le sue preoccupazioni mi sembrano giuste e necessitano sicuramente di alcune indicazioni per affrontare in modo adeguato la situazione. Vede, la lettura è una capacità complessa che necessita di essere sostenuta sin da quando il bambino è piccolo. La motivazione non si costruisce tutta in una volta, ma risulta essere il frutto di una serie di stimoli e di sostegni appropriati che devono essere forniti durante la crescita. Pertanto, per quanto riguarda Francesco, occorre forse recuperarla in modo semplice e concreto. Potrebbe invitare a casa alcuni compagni di classe e far leggere loro alcune brevi frasi insieme a suo figlio, e leggere tutti i giorni brevi storielle. Un’altra idea: recarsi in alcune ludoteche, facendo scegliere a suo figlio il libro che preferisce. Per quanto riguarda Laura e, in generale, tutti i bambini, cosa possono fare i genitori per favorire l’apprendimento della lettura? Innanzitutto occorre essere coscienti che si può fare molto per strutturare, prima dell’ingresso nella scuola elementare, alcuni pre-requisiti che permettano al bambino con più facilità, verso i sei anni, la lettura di un testo scritto. I suggerimenti sono molteplici, ma mi sembra importante precisarne almeno tre: 1) Quando il bambino ha due anni, i genitori possono leggere i giocattoli: non tanto fornendogliene con abbondanza, ma aiutandolo a scoprire aspetti particolari (per esempio: vedi questo è il camion, con le ruote rosse, con il volante blu e con la sabbia per costruire la casa dei bambini soli…). È utile anche mostrare delle figure semplici e commentarle, indicandone con il dito i particolari (questa è la casa di Cappuccetto Rosso, con le finestre aperte, con il camino giallo e con il cesto per andare nel bosco a raccogliere le more per la nonna). 2) Ogni sera i genitori possono far vivere al bambino l’esperienza di sentir leggere una breve fiaba o una storia (sarebbe bene farlo in modo alternato, una volta il papà, una volta la mamma, o anche la nonna o il nonno). 3) Nel terzo o quarto anno si può già cominciare a proporre alcuni libri che oramai i bambini sono in grado di utilizzare anche da soli. Sono molto belli i libri-gioco, come quelli di cartone o di legno o di stoffa che si trasformano in una casa, in una pianta o in un orsacchiotto, e che però, subito dopo, tornano ad essere libri. Sono interessanti quelli di paesaggi o altre scene ricche di ambienti e di vita (la città con i semafori, le auto, i pedoni, il fiume con i pesci, il ponte, la barca…). Se queste esperienze sono ripetute e si mantengono in modo costante nel tempo, allora si struttura quello che il grande psicologo italiano Petter definisce il nucleo emotivo forte e positivo verso la lettura, destinato a rimanere nel tempo. Succederà che quando il bambino si appresterà alla lettura dei segni, delle lettere, si sentirà motivato e ben disposto e saprà riconoscere in quelli il significato, perché già sperimentato durante tutta la prima infanzia.

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