Nigeria: allarme inflazione

Per effetto della pandemia, della diminuita domanda di petrolio e dell’effetto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura, associati ad alcune politiche valutarie e protezionistiche, l’inflazione in Nigeria sta provocando sempre più povertà.
(AP Photo/ Chinedu Asadu)

Diversi paesi in tutto il mondo sono stati colpiti da un’inflazione galoppante all’inizio del nuovo anno. Anche in Africa i contatori sono impazziti e le persone hanno scoperto l’alto costo della vita quotidiana.

Il tasso di inflazione della Nigeria ha toccato il 15,60% a gennaio 2022, dopo un picco al 15,63% a dicembre 2021, secondo il rapporto mensile sull’indice dei prezzi al consumo pubblicato il 15 febbraio dal Bureau National of Statistics (NBS). Ma il fatto preoccupante è che a dicembre l’indicatore aveva ripreso a salire dopo otto mesi consecutivi di calo aumentando di 0,23 punti percentuali rispetto al tasso registrato a novembre 2021.

A doppia cifra dal 2016, il tasso di inflazione generale della Nigeria è stato trainato dall’inflazione alimentare, arrivata al 17,13% nel mese di gennaio 2022. L’aumento dei prezzi del petrolio fa salire anche il prezzo dei fertilizzanti e il costo del trasporto degli alimenti dalle fattorie ai negozi e ai mercati.

Secondo l’Osservatorio della Terra, della NASA, il clima secco sta colpendo i raccolti in molti paesi africani e questo fatto fa evidentemente salire prezzi delle derrate alimentari.

Il tasso di inflazione urbana è aumentato del 16,17% (su base annua) a dicembre 2021 contro il 16,33% registrato un anno prima, a dicembre 2020. Mentre il tasso di inflazione rurale è arrivato al 15,11% a dicembre 2021, contro il 15,20% di dicembre 2020. Ma in alcune parti della Nigeria il prezzo al dettaglio dei prodotti è più che raddoppiato nell’ultimo anno, secondo il National Bureau of Statistics.

L’economia nigeriana è entrata in recessione nel 2020, invertendo la tendenza di tre anni di ripresa, e questo a causa del calo dei prezzi del greggio dovuto alla minore domanda globale e alle misure di contenimento adottate per combattere la diffusione del Covid-19. Queste misure di contenimento hanno interessato principalmente i trasporti aerei, il turismo, gli hotel, i ristoranti, l’industria manifatturiera e il commercio. La contrazione di questi settori ha compensato l’espansione indotta dalla domanda di servizi finanziari, tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

La Banca stima che il Pil reale complessivo sia diminuito del 3% nel 2020, sebbene le misure di contenimento adottate nell’ambito del programma di sostenibilità economica (Esp) abbiano impedito che il calo fosse molto più forte. L’inflazione era salita al 12,8% nel 2020, dall’11,4% del 2019, alimentata dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari a causa delle difficoltà di approvvigionamento del mercato interno e per le ripercussioni del costo del denaro, aumentato quasi del 24%.

In queste condizioni, l’incidenza della povertà è molto cresciuta. La Banca Mondiale stima che almeno 7 milioni di nigeriani siano scesi in un anno al di sotto della soglia di povertà.

 

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