Nepalesi sull’orlo della guerra civile

Dopo le celebrazioni per l’approvazione della Costituzione si è scatenata in Nepal una violenza che sembra aver fatto ripiombare il Paese nel periodo in cui la guerriglia maoista rischiava di portare alla guerra civile
Proteste in Nepal contro la nuova Costituzione

La minoranza madhese che risiede nella regione meridionale del Terai (nel distretto nepalese di Morang), che da tempo protestava contro la nuova carta costituzionale ha scatenato a più riprese atti di violenza indiscriminata contro coloro che non appartengono alla comunità. Nelle ultime settimane, in particolare nei giorni scorsi, il gruppo ha reagito con rabbia contro l’embargo che il governo indiano aveva decretato contro le esportazioni verso il Paese himalayano.

 

L’India sta, infatti, attuando un embargo non dichiarato che blocca alla frontiera tutti i camion o permette il passaggio solo di pochi convogli. In risposta a questo, gruppi di madhesi hanno iniziato a derubare e attaccare coloro che passano la frontiera indiana, aggredendoli con armi artigianali. Cresce l’odio nei confronti del Primo Ministro indiano Modi accusato di appoggiare la discriminazione nei confronti dei gruppi minoritari in Nepal. Crescono la violenza e la tensione in tutto il Paese, soprattutto, a causa degli attacchi spesso indiscriminati dei madhesi che stanno aggredendo nepalesi che risiedono nelle aree di montagna come vendetta nei confronti del governo di Kathmandu, colpevole di non aver tenuto conto della loro presenza. Vittime di questi attacchi sono anche cittadini indiani che in questi giorni passano il confine per celebrare l’importante festival di Dashain. Gli attacchi si stanno rivelando sempre più settari, perché aggrediscono solo coloro che non appartengono alla comunità madhese.

 

Il primo ministro indiano Modi è oggetto di scherno e di parodie da parte di artisti e uomini dello spettacolo del Nepal. La parodia ha assunto un significato particolare perché è stata organizzata al tempio Pashupatinath, il tempio indù più famoso del Paese. Modi si era recato proprio in questo tempio in occasione della sua prima visita in Nepal, dopo la sua elezione. La situazione del Paese rischia di finire fuori controllo e, oltretutto, scoraggia turisti a visitare l’Himalaya. Tenendo conto che il turismo rappresenta la maggior entrata economica del Nepal, la violenza scatenata da questa minoranza rischia di isolare il Paese che potrebbe finire in una guerra civile dove nessuno è disposto ad intervenire e che si aggiungerebbe alla dolorosa situazione che si è venuta a creare nei mesi scorsi, a causa del terremoto che ha devastato Katmandu ed alcune zone circostanti.

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