Nel regno delle biciclette

Con l’assegnazione dei titoli iridati a cronometro, si è concluso mercoledì a Copenaghen, il primo round dei mondiali di ciclismo su strada. Da stamane le prove in linea    
Un ciclista

La Danimarca è la terra dei vichinghi, che fa da scenario all’Amleto, una delle più celebri commedie di Shakespeare; oltre ad essere la patria della sirenetta, celebre protagonista di una delle più belle favole di Hans Christian Andersen.

Copenaghen, “Havn” all’epoca della sua fondazione (che in danese vuol dire porto), era solo un modesto villaggio di pescatori affacciato sul mare. Oggi la capitale del regno di Danimarca vanta sul suolo comunale, una popolazione di 520.000 abitanti, che si spartisce la bellezza di 560.000 biciclette. Proprio così, ci sono più biciclette che abitanti!

 

Qui le due ruote a pedali sono un “must”, lo conferma il fatto che il 40% della popolazione capitolina, usa regolarmente la bici per recarsi a scuola e al lavoro. Poco importa, se da queste parti la pioggia bagna le strade per cento ottanta giorni l’anno. Non a caso quindi Copenaghen, ospita dal 19 al 25 settembre i campionati mondiali di ciclismo. Da lunedì a mercoledì si sono disputate nel centro cittadino le prove a cronometro, da oggi fino a domenica prendono il via le gare in linea.

 

Storie mondiali – Clara Hughes, canadese, 39 anni, è rimasta a lungo in testa alla classifica provvisoria della cronometro riservata alle donne professioniste. La sua carriera sportiva è a dir poco originale. Nel 1991 arrivano i primi successi in bicicletta, poi nel ’95, ecco la medaglia d’argento ai mondiali a cronometro di Duitama, in Colombia. L’anno seguente, Clara partecipa alle Olimpiadi di Atlanta, vincendo il bronzo nella prova contro il tempo e nella prova in linea. Con l’inizio del nuovo millennio, la Hughes decide di appendere la bici al chiodo, per dedicarsi al long track, specialità veloce del pattinaggio su ghiaccio. Manco a dirlo, anche qui arrivano le vittorie e ben quattro medaglie olimpiche, tra cui un oro nei 5000 metri a Torino 2006.

 

E’ risaputo però, che il primo amore non si scorda mai e per questo Clara, si è voluta nuovamente mettere in gioco, preparando al meglio la rassegna iridata danese. Il quinto posto finale a 37 secondi dalla vincitrice, la tedesca Judit Ardt, dopo quasi dieci anni lontano dalla bicicletta d’alto livello, è una prestazione che vale per lo meno la medaglia d’oro del coraggio. Un buon trampolino di lancio in vista di Londra 2012?

 

Qualche minuto dopo Clara, taglia il tragurdo la statunitense Amber Neben, 36 anni, già campionessa del mondo a cronometro nel 2008 a Varese, che in tasca ha una laurea in biologia e un master all’Università della California. All’età di quattro anni Amber, viene colpita dalla meningite spinale, passando tre giorni in coma tra le poche speranze di vita concesse dai medici. “Si vede che Dio aveva altri piani su di me”, ammette Amber con disarmante semplicità a chi le chiede informazioni sulla sua storia. Le sfortune non terminano qui e per la ciclista di Irvine la stagione 2007 si chiude con l’ennesima salita da affrontare: un melanoma alla schiena. Vedere il suo nome occupare l’ottava posizione della classifica finale, in un percorso a lei non congeniale, non può far altro che piacere.

 

Dal ristorante alla bicicletta –Due “strani” atleti si sono presentati al via della cronometro maschile vestendo i colori dell’Albania: Tyron Giorgieri e Simone Zignoli. Due nomi di chiare origini italiane. Ebbene Tyron, 23 anni, ha debuttato quest’anno tra i professionisti. Vive in Toscana ed ha il doppio passaporto, dato che la madre è albanese. Simone, 35 anni, di professione gestisce un ristorante in provincia di Como, ed è riuscito ad ottenere la convocazione grazie alla fidanzata originaria di Tirana. Di sicuro Simone lo sport ce l’ha nel sangue, dato che il padre, scomparso prematuramente nel settembre 2010, era stato difensore di Cagliari e Milan tra il 1968 e il 1974. Per Zignoli, che ritaglia il tempo da dedicare agli allenamenti la mattina presto prima di andare al lavoro, il successo è arrivato quando il giudice ha dato lo “start”.

 

Bilancio Italia – Poche le soddisfazioni raccolte dalla delegazione azzurra, in una specialità che la federciclismo sta cercando in questi anni di rilanciare. A tenere a galla un bilancio da pollice verso, ci ha pensato la juniores Rossella Ratto, che ha ottenuto lunedì scorso un incoraggiante quinto posto. Tra i professionisti da segnalare la prestazione di Marco Pinotti (26°), risalito in bici da sole sei settimane, dopo aver recuperato dalla frattura al bacino, rimediata in un caduta durante l’ultimo Giro d’Italia. Una prestazione di tutto rispetto, se pensiamo che il vincitore, il tedesco Tony Martin, ha percorso 46,4 km alla media record di 51,813 km/h.

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