Dicembre è un mese di celebrazioni; praticamente dal 1° del mese comincia la stagione natalizia nella maggior parte del mondo. I negozi e le aziende iniziano i preparativi già dal mese precedente, allestendo le decorazioni con luci, abeti artificiali, fiocchi, ghirlande… In sottofondo si sente Mariah Carey e la sua inconfondibile “All I Want for Christmas is You“. Anche le strade delle città si riempiono di colori e motivi natalizi. Tutti questi stimoli influenzano la popolazione: molte persone fanno i primi acquisti per cene e regali prima che i prezzi aumentino, i negozi si riempiano di gente o i prodotti finiscano.
«L’atmosfera natalizia, insieme alle nostre convinzioni e all’affetto verso i nostri cari, ci porta a entrare in un “ottovolante di dipendenza” che, oltre a farci piacere, ci stressa, facendoci spendere più di quanto avevamo previsto. Viviamo un’immersione dalla quale non possiamo sottrarci», afferma María Doménech, esperta di neuromarketing. La musica, il profumo del Natale, l’intrattenimento all’interno del punto vendita, il product placement e le edizioni limitate sono tutti elementi che hanno implicazioni quando si tratta di attivare i consumatori.
Di fronte a questa cultura consumistica, vale la pena di ripensare al vero significato del Natale. Tradizionalmente, il 24 dicembre si celebra la Vigilia di Natale. Il giorno di Natale è una festa religiosa in cui i cristiani ogni 25 dicembre ricordano la nascita di Gesù Cristo. Queste date esaltano valori come la speranza, l’unità, la pace, la solidarietà, la generosità e l’amore. Un modo per praticare la solidarietà in questo periodo dell’anno è scegliere il commercio equo e solidale quando si acquistano regali o cibo per le feste.
Secondo il Coordinamento spagnolo del commercio equo e solidale, si tratta di un movimento internazionale che si batte per la giustizia globale, sociale, economica, umana e ambientale. A tal fine, è stato sviluppato un modello commerciale che tutela i diritti umani e l’ambiente. Tutte le organizzazioni che aderiscono a questo movimento devono rispettare i dieci principi stabiliti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale (WFTO), raggruppati in tre blocchi: rispetto dei diritti umani, lavorativi e sociali (salari dignitosi, condizioni di lavoro adeguate e sicure, lotta allo sfruttamento minorile e parità di genere); pratiche eque (relazioni commerciali stabili, libertà sindacale, democrazia nei processi decisionali) e tutela dell’ambiente (attraverso tecniche di produzione ecologiche e rispettose dell’ambiente).
«Quando si consumano prodotti del commercio equo e solidale, si contribuisce a migliorare la vita di molti piccoli produttori in America Latina, Asia e Africa, che garantiscono beni di alta qualità, distribuiti senza intermediari e per i quali ricevono un salario degno», affermano da Oxfam Intermón. Per questa organizzazione, il commercio equo e solidale è uno strumento fondamentale per combattere la povertà. Sottolineano che questo modello stabilisce una base di uguaglianza e trasparenza nei rapporti di lavoro che va a diretto vantaggio di coloro che realizzano i prodotti e delle loro comunità.
In questo modo, si riduce la disuguaglianza esistente tra ciò che i consumatori pagano e ciò che i piccoli gruppi di agricoltori ricevono per il loro lavoro. In questo senso, Oxfam Italia ha lanciato una campagna di regali solidali con lo slogan “Questo Natale, cambia il futuro con un regalo“, in cui invita a costruire un futuro più equo. Sul sito si possono acquistare tutti i tipi di prodotti, dai gioielli ai vestiti, dagli alimenti agli accessori, ecc.
Dal canto suo, Altromercato, una delle principali organizzazioni di commercio equo e solidale in Italia, è nata nel 1998 come iniziativa per promuovere un tipo di commercio libero da emarginazione e sfruttamento, che rispetta e tutela la terra. Stabiliscono filiere etiche per le loro materie prime, garantendo un modo di coltivare la terra e di produrre che rispetta il pianeta e le sue risorse. Inoltre, rispettano i diritti di coloro che lavorano in tutto il mondo e assicurano che i principi etici del commercio equo e solidale e della sostenibilità sociale siano sempre rispettati.
Nella loro pratica, collegano il concetto di commercio con quello di cooperazione e, grazie agli acquisti effettuati dai consumatori, sostengono progetti sociali in altri Paesi. «Offriamo a chi ci sceglie l’opportunità di prendere posizione contro l’ingiustizia e l’indifferenza, di schierarsi dalla parte di chi difende le risorse ambientali, umane ed economiche», spiegano. È possibile acquistare i prodotti attraverso il loro sito web o ai negozi fisici più vicini. Per la campagna natalizia, offrono alle aziende un catalogo di cesti da regalare ai lavoratori, consultabile online.
Un’altra opzione di consumo sostenibile è quella di fare nei negozi locali o di prossimità il maggior numero possibile degli acquisti, acquistando i cosiddetti prodotti a km zero. La loro caratteristica principale si basa sulla breve distanza tra il luogo di produzione o raccolta e il punto di vendita o consumo finale. Questo Natale è possibile un altro tipo di consumo.
Esta Navidad regala Comercio Justo
Altromercato: «Ofrecemos a quienes nos eligen la oportunidad de posicionarse frente a la injusticia y la indiferencia, para ponerse del lado de quienes defienden los recursos ambientales, humanos y económicos»
Diciembre es un mes de celebraciones, prácticamente desde el día 1 se da inicio a la época navideña en gran parte del mundo. Locales y comercios comienzan sus preparativos desde el mes anterior, ponen sus decoraciones a base de luces, abetos artificiales, lazos, bolas, guirnaldas… De fondo ya comienza a sonar Mariah Carey con su inconfundible “All I Want for Christmas is you”. Incluso las calles de las ciudades se llenan de colores y motivos navideños. Todos estos estímulos influyen en la población, ya que muchas personas realizan sus primeras compras para cenas y regalos antes de que suban los precios, las tiendas se llenen de gente o los productos se agoten.
«El ambiente navideño, junto con nuestras creencias y afecto hacia nuestros seres queridos propician que nos introduzcamos en una “montaña rusa adictiva”, que al igual que nos complace, nos estresa haciendo que gastemos más de lo que tenemos previsto. Experimentamos una inmersión de la que no podemos escapar», asegura María Doménech, experta en neuromarketing[1]. La música, el aroma de la Navidad, el entretenimiento en la tienda, la colocación de los productos o las ediciones limitadas, todo ello está pensado y tiene implicaciones a la hora de activar a las y los consumidores.
Frente a esta cultura consumista, cabe replantearse qué simboliza realmente la Navidad. Tradicionalmente el 24 de diciembre se celebra Nochebuena, víspera del día de Navidad, una festividad de carácter religioso en la que los y las cristianas recuerdan el nacimiento de Jesucristo, cada 25 de diciembre. Estas fechas ensalzan valores como la esperanza, la unión, la paz, la solidaridad, la generosidad o el amor. Una forma de practicar la solidaridad en esta época es elegir el Comercio Justo a la hora de comprar regalos o alimentos para las celebraciones.
Según explica la Coordinadora estatal de Comercio Justo en España[2], se trata de un movimiento internacional que lucha por que haya justicia global, social, económica, humana y medioambiental. Para ello se ha desarrollado un modelo comercial que protege los derechos humanos y el medio ambiente. Todas las organizaciones que pertenecen a este movimiento deben cumplir los diez principios que establece la Organización Mundial del Comercio Justo (WFTO)[3], que se agrupan en tres bloques: respeto a los derechos humanos, laborales y sociales (salarios dignos, condiciones laborales adecuadas y seguras, lucha contra la explotación infantil e igualdad de género); prácticas justas (relaciones comerciales estables, libertad sindical, democracia en la toma de decisiones) y protección del medioambiente (a través de técnicas de producción ecológicas y respetuosas con el entorno).
«Cuando consumes productos de comercio justo ayudas a mejorar la vida de muchos pequeños productores y productoras de América Latina, Asia y África, que garantizan artículos de gran calidad, distribuidos sin intermediarios y por los que reciben un salario digno», subrayan desde Oxfam Intermón[4]. Para esta organización, el comercio justo es una herramienta básica para combatir la pobreza. Destacan que este modelo establece unas bases de igualdad y transparencia en las relaciones de trabajo que benefician directamente a quienes elaboran los productos y a sus comunidades.
De esta manera, se reduce la desigualdad existente entre lo que pagan las y los consumidores y lo que reciben los pequeños grupos de agricultores y agricultoras por su trabajo. En este sentido, desde Oxfam Italia se ha iniciado una campaña de regalos solidarios bajo el lema “Esta Navidad cambia el futuro con un regalo”, en la que instan a construir un futuro más equitativo. Hay todo tipo de productos, desde joyería, ropa, alimentos, accesorios, etc., y se puede comprar a través de la página web[5].
Por su parte, Altromercato[6], una de las principales organizaciones de comercio justo en Italia, nació en 1998 como una iniciativa para promover un tipo de comercio sin marginación ni explotación, que respete y proteja la tierra. Establecen cadenas de suministro éticas para sus materias primas, garantizando una forma de cultivar la tierra y de producir respetuosa con el planeta y sus recursos. Además, respetan los derechos de quienes trabajan en todo el mundo y vigilan que se respeten siempre los principios éticos del Comercio Justo y la sostenibilidad social.
En su práctica, vinculan el concepto de comercio con el de cooperación y gracias a las compras que realizan las y los consumidores apoyan proyectos sociales en otros países. «Ofrecemos a quienes nos eligen la oportunidad de posicionarse frente a la injusticia y la indiferencia, para ponerse del lado de quienes defienden los recursos ambientales, humanos y económicos», explican. Se puede comprar a través de su página web o buscar sus tiendas físicas[7] más cercanas. Para la campaña de Navidad, ofrecen a las empresas un catálogo de cestas que regalar a las y los trabajadores[8], que se puede consultar online.
Otra opción de consumo sostenible es realizar todas las compras posibles en los comercios locales o de proximidad, lo que se conoce como los productos km0. Su principal característica se basa en la poca distancia que hay entre su lugar de producción o de recolección y el punto de venta o de consumo final. Para esta Navidad otro tipo de consumo es posible.
[1] https://www.neuroyes.es/decoracion-navidena-comprar-neuromarketing/
[2] https://comerciojusto.org/quienes-somos/
[4] https://www.oxfamintermon.org/es/como-puedes-colaborar/compra-comercio-justo
[5] https://shop.oxfam.it/regali-solidali/
[6] https://www.altromercato.it/
[7] https://www.altromercato.it/negozi/i-negozi-altromercato/
[8] https://regalisticaziendale.altromercato.it/#catalogo
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