Natale in musica

¦ Ce n’è per tutti i gusti. Si spazia dal reggae al soul, dalle rappate hiphop alle schitarrate rockblues. Sono secoli che il Natale ispira i musicisti, e per quanto secolarizzata quest’epoca sia, quasi tutti i grandi del pop contemporaneo si sono cimentati con le christmas- songs: rileggendo i classici di sempre o scrivendone di nuovi. Tradizione tipicamente anglo-statunitense (bastino gli esempi di Presley e dei Beatles, di Armstrong e di Madonna), ma che ultimamente ha contagiato centurie di artisti di tutto il mondo e di tutte le scuole espressive. Sarà perché spesso si tratta di veri capolavori capaci d’andare al di là del tempo e delle mode; sarà per la loro straordinaria e immutabile forza evocativa, sarà perché come tutti i classici s’adattano a tutte le ugole, o perché sono prodotti che commercialmente continuano a funzionare: basti pensare che la celeberrima White Christmas nella versione primigenia di Bing Crosby è tutt’ora uno dei singoli più venduti della storia. Fatto sta che anche quest’anno – di fianco a quelli rispolverati dal recente passato e ancora gustosissimi – ce n’è una carrettata di nuovi, in tutte le nuances stilistiche possibili, e firmate da personaggi più o meno improbabili. Come il rocker Billy Idol, il cui recente Happy Holidays scorrazza allegramente, e con piglio da crooner alticcio ma neppur troppo iconoclasta, tra i classici della tradizione anglosassone più recente. Ben più rigoroso l’approccio neorinascimentale dello stagionato Ritchie Blackmore (proprio lui, l’indimenticato leader dei Deep Purple), che insieme alla moglie Candice Night (da qui il nome della band, Blackmrore’s Night) si cimenta con gusto e classe sopraffina con una manciata di classici medioevali nel recente Winter Carols. Più moderno e poppeggiante il natale delle sorelline canadesi Ann e Nancy Wilson, meglio note come Heart (anche per loro un passato decisamente rockettaro), che nel loro A Lovemongers’ Christmas alternano classici a composizioni autografe. Cambiando genere vi segnalo l’intenso ed un po’ enfatico Midnight Clear che il celebre arpista elvetico Andreas Vollenweider ha realizzato con la collaborazione di Carly Simon, nome storico del cantautorato statunitense. Ancor più rindondante, ma non privo di suggestione, è Gregorian Christmas Chants: un’ipotesi di pop contaminato dalle atmosfere del canto gregoriano che spazia da composizioni liturgiche della tradizione classica ai traditionals anglosassoni, fino alla lennoniana Happy Xmas War Is Over. Agli appassionati del jazz segnalo invece l’intimo e suadente Christmas with my friends, firmato da Nils Landgren insieme ai più bei nomi del jazz scandinavo; e l’italianissimo Christmas tunes: 13 riletture strumentali, firmate da Cesare Picco, uno dei talenti emergenti del pianismo italiano. E se ancora non vi bastasse, chiudiamo con la colonna sonora di uno dei film più attesi di questa stagione, Nativity: tra l’etnico e il classicheggiante, 24 frammenti firmati da Mychael Danna, godibili anche a prescindere dalle immagini per cui sono stati concepiti. CD Novità CAT STEVENS – YUSUF An other cup (Universal) Convertitosi all’Islam in epoche non sospette, quand’era una delle popstar più acclamate d’Occidente, il barbuto Yusuf è rimasto fedele alle sue scelte, ma ha decisamente smussato gli integralismi del passato. Un disco che può essere letto e ascoltato come un inno al pacifismo pan-religioso e che riporta alle orecchie il delicato song-writing di un’artista a cui si deve rispetto, gratitudine, ed affetto. Fiorella Mannoia Onda Tropicale (Sony – Bmg) Attorniata dalla crema della scena brasiliana (Veloso, Nascimento, Buarque, Gil, ecc.), la brava Fiorella shakera la canzone d’autore italiana con quella carioca: con esiti intriganti per i cultori del più raffinato tras v e r s a l i s m o etnico, e un po’ noiosi per gli altri…

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