Natale in Africa all’insegna della condivisione

Per senegalesi, tanzaniani, gabonesi, somali ed altri, cristiani o musulmani, Natale è una celebrazione che coinvolge tutta la comunità.
Un'installazione natalizia a Johannesburg, in Sudafrica (AP Photo/Jerome Delay)

Natale è una grande festa in Africa, e gli africani sanno come festeggiare. Occorre naturalmente mettere da parte la neve, gli alberi di Natale e il vin brulé. Qui il Natale è un festival di sinfonia e armonia, è fatto di concerti festosi, feste all’aperto sotto il sole e parate per le strade.

Quando si pensa ai festeggiamenti nel continente africano, si pensa alla danza e alla musica, eseguita con molti strumenti tipici: balafon, tam-tam, djembe, mbira, marimba, kora, shekere, udu, xilofono, e da vere e proprie orchestre.

Uno dei più antichi strumenti musicali è il gankogui, uno strumento metallico a campana suonato dal popolo Ewe del Ghana. Realizzata in ferro forgiato, la doppia campana viene percossa con un bastone di legno per ottenere un suono profondo e risonante, che costituisce lo scheletro di base di tutta la musica orchestrale suonata in Togo, Ghana e Benin. Comunque, talvolta anche il semplice suono di un bastone che percuote un pezzo di metallo serve da strumento musicale.

Animisti, protestanti, cattolici o musulmani, tutti fratelli

Natale significa anche cibi speciali consumati insieme. Molti Paesi hanno le loro tradizionali e deliziose cene natalizie. Ma indipendentemente da ciò che si fa o da ciò che si mangia, il pranzo di Natale in Africa è un momento di condivisione, un’occasione per quasi tutti di riunirsi con amici, familiari e vicini di casa. Per consentire a tutti di partecipare ai festeggiamenti, i pasti vengono preparati tenendo conto delle pratiche religiose degli ospiti. Non c’è distinzione fra chi è animista, protestante, cattolico o musulmano. Tutti sono considerati fratelli della stessa famiglia.

Cristiani e musulmani condividono l’evento: molte famiglie africane hanno parenti delle due grandi religioni, cristiana e musulmana. Ci sono anche e sempre di più famiglie miste.

Il Senegal, che ospita la più grande moschea dell’Africa occidentale, è al 95 per cento musulmano. Eppure, nonostante la stretta osservanza dell’Islam, ogni Natale le strade della capitale brillano di luci natalizie. Anche in Burkina Faso, Mali e Mauritania, Paesi a maggioranza musulmana, Natale è una festa.

Celebrazioni liturgiche

Le funzioni religiose sono il rituale natalizio più importante nella maggior parte dei Paesi africani. La stagione delle feste è incentrata sulla celebrazione della nascita di Gesù e le funzioni religiose si tengono sia alla vigilia che nel giorno di Natale. Vengono organizzati anche presepi, spettacoli di danza, tavole della comunione e canti.

In alcuni Paesi, come il Congo, la popolazione locale offre un dono per il tavolo della comunione della propria chiesa. Le chiese parrocchiali ospitano eventi musicali, tra cui almeno cinque corali, e una lunga rappresentazione teatrale della natività.

In Malawi e Camerun, i ragazzi vanno di porta in porta a cantare canti natalizi e a suonare strumenti tradizionali in cambio di piccole offerte. In Zambia, Kenya e Sudafrica, le chiese organizzano presepi e si cantano bellissimi canti natalizi per le strade. Anche in molti quartieri i giovani tra 15 e 25 anni organizzano serate danzanti per il giorno di Natale.

Se in molti Paesi, nel mondo, la fine della Messa di mezzanotte significa che è ora di andare a dormire e di aspettare i doni di Babbo Natale, in molti Paesi africani, invece, significa che iniziano i festeggiamenti! In Gambia, ad esempio, una gioiosa parata segue la funzione religiosa della vigilia. La gente del posto si esibisce in danze con i fanali, grandi lanterne di bambù e carta a forma di casa o di barca. I fanali vengono illuminati dall’interno con candele e si spostano di casa in casa per raccogliere offerte. Le città del Gambia e della Sierra Leone celebrano la festa di Natale con colorati cortei di persone in maschera.

Natale non viene celebrato nello stesso giorno in tutta l’Africa.

Sebbene la maggior parte dei Paesi africani celebri il Natale il 25 dicembre, non è così ovunque. I cristiani copti, in Egitto e in Etiopia, che seguono l’antico calendario giuliano, celebrano il Natale il 7 gennaio.

In Ghana, la stagione delle feste inizia all’inizio di dicembre. Negozi, strade e case sono addobbati con luci e ornamenti abbaglianti. In Ghana ed in altri Paesi, il Natale viene spesso celebrato due volte: in coincidenza con la fine del raccolto di cacao (inizio dicembre) e il 25 dicembre.

Come ovunque, dicembre è il periodo più intenso dell’anno per i negozi. I consumi esplodono, soprattutto con l’emergere di una classe media in molti Paesi dell’Africa. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare i consumatori più modesti, che anche quest’anno dovranno fare attenzione alle spese a causa dell’inflazione che colpisce molti Paesi. Un pensiero speciale va a tutti coloro che saranno costretti a celebrare Natale nei campi profughi delle zone di conflitto.

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